Cinema italiano in lutto. È morto Paolo Bonacelli nella serata di mercoledì 8 ottobre all’ospedale San Filippo Neri di Roma all’età di 88 anni. L’attore è stato protagonista di una lunghissima carriera che l’ha visto lavorare con grandi protagonisti del nostro cinema come Pierpaolo Pasolini, Francesco Rosi e Roberto Benigni.In una intervista a Il Fatto Quotidiano nel 2023 sul grande amore per il teatro dichiarava: “È il momento prima del sipario, quando sale la tensione, gli interrogativi, senti il brusio, il respiro generale; poi si apre e inizia il dialogo con il pubblico, un’amicizia infinita. E si resta un po’ bambini”. Per poi concludere: “Non saprei definirmi; uno che crede nel suo lavoro e negli altri”.Nato il 28 febbraio 1937 a Civita Castellana, con la sua lunga carriera, Bonacelli ha attraversato più di mezzo secolo di storia dello spettacolo, muovendosi con eleganza e profondità tra cinema, teatro e televisione.Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, Bonacelli debutta in teatro con ‘Questa sera si recita a soggetto’, diretto da Vittorio Gassman, per poi entrare al Teatro Stabile di Genova, dove lavora con Luigi Squarzina ne ‘Il diavolo e il buon Diò di Sartre. Fonda con Carlotta Barilli la Compagnia del Porcospino e costruisce nel tempo un percorso teatrale di grande spessore, segnato da interpretazioni memorabili: ‘Sogno di Oblomov’ (1986), ‘Il ratto di Proserpinà, ‘Terra di nessunò di Pinter, ‘Mandragolà di Machiavelli, fino ai più recenti ‘Enrico IV’ di Shakespeare (2007) e ‘Il malato immaginario di Molièrè (2010).Al cinema debutta negli anni Sessanta e diventa presto un volto riconoscibile per la sua capacità di fondere intensità e misura. Lavora con i più grandi maestri italiani: Mauro Bolognini (‘L’eredità Ferramontì), Francesco Rosi (‘Cristo si è fermato a Ebolì), Michelangelo Antonioni (‘Il mistero di Oberwald’), Liliana Cavani (‘Francescò), Pier Paolo Pasolini, che lo vuole in ‘Salò o le 120 giornate di Sodomà ruolo che gli vale la Targa Mario Gromo. Con Roberto Benigni e Massimo Troisi è l’indimenticabile Leonardo da Vinci in ‘Non ci resta che piangerè, mentre con ‘Johnny Stecchinò conquista il Ciak d’Oro e il Nastro d’Argento. Nel 1978 raggiunge il successo internazionale grazie a ‘Fuga di mezzanottè di Alan Parker, dove interpreta il detenuto Rifki: una prova straordinaria che gli apre le porte del cinema estero.Tra gli altri film si ricordano Lady Barbara di Mario Amendola, ‘Io speriamo che me la cavò di Lina Wertmüller e ‘Mission: Impossible III’ di J. J. Abrams. La televisione gli regala una popolarità ancora più ampia: tra i suoi lavori più noti figurano ‘Madame Bovary’ (1978) di Daniele D’Anza, ‘Festa di Capodannò (1988) di Piero Schivazappa e ‘I promessi sposì (1989) di Salvatore Nocita, dove interpreta il padre di Gertrude.Attore di profonda intelligenza, Bonacelli amava definirsi un interprete che “non si immedesima”, ma che studia il testo per restituirne il senso, cercando la verità del personaggio all’interno della parola e non nell’emozione personale. Nel corso della carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Gassman alla carriera nel 2008, il Premio Renato Simoni per la Fedeltà al Teatro di Prosa nel 2011 e il Premio Vincenzo Crocitti International ‘Alla Carrierà nel 2019.L'articolo È morto Paolo Bonacelli, l’attore ha lavorato con Pasolini, Rosi e Benigni: “Non saprei definirmi. Sono uno che crede nel suo lavoro e negli altri” proviene da Il Fatto Quotidiano.