Caracas lavora per la scarcerazione di 80 prigionieri. Il Venezuela cerca il sostegno della Santa Sede e si riavvicina all’Italia

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Caracas punta al rilascio di decine di prigionieri politici nelle prossime settimane, a margine della canonizzazione di José Gregorio Hernandez e di suor Carmen Rendiles, che saranno proclamati santi domenica 19 ottobre in Piazza San Pietro. A riferirlo a Ilfattoquotidiano.it è una fonte del Ministero degli Esteri del Paese sudamericano, già interpellata sulla condizione dei prigionieri italiani a Caracas, che parla di circa “ottanta scarcerazioni” quale “gesto di grazia e amnistia”, nell’ambito di un più ampio “piano di distensione” varato dal presidente venezuelano Nicolas Maduro, anche al fine di normalizzare i rapporti con i Paesi europei, visto l’assedio di Washington nei Caraibi. L’elenco, che è ancora in fase di elaborazione, apre a speranze per il rilascio dell’operatore umanitario Alberto Trentini, recluso da oltre 325 giorni nel maxi-carcere de El Rodeo I, al municipio Zamora, senza accuse, e quasi privo di comunicazione – tranne che per le brevi telefonate concesse da Caracas – e per italiani con doppio passaporto, come il giornalista Biagio Pilieri, che da più di un anno è dietro le sbarre presso l’Helicoide. Secondo le stime più recenti il numero dei detenuti politici è sempre di circa 900, di cui oltre 80 con nazionalità straniera.Il gesto di grazia si pone in continuità con la richiesta di “sostegno speciale” avanzata da Maduro a papa Leone XIV al fine di “consolidare la pace in Venezuela“. La lettera è stata consegnata dall’ambasciatore venezuelano presso la Santa Sede, Franklin Zeltzer, al segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, durante un incontro di preparazione per la canonizzazione di Hernandez e Rendiles. La riunione è stata definita propizia da Caracas, che ha ribadito la volontà di promuovere “intesa, riconciliazione e stabilità” e “i profondi legami” tra il Venezuela e la Santa Sede. D’altra parte, anche i familiari di attivisti ed esponenti detenuti si sono rivolti alla Santa Sede, chiedendo la mediazione del Pontefice affinché “la canonizzazione” di Hernandez e Rendiles possa avvenire “senza prigionieri politici”. La diplomazia vaticana, chiamata in causa dagli attori politici del Paese, va di pari passo con gli sforzi compiuti dalla Farnesina nell’ottica di una cooperazione concreta con Caracas e gli altri partner del Nuovo continente, riuniti oggi, a Roma, alla XII Conferenza Italia – America Latina e Caraibi, che ha visto anche la partecipazione della vice-ministra venezuelana degli Esteri Andrea Corao Faria, la quale, nei giorni precedenti, ha ricevuto la telefonata del vice della Farnesina Edmondo Cirielli.“Siamo un’unica famiglia latinoamericana e caraibica, proclamata zona di pace, libera di armi nucleari e piena crescita economica”, ha detto Corao Faria nel suo intervento al vertice, salutando il discorso del ministro Antonio Tajani e ringraziando Roma per l’ospitalità. “È solo con la pace e la stabilità che raggiungeremo i risultati qui auspicati”, ha aggiunto Corao Faria, rivendicando la resilienza del Paese, che “soltanto nella fascia dell’Orinoco vanta petrolio a sufficienza per rifornire tutta l’America Latina per più di un secolo” e riesce a mantenere un elevato export di greggio, siglando accordi con imprese europee. “Noi puntiamo sul dialogo, la cooperazione e lo scambio. La guerra e la coercizione non sono la strada”, ha aggiunto la rappresentante di Caracas, con un riferimento per niente casuale, poiché riguarda l’assedio Usa al largo del Venezuela, dove l’amministrazione Trump ha recentemente legalizzato l’uso della forza contro le imbarcazioni che, già di fatto, vengono affondate nel sud dei Caraibi nel nome della crociata contro il narcotraffico. La presenza della delegazione di Caracas all’Hotel Parco dei Principi è già un risultato, dopo anni di gelo fra entrambi i Paesi. Si spera anche in un ulteriore gesto di apertura, più incisivo, da parte delle autorità venezuelane, come appunto la scarcerazione di Trentini.Parte anche da qui la costruzione di un vero partenariato tra due mondi, l’Italia e l’America del Sud, che si riscoprono sulla stessa barca, in balia delle crisi – dazi, cambiamenti climatici, migrazioni e disuguaglianze – che sconvolgono l’ordine internazionale e costringono Paesi subalterni a “rafforzare partenariati” e puntare su una maggiore cooperazione. In fondo, lo ha detto anche il segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede, monsignor Paul Gallagher, “l’abisso che divide Nord e Sud” non è così veritiero, perché entrambi sono “attraversati da società disuguali”, dove “ricchezze eccessive si costruiscono sulla povertà altrui”, come frutto di “logiche egoiste e di prevaricazione”, sottolineando che la fragilità “è comune in molti Paesi”. Lo stesso Tajani ha poi commentato che “c’è una forte domanda d’Italia in America Latina” e viceversa. Lo sa anche Alberto, come i tanti cooperanti e attivisti impegnati a costruire ponti fra i due mondi.L'articolo Caracas lavora per la scarcerazione di 80 prigionieri. Il Venezuela cerca il sostegno della Santa Sede e si riavvicina all’Italia proviene da Il Fatto Quotidiano.