Accordo da 300 miliardi di dollari tra OpenAI e Oracle. Il cui cofondatore supera Musk nella classifica dei più ricchi al mondo

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OpenAI ha siglato con Oracle uno dei più grandi contratti cloud mai firmati: un impegno da circa 300 miliardi di dollari in cinque anni, destinato all’acquisto di potenza di calcolo. Il Wall Street Journal nel dare la notizia sottolinea che si tratta di “un impegno enorme che supera di gran lunga le entrate attuali della startup”. L’accordo dovrebbe partire nel 2027 e riflette la corsa senza precedenti agli investimenti in data center per l’intelligenza artificiale, mentre cresce tra analisti e investitori il timore di una bolla del settore.La notizia ha alimentato l’euforia in Borsa. Mercoledì, dopo che Oracle nella propria trimestrale ha riportato una crescita esplosiva dei ricavi futuri legati al cloud, con contratti che ammontano a oltre 317 miliardi di dollari nel solo ultimo trimestre, il titolo è schizzato del 35%. Catapultando il cofondatore Larry Ellison a un passo dal titolo di uomo più ricco del mondo, temporaneamente sottratto a Elon Musk: Ellison, che possiede circa il 40% di Oracle, ha visto crescere la sua ricchezza di 100 miliardi di dollari in poco più di mezz’ora dall’apertura di Wall Street. Poi il mercato ha ritracciato. A fine giornata Oracle ha perso parte dei guadagni iniziali e Bloomberg ha dato di nuovo Musk in testa, con un patrimonio stimato in 384,2 miliardi di dollari contro i 383,2 di Ellison. Una differenza minima, se rapportata a cifre tali da poter mantenere lo stile di vita di milioni di famiglie americane per un anno.L’accordo con OpenAI porta con sé opportunità e incognite per entrambe le aziende. Per Oracle significa un ingresso diretto tra i giganti dell’IA, pur partendo da una posizione di debolezza finanziaria rispetto a colossi come Microsoft e Nvidia. Per OpenAI rappresenta la possibilità di alleviare la sua cronica scarsità di capacità computazionale necessaria all’addestramento dei modelli, ma al prezzo di un impegno finanziario colossale: la startup perde miliardi di dollari ogni anno e, secondo le stime, non sarà profittevole prima del 2029. Resta quindi da capire come riuscirà a coprire, nota il Wsj, i circa 60 miliardi annui che dovrà pagare in media per rispettare il contratto.Quanto a Oracle, secondo Ellison non guadagnerà soltanto dall’infrastruttura necessaria a sviluppare chatbot, ma anche dalla gestione quotidiana dei sistemi di intelligenza artificiale applicati a robot industriali, ricerca farmaceutica, mercati finanziari e processi aziendali. “L’IA cambia tutto”, ha dichiarato l’81enne fondatore. Musk, da parte sua, punta a un futuro simile per Tesla, ma fatica a convincere gli investitori. Dopo un crollo delle vendite di auto elettriche a inizio anno, il rimbalzo promesso non è arrivato. In Europa le immatricolazioni sono crollate del 40% quest’estate, settimo mese consecutivo di calo, mentre negli Stati Uniti la quota di mercato si riduce anche a causa delle polemiche politiche che circondano il miliardario e il suo sostegno a Donald Trump.L'articolo Accordo da 300 miliardi di dollari tra OpenAI e Oracle. Il cui cofondatore supera Musk nella classifica dei più ricchi al mondo proviene da Il Fatto Quotidiano.