Flotilla, Romano (Pd): "Attivisti fermati non siano trattati come noi"

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“Siamo qui per Gaza dove continua il genocidio nonostante il chiacchiericcio su una pace che non sta arrivando, dove continuano a morire bambini innocenti, medici, infermieri e giornalisti con bombe sganciate da Israele che sono anche frutto della complicità italiana e di un governo che continua a mandare armi”. Lo dice a margine del presidio per Gaza a Milano, il consigliere regionale dem Paolo Romano, uno degli italiani fermati sulla Flotilla dalla marina israeliana mercoledì scorso e rientrato in italia sabato. “Chiediamo la liberazione degli attivisti della Freedom Flotilla Coalition che questa notte sono stati nuovamente fermati illegalmente, come è successo a noi. Contro il diritto internazionale, sempre in acque internazionali. Che non devono subire i trattamenti disumani che abbiamo subito noi. Sono tornato per la prima volta in piazza oggi perché non è accettabile che a Gaza continui il genocidio e che gli attivisti e le attiviste della Flotilla vengano trattati così“.Romano ha poi spiegato che “Stiamo raccogliendo tutto quello che ci è accaduto, dai pestaggi alla privazione d’acqua, alla privazione del sonno, alle umiliazioni, agli insulti, i cani aizzati per spaventarci e denunceremo tutto. Però diciamo con chiarezza che le vessazioni che abbiamo subito sono un milionesimo rispetto a quello che subiscono tutti i giorni i palestinesi. Pregherebbero per avere un tetto sopra la testa come lo avevamo noi in carcere anche se eravamo venti in una stanza da otto. Pagherebbero per avere del cibo e dell’acqua, anche non potabile, come quella dei bagni che eravamo costretti a bere. Pagherebbero per ricevere da Israele solo le violenze che abbiamo subito noi. Dobbiamo sempre ricordarci che la Flotilla e la nostra mobilitazione sono un faro per illuminare Gaza, sono un fine è non un mezzo, e che fermare il genocidio a Gaza è l’obiettivo di tutti noi”.Questo articolo Flotilla, Romano (Pd): "Attivisti fermati non siano trattati come noi" proviene da LaPresse