Una novità è pronta a rivoluzionare il sistema dei buoni pasto, ma le conseguenze potrebbero sorprendere tutti.I buoni pasto rappresentano, da anni, una risorsa fondamentale per milioni di lavoratori italiani.Non si tratta soltanto di un “benefit” aziendale, ma di un vero e proprio supporto concreto alla vita quotidiana soprattutto oggi, dove il costo della vita è in aumento.Consentono, infatti, di pranzare al bar o al ristorante, fare la spesa al supermercato o acquistare un pasto pronto durante la pausa lavoro senza utilizzare il proprio stipendio.Tuttavia, dietro questo apparente equilibrio, si nasconde da tempo una tensione economica legata principalmente alle commissioni applicate agli esercenti. Ora però, è già in atto una svolta storica.Buoni pasto cosa cambia a partire da questo meseA partire dal 1 settembre, è entrata ufficiale ufficialmente in vigore una norma approvata lo scorso dicembre che impone un tetto massimo del 5% sulle commissioni che le società emettitrici possono applicare agli esercenti. Questo significa che bar, ristoranti e supermercati non dovranno più cedere fino a un quinto del valore del buono solo per incassarlo: la percentuale sarà drasticamente ridotta, uniformandosi al limite già in vigore per la Pubblica Amministrazione.La misura riguarda sia i buoni cartacei che quelli elettronici e punta a riequilibrare il mercato, garantendo condizioni più eque tra il settore pubblico e quello privato. Dal punto di vista dei lavoratori, non cambia nulla, il valore nominale del buono pasto resta invariato, e continuerà a essere deducibile fino a 8 euro per ciascun ticket. La novità riguarda esclusivamente i rapporti tra gli esercenti e le aziende emettitrici.Buoni pasto – Fonte Pexels – Circuitolavoro.itRischio costi nascostiNonostante l’obiettivo della norma sia chiaro tutelare i commercianti e ridurre i costi a loro carico l’equilibrio del sistema potrebbe subire delle conseguenze. L’Anseb (Associazione nazionale società emittenti buoni pasto) ha lanciato l’allarme: secondo le stime, il nuovo tetto comporterebbe costi nascosti per circa 180 milioni di euro l’anno, che le società potrebbero non essere disposte ad assorbire da sole.Di conseguenza, potrebbero rivalersi sulle aziende che acquistano i buoni per i propri dipendenti, riducendo gli sconti o modificando le condizioni commerciali. E le aziende, a loro volta, potrebbero decidere di rivedere le proprie politiche di welfare, mettendo a rischio la stabilità del sistema dei ticket pasto così come lo conosciamo. La norma, pur rappresentando una valida regolamentazione che sana una situazione squilibrata (basti pensare che la distribuzione moderna, bar e ristoranti ha perso in media 450 milioni di euro all’anno a causa delle alte commissioni), potrebbe avere effetti a catena non del tutto prevedibili.The post Rivoluzione BUONI PASTO, è già ufficiale: cambia tutto nei supermercati, bar e ristoranti appeared first on Circuito Lavoro.