“I vincitori hanno sviluppato un nuovo tipo di architettura molecolare“, e l’hanno utilizzata per “raccogliere acqua dall’aria del deserto, estrarre inquinanti dall’acqua, catturare l’anidride carbonica e immagazzinare idrogeno”. Sono le motivazioni con cui l’accademia del Nobel ha insignito tre scienziati del massimo riconoscimento mondiale per la Chimica. Susumu Kitagawa, Richard Robson e Omar M. Yaghi, che nel deserto arido, da cui è riuscito a capire come raccogliere l’acqua, vi è nato.È il 1965. In una delle case che compongono l’infinita distesa della periferia di Amman, nasce Omar. I genitori sono due palestinesi fuggiti da Al-Masmiyya (piccolo villaggio vicino a Gaza). Il padre è un macellaio che ha aperto un piccolo negozio nella capitale giordana. In una stanza, attaccata all’attività commerciale, vive l’intero nucleo famigliare di 9 persone. La madre si prende cura dei figli.Sembra lo scenario di “Uomini sotto il sole”, il fortunato romanzo di Ghassan Kanafani, uno dei padri della letteratura palestinese del Novecento, in cui descrivere la precarietà: quella di chi fugge, o di chi rimane. Una precarietà fatta anche dalla mancanza dell’acqua e dell’elettricità: “Entrambe arrivavano a singhiozzo”. “Sono cresciuto in una casa molto umile” ha ricordato Yaghi incredulo al telefono, appena ricevuta la notizia di aver vinto il Nobel insieme ad altri due scienziati. “Condividevamo con il bestiame che allevavamo l’abitazione dove abitavamo”.In quel contesto, fatto di povertà, esilio e negazione, non c’erano opportunità: il padre di Yaghi lo sapeva. E quando il figlio compì 15 anni, gli disse che doveva andare negli Stati Uniti a studiare. Così, dopo le superiori, Yaghi seguì il consiglio e ottenne un visto per gli USA. La nuova vita e gli studi cominciarono a Troy, New York. Con una conoscenza limitata dell’inglese, Yaghi frequentò corsi di lingua, matematica e scienze presso l’Hudson Valley Community College.Le spese se le pagava pulendo pavimenti e insacchettando la spesa nei supermercati. Fino a quando nel 1985 si laurea in chimica cum laude, per poi proseguire con un dottorato di ricerca, completata nel 1990 all’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign.Da qui, cominciano vari incarichi di docenza in molte università prestigiose degli Stati Uniti, fra cui la UCLA e l’Università del Mitchigan. Un lungo viaggio, quello compiuto dal retro di una macelleria di Amman al palco del Nobel. “La scienza – ha dichiarato sicuro il Nobel, parlando con le agenzie stampa – è la più grande forza di uguaglianza al mondo: persone intelligenti, talentuose e capaci esistono ovunque”.L'articolo La storia di Yaghi, da una macelleria di Amman al Nobel per la Chimica proviene da Il Fatto Quotidiano.