Come la guerra fredda, o peggio. La Romania in quesi giorni è stata al centro di una serie di tentativi di penetrazione esterna con due casi, distinti fra loro, ma che in comune hanno l’obiettivo di destabilizzare la cerniera orientale della Nato e dell’Ue per fini non pacifici. I due episodi raccontano di un iperattivismo a quelle latitudini europee che si è manifestato anche in fase per così dire difensiva. Ovvero i meccanismi di intelligence, nazionali e continentali, hanno svolto un ruolo chiave per impedire il peggio e individuare i detrattori.Spionaggio bielorussoIl primo caso riguarda il 47enne Alexandru Balan, già vice capo dei servizi segreti moldavi, sospettato di spionaggio per conto della Bielorussia, stato vassallo di Mosca. La procura rumena per la lotta alla criminalità organizzata ha iniziato a interrogarlo oggi: deve rispondere di “tentato tradimento per aver trasmesso informazioni segrete di Stato in forma continuativa”. Secondo gli investigatori a Budapest avrebbe incontrato due volte ufficiali dei servizi segreti bielorussi per passare loro informazioni in cambio di un corrispettivo in denaro. Secondo i media romeni Bălan sarebbe diventato vice capo dei servizi segreti della Repubblica di Moldavia, nel 2016, con l’aiuto di Vladimir Plahotniuc, politico e oligarca moldavo. Inoltre in passato aveva collaborato con i servizi segreti della Federazione Russa.Il caso non è isolato, dal momento che coinvolge le intelligences di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria. A Cracovia giorni fa è stata arrestata una spia e il governo ha annunciato di voler espellere un diplomatico dalla Bielorussia, una misura adottata anche dalla Repubblica Ceca. Tornando a Plahotniuc, le ultime notizie che lo riguardano conducono ad Atene, dove lo scorso 25 luglio è stato arrestato. L’ex leader del Partito Democratico della Moldavia, fuggito dal suo Paese nel 2019, era ricercato su segnalazione dell’Interpol, perché sospettato di far parte di un’associazione a delinquere, dedita al riciclaggio di denaro.Nato e appalti cretesiNelle stesse ore il Paese è stato al centro di un episodio di corruzione legato alla mafia cretese e agli appalti Nato che sono ora oggetto di un’indagine internazionale. Un imprenditore greco è stato arrestato perché accusato, con il suo socio, di intrattenere rapporti d’affari con la base navale di Suda, a Creta: volevano assicurarsi un contratto da 9 milioni di euro per la fornitura di navi Nato in Romania. Secondo quanto riportato dal quotidiano greco Kathimerini, i vertici della mafia cretese dediti al traffico di droga e armi, avrebbero esercitato pressioni su un uomo d’affari detenuto affinché non rivelasse il nome del suo socio in un caso che appunto era coinvolto nel tentativo di corruzione di due funzionari della Nato in Romania. Uno dei soci, sempre secondo il quotidiano ellenico, si è recato in Romania e ha tentato di corrompere due funzionari dell’Agenzia di Supporto e Approvvigionamento della Nato (Nspa) con una bustarella da 200.000 euro.Nato sotto osservazioneLa base Nato Souda Bay di Creta era stata alla ribalta delle cronache pochi mesi fa per un episodio di spionaggio, legato ad una presunta spia azera colta in flagrante mentre scattava foto alla base sommergibili Nato di Souda bay. Il ventiseienne fu trovato in possesso di 5.000 file, tra foto e video, di installazioni militari. Si tratta di luoghi strategicamente sensibili che ospitano la base degli Stati Uniti e della Nato, sito altamente strategico per l’intero Mediterraneo orientale. Si trattò del terzo arresto in Grecia (più uno a Cipro) con l’accusa di spionaggio in poco meno di due mesi.Lo scorso 2 maggio era stato arrestato un 59enne georgiano che faceva finta di fare un’escursione per fotografare le installazioni militari Nato che si trovano nei pressi del porto greco di Alexandroupolis, infrastruttura tra l’altro molto sensibile perché vicina al gasdotto Tap e utilizzata in chiave alleanza atlantica per spostare mezzi e truppe lungo la cornice orientale dell’Ue, la Via Carpatia. Il porto viene inoltre riconosciuto come una via alternativa e sicura allo Stretto del Bosforo per il trasporto delle merci.