Per gli amanti del cinema in Russia si preparano tempi sempre più difficili: Vladimir Putin vuole che nelle sale e nelle abitazioni private dei suoi cittadini si smetta di affittare sulle piattaforme o di vedere nelle sale film americani o europei, per sostituire quelle pellicole con la Corazzata Potemkin e i suoi eredi, riportando il cinema ai tempi dell’Urss secondo un nuovo principio sovranista ed autarchico. Il piano del presidente russo è stato esplicitato durante un faccia a faccia che si è svolto lo scorso 12 settembre al Cremlino fra il presidente russo e la sua ministra della Cultura, Olga Lyubimova.Gli shampoo ai malcapitati dirigenti di Putin: è il turno della ministra della culturaOgni settimana sul sito e sui social del Cremlino viene pubblicato un faccia a faccia fra Putin e qualche dirigente dell’amministrazione statale russa e spesso qualche governatore o commissario delle varie regioni e province del paese. Quasi sempre nell’occasione Putin mette in evidente imbarazzo l’interlocutore, sollevando accuse e critiche che verrebbero a suo dire dalla società civile o dalle categorie professionali. Innanzitutto, per fare capire che se qualcosa non funziona in quelle terre, la responsabilità non è mai del presidente, che, anzi, appena può comprendendo le lamentele dei cittadini fa uno shampoo pubblico al malcapitato amministratore di turno. Questa volta è toccato alla Lyubimova, che pure è una ministra fra le più vicine al presidente russo, che proprio per questo l’aveva inviata nella scorsa primavera a Roma in sua rappresentanza ai funerali di papa Francesco.Troppi film Usa ed europei in sala, la stretta del Cremlino per favorire i registi russiBen conoscendo la liturgia di quell’incontro, la Lyubimova l’ha iniziato mettendo subito le mani avanti e raccontando i grandi progetti che il suo ministero aveva avviato nei territori ucraini conquistati: «Stanno nascendo nuovi progetti entusiasmanti e molto interessanti», ha esordito Olga, «ad esempio, stiamo costruendo studi cinematografici nelle nostre regioni, nel Donbass. Studi di questo tipo sono stati aperti a Lugansk e Shakhtersk. Abbiamo in programma di aprirne altri a Chersonese e Cherson. Si tratta di grandi studi cinematografici per tutti i registi di documentari, soprattutto giovani che stanno muovendo i primi passi e hanno l’opportunità di lavorare nelle nuove regioni. Hanno accesso ad attrezzature moderne e di ottima qualità e possono pernottare in loco». Non è sembrato bastare, e infatti Putin è subito partito all’attacco, con uno shampoo alla ministra in questo caso telefonato (i due erano chiaramente d’accordo) perché potessero emergere le sue direttive al cinema nazionale. Lo show del presidente russo è iniziato con il racconto di una lettera ricevuto da molti personaggi della cultura e registi russi che si lamenterebbero dello scarso appoggio ricevuto dall’esecutivo per difendere la produzione nazionale e del fatto che ancora le società di distribuzione nel paese portino in sala troppi film stranieri.Oggi già l’80% dei film visibili a Mosca e dintorni sono di produzione nazionale La Lyubimova prima ha confermato il sostegno finanziario governativo alla produzione cinematografica nazionale, poi ha spiegato che «il nostro sistema di distribuzione cinematografica è rappresentato da film provenienti da paesi amici o da registi che vogliono che i loro film siano distribuiti in Russia». Putin l’ha interrotta: «Questo significa che lei sostiene ciò che i nostri personaggi della cultura stanno cercando di ottenere con tanta fatica?», e lei ha sciorinato numeri e statistiche per confermarlo: «Ricorderà, naturalmente, che nel 2021 tutti dicevano che il pubblico russo non sarebbe stato interessato a vedere solo film russi? Ciononostante, nel 2024 abbiamo raggiunto i 100 milioni di spettatori. I film russi rappresentano il 79%, quasi l’80%, rispetto al 27% del passato. Questo non significa che le persone che prima guardavano solo film stranieri abbiano smesso di andare al cinema. Ora sono esperti più competenti quando si tratta di cinema russo. Ne discutono, organizzano dibattiti, criticano, mostrano più interesse qui e lodano le produzioni là. Questo ha incoraggiato i nostri registi russi a lavorare sodo».La direttiva di Putin per sostituire la Disney con film nazionali per i bambini russiNel faccia a faccia è emersa anche una direttiva che Putin avrebbe firmato sui contenuti dei film nazionali, chiedendo anche una particolare produzione di cinema nazionale per bambini con cui sostituire quella americana. La ministra della Cultura lo ha rassicurato: «Il nostro atteggiamento nei confronti dei temi affrontati dal cinema russo sta cambiando. C’è più responsabilità. Se ricordate, quando abbiamo iniziato a lavorare su più film per bambini grazie alle vostre indicazioni, molti cineasti dicevano che il cinema per bambini non esiste, e che i film per bambini appartengono all’Unione Sovietica. Ora, quando usciamo con 20 film all’anno che sono popolari tra le famiglie, compresi gli anziani, e i produttori degli attori tanto amati dai bambini e dagli adolescenti, così come dagli anziani, pensano attentamente alle strategie per attirare al cinema intere famiglie, compresi i nonni, e rendere tutti felici».Già pronta la prima produzione di pellicole di propaganda sulla guerra all’UcrainaSe il modello culturale di Putin sempre più vicino a quello della vecchia Unione Sovietica parte dai bambini, il governo è in pressing anche sui contenuti dei film per adulti, producendone anche sulla guerra in corso in Ucraina (minimizzata come vuole il presidente russo). «Abbiamo», ha spiegato la Lyubimova, «anche drammi storici e qualcosa di molto importante e impegnativo per noi, ma ci stiamo lavorando: tutto ciò che riguarda la nostra storia moderna, compresa l’operazione militare speciale. Negli ultimi tempi abbiamo ricevuto sceneggiature davvero avvincenti. I creatori hanno avuto abbastanza tempo per elaborare questo argomento e iniziare a scriverne. Hanno parlato con veri eroi e testimoni di quegli eventi. Quindi, speriamo di poter presto soddisfare il pubblico con alcuni contenuti contemporanei».Soldati russi a Mosca nell’ultima celebrazione del giorno della vittoriaIl nuovo cinema russo di Putin pronto ad essere esportato anche in EuropaIl nuovo cinema di propaganda russo-sovietica verrà esportato anche all’estero, anche nelle Case della Russia ancora in piedi in occidente. Se ne è assicurato Putin, chiedendo alla ministra: «Ma i nostri emigrati vanno a vedere quei film?», ricevendone rassicurazioni: «Con grande piacere. I nostri compatrioti all’estero ci vanno e, naturalmente, c’è grande interesse da parte della popolazione locale, che storicamente ha un atteggiamento caloroso nei confronti delle Case della Russia. Anche quando organizziamo mostre in paesi cosiddetti ostili come la Francia o la Germania, dove abbiamo aperto cinema nelle Case della Russia, la gente nel centro di Parigi viene a vedere mostre dedicate alla ballerina Anna Pavlova, per esempio. È vero, al momento non possiamo portare lì le opere originali, ma organizziamo mostre multimediali. Le storie sulla nostra cultura sono incredibilmente popolari, e non solo tra le persone che sono emigrate dalla Russia in periodi diversi. Un gran numero di francesi visita le Case russe con grande interesse. Questo lavoro è incredibilmente interessante e rilevante».La scena di Fantozzi che urla « la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca»La nova cultura modello sovietico. Finché un una sala di Mosca non si alzerà il ragioniere FantozziIl programma culturale del governo poi prevede anche la diffusione nelle scuole di testi che seguano la stessa filosofia: «Abbiamo un enorme progetto dedicato alla Grande Guerra Patriottica», ha spiegato trionfante la ministra della Cultura, «e la nostra rete di strutture culturali ne comprende 93.000. È molto importante che, mentre celebriamo l’anniversario della Vittoria… Sono certa e so semplicemente che non esiste una struttura, da una piccola biblioteca o una scuola d’arte per bambini al Teatro Bolshoi o Tsarskoye Selo dove ci stiamo incontrando, che non abbia un ampio programma commemorativo. Questo è incredibilmente importante. Vediamo un grande impegno sia da parte degli studenti che degli insegnanti». Libri e film autarchici e propagandistici, dunque, che sono il tratto di qualsiasi regime autoritario. Di fatto estromettendo anche nello svago la produzione occidentale. Con il rischio che prima o poi in una di quelle sale cinematografiche autarchiche si alzi il ragioniere Fantozzi rivendicando la libertà di dire: «La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca», come nella scena cult della celebre serie di Paolo Villaggio.Un fermo immagine di quel filmL'articolo Vladimir Putin torna all’Urss: i russi al cinema vedranno solo “Corazzate Potemkin”. Niente Disney, ai bimbi di Mosca film autarchici. Agli adulti film di propaganda di guerra proviene da Open.