La lotta per la Palestina libera e per la vittoria contro l’occupazione illegale di Israele della terra del popolo palestinese va avanti da oltre un secolo. La storia, il diritto e la giustizia, quindi la verità, danno ragione ai palestinesi. Eppure sembra che la questione palestinese sia nata il 7 ottobre di due anni fa.Dal 7 ottobre si è certamente accelerato il processo di genocidio del popolo palestinese da parte dello Stato di Israele che vuole portare a compimento il progetto sionista della annessione del territorio palestinese allo stato ebraico e la uccisione e la deportazione di tutte le palestinesi e i palestinesi. Dopo il 7 ottobre eravamo davvero pochi a dire parole chiare, diverse e vere rispetto alla propaganda occidentale e alla posizione della politica parlamentare tanto di maggioranza quanto di opposizione.Le parole di verità sono venute soprattutto dai palestinesi in Italia, in particolare dai giovani e dagli studenti. In politica e tra gli opinionisti non arrivavamo alle dita di due mani, poche voci forti in direzione ostinata e contraria. Siamo stati accusati con violenza di essere fiancheggiatori di Hamas e antisemiti. Nelle prime manifestazioni i partiti e le organizzazioni sindacali confederali erano assenti. La gente comune era anche disorientata ed impaurita da una campagna mediatico-politica-istituzionale molto violenta. I primi cortei e le prime manifestazioni c’erano soprattutto studenti, giovani, associazioni, comitati, reti civiche, centri sociali, sindacati di base, politica extraparlamentare.Non si è mollato di un centimetro perché la verità è rivoluzionaria e perché si lotta sempre per le cause giuste, non solo quando conviene, quando si vince o quando serve alla politica dei like e dei follower. La resistenza palestinese eroica ha consentito anche di arrivare ad un risultato storico: Israele con i governi occidentali complici pensava di cancellare il popolo palestinese e si sono ritrovati i popoli del mondo che sono divenuti un poco alla volta palestinesi.Come la storia certe volte insegna, ci siamo trovati i governi da una parte e i popoli da un’altra parte. I popoli con gli oppressi e i poteri con gli oppressori.Ho sempre pensato e sostenuto anche pubblicamente che la questione palestinese fosse la madre di tutte le battaglie degli oppressi contro gli oppressori. È una lotta simbolo per la verità e per la giustizia e, quindi, per una pace vera e duratura e per un mondo in cui fratellanza e umanità non vengano più stracciate. È anche una battaglia del diritto contro la legge del più forte. E quando si sente dire che non vale la pena lottare rispondiamo agli scettici e ai rassegnati che i partigiani vinsero sui nazifascisti perché hanno pensato che fosse la cosa giusta da fare contro le ingiustizie e la barbarie. Vale sempre la pena lottare per i diritti e per la giustizia.Per la Palestina eravamo in pochi siamo diventati un fiume enorme. Ci fermeremo solo quando la Palestina sarà libera e gli invasori saranno cacciati. Questa è anche una politica bella, uno schiaffo di democrazia costituzionale alla politica della rappresentanza che o è complice oppure è stata totalmente inadeguata ad affrontare la sfida dei nostri tempi. La lotta per la Palestina sta indicando anche una strada che sarà percorsa fino in fondo perché ha molto a che fare con l’attuazione della Costituzione che è un dovere di ogni abitante del nostro Paese.L'articolo La questione palestinese è la madre di tutte le battaglie. Non fermiamoci! proviene da Il Fatto Quotidiano.