Se oggi non facciamo che parlare di emissioni di gas serra e riscaldamento globale, negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso il grande nemico da combattere era il buco dell'ozono: da quando nel 1985 è apparso uno studio su Nature che descriveva il fenomeno, scienziati ed esperti di tutto il mondo si sono mobilitati per cercare di richiuderlo.Gli sforzi sono serviti: grazie alle norme stabilite dal protocollo di Montreal, un trattato internazionale firmato nel 1987 con l'obiettivo di eliminare gradualmente l'uso delle sostanze che riducono lo strato di ozono, in particolare i clorofluorocarburi, ora il buco si sta rimarginando.. Ma è davvero una buona notizia? Secondo uno studio pubblicato su Atmospheric Chemistry and Physics, c'è un lato negativo inaspettato: se combinato con la crescita dell'inquinamento dell'aria, l'ozono potrebbe contribuire a far aumentare la temperatura terrestre del 40% in più di quanto stimato fino ad ora.. Previsioni plumbee. Per giungere alle loro conclusioni, i ricercatori hanno utilizzato dei modelli computazionali in grado di simulare come cambierà l'atmosfera entro metà secolo se l'inquinamento dell'aria non migliorerà ma i clorofluorocarburi e gli idroclorofluorocarburi saranno eliminati.I risultati evidenziano che riparare il buco dell'ozono è un'ottima idea per la nostra salute (dal momento che farlo ripristina la barriera contro i raggi ultravioletti), ma un po' meno per l'ambiente: si stima che tra il 2015 e il 2050 l'ozono intrappolerà 0,27 watt di calore extra per metro quadrato di superficie terrestre, diventando nel 2050 il secondo maggior contribuente al riscaldamento globale dopo la CO2 (la cui quantità di calore extra intrappolato è pari a 1,75 watt per metro quadrato).. Riapriamo il buco? Cosa dobbiamo fare dunque, riaprire il buco dell'ozono? Ovviamente no: i benefici per la nostra salute delle proibizioni alle sostanze che danneggiano l'ozonosfera sono indubbi, e le decisioni prese a Montreal devono essere rispettate. I ricercatori sottolineano però l'importanza di aggiornare le politiche climatiche attuali, tenendo conto del contributo dell'ozono all'aumento del riscaldamento globale..