Tre esempi di come la famigerata ‘hasbarà’ israeliana stia facendo acqua da tutte le parti

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di Angelo PalazzoloNon bisogna essere degli esperti per accorgersi che sul piano della comunicazione pubblica Israele non ne sta azzeccando una.Ecco tre esempi lampanti di come la famigerata “hasbarà” (così è chiamata l’attività di pubbliche relazioni e diplomazia volta a diffondere informazioni positive sullo Stato di Israele) stia facendo acqua da tutte le parti: 1) l’ingaggio di 10 influencer; 2) la diffusione di video sull’abbondanza di cibo a Gaza; 3) il respingimento della Global Sumud Flotilla.1) Come si può pensare che i contenuti diffusi da persone reclutate dal web – solo perché filo-israeliane e con molti follower – e pagate da Israele per dire che “Israele è buono e bello” possano essere minimamente credibili?2) Analogamente, quale considerazione ha del popolo del web un Paese che attraverso il proprio Ministero degli Esteri diffonde su Youtube i due video “Livelli record di aiuti umanitari a Gaza” e “Riprese reali dei mercati alimentari di Gaza”?In entrambi i casi, i propagandisti di Israele devono avere interpretato male il cosiddetto “principio della volgarizzazione”. Quale persona dotata di un minimo di razionalità può credere che degli influencer prezzolati descrivano in buonafede e con obiettività la realtà di Gaza? Quale normodotato può credere che i video diffusi dal Ministero degli Esteri israeliano corrispondano alla “verità sostanziale dei fatti” e non siano frutto di riprese fatte ad hoc, con spezzoni tagliati ed incollati “ad usum deplhini”, se non vere e proprie scenografie?3) Tuttavia, il punto più basso da quando è stata concettualizzata l’hasbarà, a mio avviso, è stato raggiunto con la vicenda della Global Sumud Flotilla. Da studioso di comunicazione istituzionale temevo che i coraggiosi attivisti della GSF stessero – a loro insaputa e malgrado i loro nobili intenti – offrendo un assist formidabile a Netanyahu e al suo governo. Spiego il perché della mia preoccupazione.L’intelligence israeliana sapeva benissimo che a bordo di quelle imbarcazioni c’erano giornalisti, politici, attori, artisti e opinion leader di ogni settore, individui che – pur essendo del tutto inoffensivi – erano però armati di smartphone, pronti a filmare l’evento e a trasmetterlo in mondovisione. L’iniziativa della GSF si sarebbe trasformata in un clamoroso boomerang mediatico se solo a Netanyahu e ai suoi consiglieri fosse venuto in mente di sfruttare un’occasione unica come quella per dimostrare al mondo intero (non attraverso influencer prezzolati e video artefatti, ma attraverso i video di persone al di sopra di ogni sospetto) che Israele è il Paese “della democrazia, della civiltà e del diritto”. Sarebbero financo riusciti a dare fiato a chi afferma (restando serio) che l’IDF è l’esercito più morale del mondo.Bastava che i soldati israeliani abbordassero le barche della GSF disarmati e col sorriso, usassero accortezza e premura con gli attivisti, li portassero in luoghi confortevoli, offrendo loro bevande calde e, perché no, manicaretti israeliani; infine, avrebbero dovuto dichiararsi terribilmente rammaricati per non poter permettere loro l’approdo a Gaza, ma che lo facevano esclusivamente per la loro incolumità. Tutto questo, ça va sans dire, in favore di telecamera.Sarebbe stata una messinscena degna da House of Cards, una mossa propagandistica da manuale che avrebbe rischiato di mettere in un cul-de-sac gli attivisti della Flotilla. Mi compiaccio che non sia andata così e che la GSF abbia invece mostrato qual è il vero volto della più grande democrazia del Medio Oriente.Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!L'articolo Tre esempi di come la famigerata ‘hasbarà’ israeliana stia facendo acqua da tutte le parti proviene da Il Fatto Quotidiano.