Istigazione al suicidio. È l’ipotesi di reato con cui la procura della Repubblica di Cassino ha aperto un fascicolo sulla morte di Paolo Roberto, il ragazzino di 14 anni che si è suicidato impiccandosi nella sua abitazione nel comune di Santi Cosma e Damiano in provincia di Latina. La procura della Repubblica ha disposto il sequestro dei telefoni cellulari del 14enne e di tutti i dispositivi mobili. Secondo quanto denunciato dai familiari dell’adolescente, alunno dell’istituto tecnico informatico Pacinotti di Fondi, il giovane era vittima di bullismo e riceveva spesso insulti e offese sui social da parte di alcuni compagni di scuola. Ipotesi questa al vaglio degli investigatori che hanno ascoltato la dirigente scolastica dell’istituto scolastico che frequentava la vittima.La mamma: “La scuola sapeva e non ha fatto nulla”“Nostro figlio è stato un perseguitato, abbiamo sempre denunciato tutto alla scuola. Ma siamo rimasti inascoltati. Era un bravo studente ma ultimamente diceva che la scuola non gli piaceva più”. A dirlo in una intervista a ‘La Repubblica’ è Simonetta La Marra, mamma di Paolo, il ragazzo di 15 anni che lo scorso giovedì mattina è stato ritrovato senza vita all’interno della cameretta dell’abitazione dove viveva con i suoi genitori.“Alle elementari sono arrivate le aggressioni dei compagni e lo scherno delle maestre, alle medie il bullismo dei professori. Poi sono arrivati gli apprezzamenti al primo anno dell’istituto informatico Pacinotti. Altro bullismo, altra sofferenza. Quante volte l’ho visto piangere”, continua.“Paolo amava portare i suoi capelli biondi molto lunghi. Dopo i primi quattro giorni di scuola superiore hanno cominciato a chiamarlo ‘Paoletta’, ‘femminuccia’, ‘Nino D’Angelo’. Lo aspettavano in bagno. Prima era uno, poi sono diventati di più. Ci siamo rivolti subito alla scuola, ci hanno assicurato che l’avrebbero aiutato. Ma tutto è finito solo dopo che Paolo ha deciso di tagliarsi tutti i capelli. L’altra frase per prenderlo in giro era ‘Piccolo Principe’ perché mio figlio ogni mattina non usciva di casa se non aveva fatto la doccia”.La prima denuncia è stata presentata in quinta elementare. “Ci siamo rivolti ai carabinieri perché un compagno ha puntato contro nostro figlio un cacciavite in plastica, diceva che lo doveva ammazzare. E la maestra non è intervenuta. Noi eravamo genitori molto presenti nella vita scolastica di nostro figlio e questo dava fastidio. Tutte le altre sono state denunce scritte e verbali agli istituti, ma non facevano niente”.Questo articolo Latina, 14enne suicida: la procura di Cassino apre un fascicolo per istigazione proviene da LaPresse