Il governo di Caracas parla per la prima volta di Alberto Trentini. Il ministro degli Esteri Gil: “I suoi diritti non vengono violati”

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“Conosco il caso” ma “i suoi diritti non vengono violati”: “lui ha un legale” e “c’è un processo”, che “proseguirà il suo corso”. Mancano cinque minuti al termine dell’inedita intervista concessa all’inviato di Cnn a Caracas, Stefano Pozzebon, quando il ministro degli Esteri Yván Gil rompe il silenzio sulla vicenda di Alberto Trentini, rappresentato dall’avvocata Alessandra Ballerini, che domani conterà trecento giorni di prigionia a El Rodeo I, senza accuse e nella quasi totale incomunicabilità, intervallata solo da due chiamate alla famiglia. “Noi, qui, riceviamo tutte le richieste e siamo disponibili a verificare caso per caso”, ha risposto Gil, interpellato dal corrispondente sulle condizioni detentive dell’operatore umanitario, detenuto lo scorso 15 ottobre nella località di Guasdualito, e sulla mancata apertura a una visita consolare, nonostante i tentativi compiuti dalla rappresentanza diplomatica italiana a Caracas. L’intervista, durata 40 minuti, si è svolta nella sede della Cancelleria venezuelana, in Avenida Urdaneta, e la sua versione integrale è stata pubblicata sul canale YouTube del Ministerio del poder popular para Relaciones exteriores. Gil tira fuori la carta della “cospirazione” per giustificare le detenzioni di stranieri nel Paese sudamericano, parla di altre persone incarcerate per reati comuni e rivendica: “Noi crediamo che ogni persona sia innocente, fino a prova contraria” a differenza degli Stati Uniti, specifica, che “praticano esecuzioni in mare”. Un riferimento alla vicenda del flipper affondato nelle acque dagli Usa, nell’ambito dell’operazione antidroga nei Caraibi, nel quale sono morti undici venezuelani.La menzione pubblica di Trentini da parte delle autorità venezuelane arriva qualche giorno dopo le recenti dichiarazioni rilasciate da un funzionario diplomatico venezuelano a Ilfattoquotidiano.it, secondo il quale Palazzo Chigi “non ha neppure telefonato alle autorità di Caracas“, che resterebbero “aperte al dialogo con l’Italia”. La fonte ha anche smentito il coinvolgimento dell’Italia nelle scarcerazioni degli italiani con doppio passaporto, Margarita Assenza e Americo De Grazia: “Roma ne è venuta a conoscenza quando l’accordo era già stato fatto”. Finora il governo italiano non ha confermato né smentito le dichiarazioni del diplomatico, ma la più recente esternazione su Trentini risale all’8 settembre, a margine del Forum della competitività, organizzato da Assolombarda a Milano. “Non c’è soltanto Alberto Trentini, sono più di dieci gli italiani detenuti nelle carceri venezuelane: noi cerchiamo di liberarli tutti”. “Due siamo riusciti a liberarli una decina di giorni fa e continuiamo a lavorare”, ha nuovamente rivendicato Tajani, per il quale il crescendo di tensioni nei Caraibi, tra Washington e Caracas, “non agevola” i lavori, “però i nostri tentativi vanno avanti”. È vero che le recenti manovre Usa accrescono la tensione fra entrambi i Paesi, con almeno un paio di episodi puntuali: secondo i registri di FlightRadar24, alle 11.40 di lunedì, un elicottero Usa modello MH-60 Seahawk si è avvicinato a 250 chilometri dalle coste venezuelane, violando la Convenzione delle Nazioni unite sul Diritto del mare, e il segretario della Difesa Usa, Pete Hegseth, ha detto ai mille soldati in Portorico che il loro dispiegamento “non fa parte di un’esercitazione”, ma di un’operazione “reale in difesa degli interessi vitali” di Washington.L’Italia però non c’entra con l’operazione. C’è semmai il tentativo flebile, a Bruxelles, dell’eurodeputato FdI Carlo Fidanza che propone di dichiarare il cartello “de los Soles” come organizzazione terroristica. Ma la sua voce potrebbe incidere poco o nulla su Palazzo Chigi.È anche vero che “non c’è solo Alberto Trentini”, ma altra decina di italiani con doppio passaporto. Tuttavia Trentini è l’unico straniero, senza doppio passaporto, ed è il solo detenuto, tra i connazionali, che non c’entra nulla con la vita politica del Paese. Altri connazionali, come Biagio Pilieri, sono oggetto di repressione politica contro la dissidenza. Trentini rientra invece nella voce “altro”, nella diplomazia degli ostaggi, già conosciuta dall’attuale governo italiano. Lo sa il cancelliere Gil, che non si aspettava la domanda di Pozzebon, e lo sa anche il ministro Tajani. Ne è consapevole anche la società civile, la cui sensibilità cresce alla vigilia del 300° giorno di prigionia di Alberto. “Credo che sia necessario che le nostre istituzioni, il nostro governo, si muovano perché questa situazione allucinante di Alberto Trentini venga risolta”, ha detto l’ex-magistrato Gherardo Colombo, unendosi agli appelli per la liberazione del cooperante, alla trasmissione “In Onda” su La7. La mobilitazione per Trentini si incarna anche a Venezia, nella sua terra, con la regata storica dell’8 settembre in cui Articolo 21 e gli Amici di Alberto hanno chiesto la liberazione del cooperante. Crescono anche le firme su Change.org, con oltre 108mila adesioni, e il digiuno a staffetta per la liberazione del cooperante giunge al suo 189° giorno.L'articolo Il governo di Caracas parla per la prima volta di Alberto Trentini. Il ministro degli Esteri Gil: “I suoi diritti non vengono violati” proviene da Il Fatto Quotidiano.