I Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026 non sono ancora fuori pericolo. Non del tutto almeno. La riunione convocata d’urgenza dal Comitato internazionale è stata importante, ma non decisiva come ci si poteva attendere. Sul tavolo rimane il problema della firma dei contratti e manca ancora una soluzione concreta. Come anticipato in tempi non sospetti dal Fatto, fra il Comitato organizzatore presieduto da Massimo Ferrarese (che è anche il commissario governativo alle opere) e quello internazionale diretto da Davide Tizzano si è creata una frattura relativi ad alcuni servizi necessari allo svolgimento delle gare. Parliamo ad esempio di timing e scoring (i cronometri che segnano tempo e punteggio delle gare), oppure il broadcasting, la produzione televisiva degli eventi. Per tutte queste attività, il Comitato internazionale ha dei fornitori ufficiali, che spesso sono anche suoi sponsor, di cui caldeggia vivamente (per usare un eufemismo) l’impiego. L’Italia aveva si era impegnata a farlo, salvo poi fermare tutto il conto: questo perché il Comitato organizzatore, che è un ente pubblico (dal momento che si regge quasi interamente su contributo dello Stato) non vuole e non può firmare affidamenti in deroga alla normativa nazionale, clausola del resto specificata anche negli stessi documenti firmati col CIGM. E qui parliamo di cifre importanti, un totale superiore ai 10 milioni di euro. Ad Atene, invece, non vogliono sentir parlare di gare perché – dicono – il rispetto degli standard qualitativi viene prima di tutto: pretendono l’utilizzo di determinati fornitori, come ad esempio Microplus, che è anche sponsor del CIGM e dovrebbe avere la commessa sul comparto tecnologico e di cybersicurezza, da sola superiore ai 5 milioni.Questo ha fatto precipitare i rapporti fra i due Comitati e ha portato alla fitta corrispondenza raccontata dal Fatto nei giorni scorsi, fino ad arrivare alla convocazione a Roma per mercoledì 8 ottobre, che aveva un po’ il sapore dell’ultimatum per l’Italia. Alla fine hanno partecipato soltanto il Coni e il Comune di Taranto: non Ferrarese (che non è stato invitato) ma nemmeno il ministro Abodi (che pure era destinatario della convocazione), a dimostrazione che il governo continua a sostenere la posizione del suo commissario. L’incontro comunque è servito a distendere i toni: il CIGM ha incassato dall’Italia la volontà a ospitare i Giochi e non far saltare la manifestazione a nessun costo, e quindi la garanzia di trovare una soluzione. Quale, però.Al di là delle dichiarazioni entusiaste di rito, da una parte e dall’altra, questa non è stata ancora individuata. Si è parlato, ad esempio, di un decreto ad hoc del governo per autorizzare gli affidamenti in deroga, come avviene a Milano-Cortina, che però è una fondazione, magari appunto cambiando la natura del Comitato, da ente pubblico a privato: strada comunque non semplice da percorrere, perché richiederebbe tempi non brevi e la riscrittura dello statuto, per altro in un momento in cui la premier Meloni è intenzionata a ridurre l’utilizzo di questo strumento un po’ abusato, dopo i richiami del Colle. Ancora, si potrebbe delegare la scelta dei fornitori ad Atene, a carico dell’Italia: il nostro Comitato non paga un privato ma il Comitato internazionale, che legalmente è un’organizzazione sportiva no profit, e poi ci pensano loro ad individuare le aziende (nel caso specifico, la tanto discussa Microplus). Così si bypasserebbero le norme che impongono una procedura pubblica. Questo soprattutto per quanto riguarda i servizi tecnologici, che sono i più spinosi. Per gli altri, o almeno alcuni tra broadcaster, antidoping, cerimonie, trasporti, si dovrebbe procedere comunque con la gara, anche perché al Fatto risulta che sul mercato diverse aziende potrebbero essere interessate a partecipare, soprattutto per quel che riguarda i servizi televisivi. La questione è allo studio del gabinetto del ministro Abodi, che si è preso qualche giorno per approfondire i contorni legali. La soluzione, qualunque essa sia, stavolta dovrà essere blindata. E dovrà star bene a tutti, ai vertici internazionali che hanno posto l’ultimatum, ma anche ai membri del Comitato italiano, che su quei contratti della discordia alla fine dovranno mettere la firma, in un modo o nell’altro.X: @lVendemialeL'articolo Giochi del Mediterraneo di Taranto: dal decreto ad hoc al cambio di statuto, le idee dell’Italia per non far saltare la manifestazione proviene da Il Fatto Quotidiano.