“Il problema parte dalla base, i settori giovanili sono stati in qualche modo abbandonati. Non si insegnano più ai bambini le cose essenziali, come saper palleggiare“. Dare del tu al pallone, come faceva Giuseppe Signori. L’ex attaccante di Foggia, Lazio e Bologna ha parlato in una lunga intervista a Dribbling, in onda sabato 11 ottobre su Rai2. Uno dei temi è stato appunto il calcio italiano, dalla crescita dei talenti allo stato di forma della Nazionale: “Camarda e Pio Esposito rappresentano il nostro futuro, io punterei su di loro“, dice Signori. Che aggiunge: “Gattuso, come tutti i ct, più che un allenatore è un selezionatore. Nelle ultime uscite ho visto una Nazionale cresciuta sotto l’aspetto dell’impegno e soprattutto dell’attaccamento ai colori della maglia e questo mi fa credere che l’Italia possa essere ancora competitiva”.L’intervista spazia su vari argomenti. Da Antonio Conte, “l’allenatore conta il giusto perché in campo ci vanno i giocatori, ma Conte fa sempre la differenza. È sicuramente lui il valore aggiunto del Napoli che è una squadra forte”, fino alla sua Lazio: “Sarri conosce bene l’ambiente, ma la Lazio non ha potuto fare il mercato estivo. È una squadra incompleta in diversi ruoli. Sarà necessario intervenire nel mercato invernale. Arrivare in Europa credo sia l’obiettivo minimo della Lazio”. Signori parla anche di quanto avvenuto extra calcio: “Della vicenda giudiziaria ho un ricordo amaro e di grande sofferenza per me, per la mia famiglia e tutte le persone che mi volevano bene. Ora lo racconto con serenità ma sono stati 10 anni difficili. Mi ha aiutato il mio carattere e il non voler mai restare nel grigiore di un dubbio e quindi sono voluto andare fino in fondo ottenendo di essere completamente scagionato“.Signori quindi confessa: ” Dopo 15 anni mi è tornata la voglia di allenare e forse è troppo tardi. Per ora voglio insegnare ai ragazzini è per me un traguardo importante“. In realtà il suo talento potrebbe essere prezioso a qualsiasi livello. Lo dimostra un aneddoto raccontato dallo stesso Signori: “Il mio segreto per tirare i rigori era guardare il ginocchio del portiere. Dopo che Neymar aveva sbagliato due rigori, fui contattato dal suo entourage per insegnargli un modo diverso di calciarli. Infatti, poi i primi tre li ha battuti simili ai miei facendo gol”. La collaborazione però non funzionò: “Al primo errore è tornato alla sua vecchia maniera di calciarli”. In Italia, invece, ci sono sicuramenti molti giovani che sarebbero pronti a seguire i suoi consigli.L'articolo “Il mio segreto sui rigori era guardare il ginocchio. Mi chiamò lo staff di Neymar per insegnargli come calciarli”: il racconto di Beppe Signori proviene da Il Fatto Quotidiano.