Perché credo che l’accordo raggiunto da Trump per Gaza sia un duro colpo per l’opposizione al governo Meloni

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Se c’è una cosa che i cittadini di ogni nazione hanno capito fin troppo bene è che la politica è “sangue e merda”, come ebbe ad affermare un noto esponente socialista della Prima Repubblica. Quelli più avvezzi alle letture umanistiche potevano averlo intuito dalla lettura del cinico Machiavelli, del duro Hobbes o, nei casi più estremi, di pensatori che smontavano le costruzioni della morale umanitaria come Nietzsche e Schmitt.Ma tutti, davvero tutti, letterati e non, specie in seguito all’evaporare delle grandi ideologie con chiese annesse, abbiamo imparato a diffidare di coloro che in politica si armano di una visione moralistica. Non solo perché tale visione sappiamo essere irrealistica e incoerente con la natura umana – per definizione incline alla difesa del proprio interesse, spesso e volentieri accompagnata da una prevaricazione verso tutto ciò che è più debole – ma perché molte volte nella Storia proprio coloro che sono stati mossi da visioni politiche moralistiche (per affermare Dio, il Partito, l’Idea, l’Uguaglianza, l’Onestà, la Pace, la Giustizia), hanno finito col produrre disastri, totalitarismi o risultati sanguinari.Se c’è una cosa che larghissima parte del popolo ha compreso, prima ancora dall’osservazione empirica della politica che non dai libri, è proprio questa. Soprattutto oggi che la crisi economica torna a mordere molte persone e famiglie, accompagnata da lavori sempre meno pagati e tutelati come anche da una situazione sociale interna e da quella internazionale che fanno paura, il popolo sente il bisogno di concretezza. Magari semplice, brutale, tutt’altro che esente da difetti anche gravi, ma che almeno fornisca l’impressione di affrontare le questioni direttamente, senza nascondersi dietro a proclami, valori o morali da anime belle (a cui spesso si accompagnano persone brutte).Ecco perché la pace ottenuta a Gaza, o quantomeno l’accordo siglato da Israele e Hamas per il tramite decisivo di Donald Trump rappresenta un colpo durissimo per il già martoriato, inconcludente e irrilevante schieramento di opposizione al governo Meloni. Nulla che cancelli i crimini commessi dal governo Netanyahu né le brutalità di uno sterminio dei civili palestinesi spacciato per guerra. Nulla che possa far dimenticare il 7 ottobre 2023 né le mosse talvolta sciagurate e irresponsabili commesse dai capi di Hamas, spesso comodamente alloggiati in lussuosi alberghi del Qatar mentre la popolazione civile subiva gli effetti di quelle medesime mosse.Nulla che neppure conferisca valore al governo italiano, sia chiaro, la cui politica supina a Usa e Israele – mentre decine di migliaia di persone civili morivano sterminate da un esercito organizzatissimo e da coloni brutali e prepotenti – è stata sotto gli occhi di tutti. Sangue e merda, appunto, nulla di più e nulla di meno, a cambiare sono solo le quantità delle due sostanze a seconda delle epoche storiche e della contingenza.Fatto sta che in tempi di penuria ci si accontenta anche delle bucce di patata, come sapevano i nostri nonni e bisnonni usciti dalla Seconda guerra mondiale. In tal senso temo fortemente che al popolo sia passato questo messaggio: da una parte la sinistra delle anime belle, impregnate di valori universali e di una morale tanto alta quanto astratta (quindi sterile), pronte a urlare e ballare nelle piazze insieme a tanti giovani e meno giovani, producendosi in selfie e talvolta irridendo il governo nonché sfidando fisicamente le forze dell’ordine. Il tutto provocando danni a macchine e negozi, nello stesso momento in cui si proclamavano slogan tanto meravigliosi quanto inutili (gridare viva la pace nel mondo umano è come proclamare “abbasso i tumori” in un reparto di oncologia). Dall’altra Meloni e il suo governo, ben lontani dall’essere dei geni dell’amministrazione pubblica e ancor più degli statisti lungimiranti, ma che, sapientemente ancorati alla diplomazia internazionale e alle mosse strategiche dell’amministrazione Trump, un risultato possono dire di averlo portato a casa.E se, da quello che si legge sui giornali, il piano di pace non piace né ai coloni né all’indecoroso ministro israeliano Smotrich (neppure a Francesca Albanese, per dirla tutta), qualche speranza che possa rappresentare un raggio di luce dopo il grande buio non è del tutto peregrina. In ogni caso fermerà, si spera a oltranza, le uccisioni dei civili palestinesi.Che Marx non possa più essere, da tempo ormai, il filosofo ispiratore della sinistra è cosa nota a quasi tutti. Ma nell’epoca in cui la suddetta si lascia ispirare piuttosto da influencer bellicosi che vaticinano di pace un attimo prima di pubblicizzare il loro ultimo libro o spettacolo teatrale, due lezioni marxiane avrebbe potuto conservarle: evitare la morale e i moralismi idealistici; ma soprattutto tenere sempre ancorata la teoria alla prassi. Quest’ultima senza una teoria dietro è cieca, almeno quanto la teoria che non contempli la prassi è sterile.Ecco, quando ci si chiede perché alle grandi piazze tumultuose stanno corrispondendo sconfitte elettorali della coalizione che pur promuove quelle piazze, bisognerebbe farci un pensierino a questa storia della teoria e della prassi. Ah, possibilmente senza moralismi da assemblea liceale.L'articolo Perché credo che l’accordo raggiunto da Trump per Gaza sia un duro colpo per l’opposizione al governo Meloni proviene da Il Fatto Quotidiano.