“Che cosa sei venuta a fare oggi, non potevi restare a casa a cucinare?”. L’accusa sessista è stata rivolta da un consulente aziendale a una rappresentate del sindacato Cgil Puglia. L’offesa sarebbe avvenuta durante un tavolo di commissione dell’Ufficio provinciale del lavoro di Bari, mentre si discuteva il licenziamento per “giustificato motivo” di un lavoratore.Secondo la ricostruzione del sindacato, “in quella sede l’azienda rappresentata da un proprio consulente affermava di aver già raggiunto un accordo con il lavoratore, e che erano lì per ratificarlo. Nel verbale redatto si offrivano 500 euro di incentivo all’esodo e si scriveva nero su bianco che quella somma era una sorta di pietra tombale su tutto il pregresso: eventuali differenze retributive, straordinari e ferie non riconosciute, oltre che accettazione del licenziamento stesso, per un rapporto della durata di 25 anni”.All’incontro era presente come parte sindacale Maria Franca Deleonardis, che vanta una grande esperienza all’ufficio vertenze della Camera del lavoro di Bari e componente di segreteria della Fillea. Deleonardis avrebbe richiesto di mettere a verbale il suo dissenso per quella proposta. Il consulente, forse infastidito, si sarebbe rivolto alla rappresentante con l’affermazione sessista. “Non possiamo accettare che in sedi istituzionali vi sia spazio per forme di discriminazione di genere e ricorsi a odiosi e patriarcali stereotipi – commenta la segretaria regionale della Cgil, Filomena Principale – Lo denunciamo con forza e valuteremo tutte le azioni ufficiali da intraprendere”.Foto in evidenza d’archivioL'articolo “Non potevi restare a casa a cucinare?”: insulti sessisti alla sindacalista Cgil a un tavolo di lavoro proviene da Il Fatto Quotidiano.