Al cinema con i docenti. Arrivano ‘Il professore e il pinguino’ e ‘Dopo la caccia’

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Siamo a Yale, appena prima del Me Too. Il crogiuolo americano per la formazione della classe dirigente del domani. Due docenti si contendono la titolarità di una cattedra di filosofia, ma ad uno, Andrew Garfield, toccherà subire l’accusa di molestie, mentre l’altra, Julia Roberts, sarà costretta a rigestire un suo vecchio scheletro nell’armadio. In mezzo Ayo Edebiri, loro brillante studentessa molestata e in scontro frontale con la professoressa che l’aveva anche accolta nei suoi salotti intellettuali.Con After the Hunt il cinema di Luca Guadagnino si fa sempre più americano. Tanto che questa sceneggiatura cerebrale e tagliente di Nora Garrett, anche dalla titolazione iniziale farebbe pensare a uno spietato dramma di Woody Allen. Si parla di contesa del potere tra due generazioni di donne, di ipocrisie dell’alta borghesia americana, di possesso, doppiezza morale dell’intellighenzia a stelle e strisce e di competizione, ma soprattutto di caccia. Dove la pratica violenta si posa nella comodità rassicurante di invidiabili appartamenti, l’arma comune consiste nell’arte della conversazione e i ruoli di cacciatore e preda sono orizzontali e fluidi nello scambio. Si percepisce una violenza scaltra, sottile e onnipresente dove abbondano il controllo delle reazioni e il soppesare continuo e reciproco delle menti in conflitto.In sala dal 16 ottobre, con la sua eleganza formale e la miriade di spunti contenutistici sulla brama dell’oggi è uno di quei film complessi e dialogici che sfamano, ma al tempo stesso stimolano discussione e confronto tra gli spettatori. Insomma, guardatelo e parlatene, ma senza litigare troppo.È in sala invece dal 9 ottobre il più pacato Il professore e il pinguino, di Peter Cattaneo. Il regista di Full Monty acciuffa questa volta dal romanzo di Tom Michell la reale vicenda di un professore d’inglese in un collegio per ragazzi viziati e figli di pezzi grossi nell’Argentina dittatoriale del 1976. L’ironia gentile di Steve Coogan infusa al suo personaggio ce lo manifesta come un buono, un antieroe suo malgrado che si ritrova ad adottare un pinguino (sì, in quello spicchio di mondo è possibile). Il buffo non volatile antartico, un po’ problema logistico, un po’ segreta mascotte del collegio, si rivelerà punto di contatto tra gli studenti e il docente, ma parallelamente accompagnerà il sipario sulla tragedia irrisolta dei desaparecidos argentini.Questo piano narrativo sulla politica che inizia con l’elucubrazione del controllo scolastico di spanderà a macchia d’olio su ogni aspetto della vita del professore in quell’Argentina che oggi fa bene ricordare anche se fa male. Cartina al tornasole lo sguardo di Coogan e del suo personaggio realmente esistito.Con o senza alcuni rimandi (per le scene scolastiche) alle indimenticabili lezioni di libertà di Robin Williams in L’attimo fuggente, questo racconto merita un pubblico di giovanissimi e di scuole perché mostra con fermezza la faccia quotidiana e pericolosa di una dittatura senza calcare mai la mano sul fattore violento. E in questo, il pinguino aiuta. #PEACEL'articolo Al cinema con i docenti. Arrivano ‘Il professore e il pinguino’ e ‘Dopo la caccia’ proviene da Il Fatto Quotidiano.