“L’industria musicale? Un parco giochi. Ci sono i ragazzi fighi e non. Io sono sempre stato dall’altra parte”: l’anti-divo Ed Sheeran si tinge di rosa con “Play”

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Si intitola “Play” l’ottavo album della carriera di Ed Sheeran, uscito questa notte. Sono passati quattordici anni dal debutto dell’artista nel panorama musicale mondiale, di strada ne ha fatta e soprattutto è riuscito sempre a ottenere il sold out in ogni stadio dei suoi tour mondiali. Una casualità? No, perché Ed Sheeran l’anti-divo è stato sin da subito come “uno di noi”, la sua semplicità sopra e sotto il palco ha conquistato e continua a conquistare milioni di fan.Così “Play”, che arriva dopo “-” e “Autumn Variations”, nati sull’onda di lutti privati e momenti down, segna una vera e propria ripartenza lungo i tredici brani inediti, anticipati da “Azizam”, “Old phone”, “Sapphire”, “A little more” e il prossimo “Camera”. Tutti i brani usciti offrono una radiografia completa di ciò che è il disco. Una cavalcata verso i colori, l’apertura e la voglia comunque di immergersi in altri mondi, in questo caso l’India, Goa, dove praticamente è nato “Play”, dopo un lungo “pellegrinaggio” in diversi studio nel mondo.L’obbiettivo? “Volevo solo creare gioia e technicolor. Questo disco è una vera e propria montagna russa di emozioni che mi riflette come essere umano, partner, padre. Play è un album realizzato come risposta diretta al periodo più buio della mia vita”, ha dichiarato l’artista, che ha scelto come colore per questo progetto, il rosa. Un colore non casuale perché viene ritenuto il simbolo della dolcezza, della tenerezza, della speranza e dell’amore romantico.“Ho registrato questo album in giro per il mondo, l’ho completato a Goa con la mia famiglia, in un resort sulla spiaggia. Abbiamo trasformato 4 ville in studi: in uno avevo solo gli strumenti indiani, in uno registravo, in uno cantavo… – ha spiegato l’artista – E ho trascorso alcuni dei giorni più divertenti, esplorativi e creativi della mia vita. È un vero e proprio turbinio di emozioni dall’inizio alla fine, racchiude tutto ciò che amo della musica e del divertimento che essa procura, ma anche dove mi trovo nella vita come essere umano, partner e padre. Più invecchio, più voglio semplicemente godermi le cose e assaporare i momenti folli e caotici”.E ancora: “Tutte le persone che ho incontrato durante i miei viaggi in India sono state molto gentili, accoglienti e gioiose, e questa energia ha influenzato molto la direzione dell’album; volevo creare gioia e technicolor nella musica che stavo componendo ed esplorare le culture dei paesi in cui mi trovavo in tour”.Ed Sheeran rimane sempre ironico e auto-ironico, come ha confessato a Apple Music: “L’industria musicale è un enorme parco giochi scolastico. Ci sono i ragazzi fighi e i ragazzi non fighi e io sono sempre stato dall’altra parte. Sono sempre stato dalla parte non figa. Negli ultimi 10 anni della mia carriera ho vinto premi, ma sono stati inventati sul momento, praticamente perché non ho vinto nulla e loro dicono: beh, dobbiamo dargli qualcosa, quindi gli daremo questo“.Ma come proseguono i piani dell’ormai annunciato album postumo, ci si augura il più tardi possibile, “Eject”? “È l’album del testamento. – conclude il cantautore – Il mio testamento di desideri è di fare un disco con tutte le canzoni dall’età di 18 anni, così quando morirò. E non voglio andarmene e che qualcuno mescoli le cose e le pubblichi. Voglio che sia pianificato”.L'articolo “L’industria musicale? Un parco giochi. Ci sono i ragazzi fighi e non. Io sono sempre stato dall’altra parte”: l’anti-divo Ed Sheeran si tinge di rosa con “Play” proviene da Il Fatto Quotidiano.