“Non ci rendiamo conto di quanto accade intorno, ma in merito alle proteste, si sa che la gente lo fa per un motivo, è orribile quello che sta accadendo attualmente e credo che quanti stanno manifestando hanno bisogno di essere ascoltati”. A esporsi è Jonas Vingegaard, il ciclista leader della Vuelta di Spagna e due volte vincitore del Tour de France. Il danese ha commentato ai microfoni dell’emittente pubblica TV2 le mobilitazioni, convocate dal collettivo “Galizia per la Palestina”, che anche oggi nella regione nordoccidentale di Spagna hanno forzato l’organizzazione della Vuelta ad anticipare di 8 km il traguardo della sedicesima tappa della competizione, fra Poio e Mos Castro de Herville.“Hanno bisogno di essere ascoltati dai media, per questo protestano qui alla Vuelta. Ovviamente è un un peccato che questo accada esattamente qui e questo è ciò che pensa la maggioranza di noi corridori. Ma, insisto, credo che quanti manifestano necessitino disperatamente di essere ascoltati”, ha affermato Vingegaard. Netta la differenza con altri sport, come per esempio il calcio, dove raramente – soprattutto tra i personaggi così noti quale è Vingegaard – qualcuno si espone così, in maniera diretta, sul genocidio in corso a Gaza.A prescindere da tutto, è un’edizione della Vuelta di Spagna – corsa ciclistica tra le più importanti al mondo – che verrà ricordata soprattutto per le tantissime proteste pro Palestina. Già nei primi giorni della corsa, durante la cronosquadre di Figueres, valida per la quinta tappa della Vuelta e corsa giovedì 28 agosto, la Israel-Premier Tech era stata costretta a rallentare e poi bloccarsi per un attimo a causa di un gruppo di manifestanti con uno striscione e alcune bandiere palestinesi che ha occupato la carreggiata e non permesso loro di passare.Dopo quell’episodio, l’organizzazione della Vuelta aveva deciso di adottare misure drastiche nei giorni seguenti. Durante la nona tappa, conclusa a Cerler, e nella tappa del giorno prima con arrivo a Saragozza, le immagini televisive hanno mostrato un mezzo ufficiale della Vuelta rimuovere bandiere palestinesi e ogni riferimento a Gaza esposto dai tifosi lungo il percorso. Adesso le proteste continuano e secondo i media locali proseguiranno anche nelle prossime tappe.L'articolo Proteste pro Palestina alla Vuelta, Vingegaard si espone: “Questa gente va ascoltata” proviene da Il Fatto Quotidiano.