«Fatti ammonire e azzeriamo i tuoi debiti di gioco», la proposta degli strozzini di Fagioli. Ecco come ha risposto l’ex centrocampista della Juve

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L’indagine era nata da un traffico di droga, ma ora sembra più uno spin-off dell’inchiesta sulle scommesse illegali in Serie A. La scoperta della squadra mobile di Torino fatta insieme a Dda e Sisco, anche tramite i racconti dei giocatori coinvolti, è di un sistema complesso e strutturato di scommesse illegali nel torinese. Tutto girava intorno all’ex Eurobet di Trofarello, nella provincia del capoluogo piemontese, con gli ex gestori Stefano Larica, 40 anni, e Michela Tartaglione, 37, che ora sono sottoposti a obbligo di firma. Comandavano un totale di quindici persone agendo da «master» e servendosi di intermediari che si rapportavano con gli scommettitori finali. I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, frode in competizioni sportive e autoriciclaggio. Le testimonianze di Pirlo e Fagioli«Fatti ammonire e la chiudiamo così», avrebbe detto uno dei capi dell’organizzazione a Nicolò Fagioli, ex giocatore della Juventus ora alla Fiorentina, che nel 2023 ha ricevuto 7 mesi di squalifica per aver scommesso sul calcio ed è indagato dalla procura di Milano in un altro caso di scommesse illegali. Non sono indagati né lui né il figlio di Andrea Pirlo, Nicolò, in questo filone che hanno contribuito volontariamente a scoperchiare. «Mi è stato offerto un piano di rientro da 20-30mila euro al mese, poi qualcuno ha proposto di farmi ammonire volontariamente. Ho rifiutato, va contro la mia etica. E poi ci sono dei controlli», ha raccontato Fagioli agli inquirenti. Pirlo all’epoca aveva 19 anni e ha dovuto solo pagare una multa per aver fatto delle piccole giocate: «È stato lui a chiedere di essere interrogato e ha chiarito la propria totale estraneità all’organizzazione illecita», ha spiegato il suo legale Michele Galasso. La struttura illegaleL’organizzazione aveva un vero e proprio organigramma gerarchico, che aveva creato e gestiva piattaforme online di scommesse illegali. Riuscivano a far giocare cifre sempre più grosse ai loro affiliati dando prestiti e fidi virtuali, che poi i giocatori erano tenuti a ripianare nelle settimane successive in contanti o con carte prepagate. Il denaro veniva fatto girare anche tramite carte di credito, finiva all’estero per poi tornare in Italia su canali illeciti. Tutte le comunicazioni erano fatte con nomi fittizi e chat criptate, che sono diventati delle prove una volta che gli investigatori sono entrati in possesso di cellulari e portatili. L'articolo «Fatti ammonire e azzeriamo i tuoi debiti di gioco», la proposta degli strozzini di Fagioli. Ecco come ha risposto l’ex centrocampista della Juve proviene da Open.