“La malattia renale cronica è oggi la prima tra le patologie cronico-degenerative per frequenza, morbilità, mortalità e costi sanitari”. A ricordarlo è il Professor Luca De Nicola, Presidente della Società Italiana di Nefrologia. La recente risoluzione approvata nel maggio 2025 dall’OMS, durante la 75 Assemblea Mondiale, ha per la prima volta riconosciuto la salute renale come priorità globale, invitando i Paesi Membri a potenziare la prevenzione, lo screening e la presa in carico precoce delle persone a rischio. “L’implementazione di strategie preventive, rappresentano la base di un approccio efficace verso la patologia”, ricorda De Nicola, ribadendo come la prevenzione sia il primo e più efficace strumento di salute pubblica. In Italia, tuttavia, solo una minoranza di pazienti – tra il 10 e il 20% – è consapevole di essere affetta da MRC. Milioni di persone convivono quindi con un danno renale silente che progredisce lentamente fino agli stadi terminali, quando la dialisi diventa inevitabile. “La SIN sta attivamente supportando la necessità di introdurre lo screening dei pazienti a rischio per MRC negli ambulatori dei medici di medicina generale, con l’obiettivo di identificare precocemente i casi di MRC progressiva e indirizzarli tempestivamente al nefrologo”. Agire in questa fase significa non solo rallentare la progressione della malattia, ma anche prevenire l’insorgenza delle complicanze più severe. Tra queste, il prurito associato a malattia renale cronica rappresenta una delle condizioni più frequenti e invalidanti nei pazienti sottoposti a dialisi, con un impatto significativo sulla loro qualità di vita. “La miglior cura del prurito associato a malattia renale cronica è rinviare il più possibile la dialisi” afferma De Nicola, ricordando ulteriormente l’importanza della diagnosi precoce come principale strumento di prevenzione e come leva per migliorare, al tempo stesso, gli esiti clinici e la sostenibilità del sistema sanitario. Il prurito, inoltre, è una condizione diffusa ma ancora sottostimata: interessa circa il 40% dei pazienti dializzati, con forme gravi che arrivano a coinvolgere fino a un paziente su dieci. “Il prurito non è un semplice sintomo, ma una vera e propria patologia cronica” continua De Nicola. “Ha conseguenze profonde sulla qualità del sonno, sul tono dell’umore e sulla vita sociale, e può determinare ansia, depressione e un incremento del rischio di ipertensione, malnutrizione e infezioni cutanee”.Per lungo tempo, la gestione della patologia si è basata su interventi di supporto con efficacia limitata. Ad oggi, il prurito associato a malattia renale cronica non è trattato dal nefrologo in circa un paziente su due. Il motivo è intuibile, considerando l’assenza, fino a poche settimane fa, di cure specifiche. “Nel 2021 la FDA ha, negli Stati Uniti, approvato però la prima terapia specifica per il prurito. Il trattamento è parte della terapia intradialitica ed è destinato a pazienti altamente fragili e anziani, quali sono i dializzati” illustra De Nicola. Una terapia, dunque, pensata per inserirsi nei percorsi di cura già in atto e garantire continuità assistenziale “per questo, l’ideale sarebbe poter garantire un accesso facilitato alla terapia, evitando lunghi e complessi tragitti al paziente, mediante la distribuzione diretta del medicinale ai centri di dialisi”. Il Presidente della SIN ribadisce che il nefrologo che segue il paziente è l’attore centrale della prescrizione, in quanto responsabile della gestione terapeutica e clinica. “È essenziale che il potere prescrittivo sia proposto a tutti i nefrologi, indipendentemente dal fatto che operino in strutture pubbliche o in ambulatori privati accreditati” afferma. Un principio di equità che si traduce nella necessità di uniformare l’accesso alle cure su tutto il territorio nazionale. “Non è immaginabile che, nelle Regioni dove la terapia emodialitica è prevalentemente erogata dal privato convenzionato, il paziente debba rivolgersi alla struttura pubblica per ottenere la prescrizione: chi ha in carico il paziente e lo segue direttamente deve prescrivere in sicurezza, evitando rischi di inappropriatezza”, conclude De Nicola.Questo articolo De Nicola (Sin): “Malattia renale cronica è prima per costi sanitari” proviene da LaPresse