Ti ricordi… Vikash Dhorasoo e la sua “Super 8” ai Mondiali del 2006: storia dell’ex Milan che entrava nello spogliatoio con una pila di giornali

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Il rischio di trasformare il racconto di un calciatore in qualcosa di banale è alto. Anche perché molto spesso il racconto di quel calciatore è effettivamente banale: infanzia modesta, il pallone che arriva cercato o per caso, successi alternati a difficoltà magari con l’ordine dei fattori che cambia costruendo la narrazione. Per Vikash Dhorasoo è diverso. Più che per la carriera giornalistica, in linea ovviamente col resto dei colleghi, per come l’ha vissuta. E per il dopo.Nonni indiani trapiantati alle Mauritius, papà e mamma che partono per la Normandia, dove nasce Vikash, ad Harfleur vicino Le Havre dove il papà ha cominciato a lavorare nei cantieri navali. Cresce a Caucriauville, quartiere multietnico, dove per strada si gioca a pallone: infatti da lì arrivano Djibil Diawara, Souleymane Diawara, Julien Faubert, Edouard Mendy, Charles N’Zogbia. Vikash gioca, entra nelle giovanili del Le Havre ma non si dedica solo a quello: studia economia gestionale perché “nel quartiere dove vivevo studiare era la cosa più sicura che potessi fare, il calcio era un sogno, non un piano”. E oltre a studiare osserva il mondo, dal punto di vista degli ultimi, dei diritti sociali.Esordisce con il Le Havre nel 1993, diventa titolare e mostra ottime doti come centrocampista: tenace, intelligente, con buona tecnica, si guadagna il passaggio al Lione nel 1998, poi litiga con Santini e passa in prestito al Bordeaux, per poi tornare al Lione dove vince per due volte il campionato francese, ed entra anche nel giro della nazionale. E proprio il suo ruolo nella Francia fa venire fuori la sua vena artistica e intellettuale: è spesso in panchina Vikash, perciò si arma di una Super 8 e documenta il calcio, il mondiale 2006 per l’esattezza, dal punto di vista di una riserva.La riserva di Zidane per l’esattezza, con il pubblico che lo fischia, come in occasione di Francia-Messico, amichevole pre mondiale, quando entra per sostituire Zizou: “Queste persone che vengono allo stadio e mi fischiano – dirà Vikash – sono sicuro che sono il tipo di persone che amo e difendo”. Qui la complessità di “The Substitute”, il documentario girato da lui con frammenti di spogliatoio e altri momenti di quel mondiale: Vikash è conscio che il calcio va così, che è una riserva, ma nello stesso momento racconta le difficoltà di partecipare ad un momento storico, un eventuale trionfo mondiale, pur senza giocare un minuto.Prima di quel Mondiale aveva giocato col Milan, senza incidere granché nel campionato rossonero, ma facendosi notare ancora per la sua singolarità, come quando puntualmente esce dallo spogliatoio con una pila di giornali sotto il braccio, su tutti Liberation e Repubblica, non certo teneri con il suo presidente in rossonero. Anche per questo non ha molti amici nel calcio: si dedica a libri e cinema e non è tipo da discoteca. “Essere intelligente in un ambiente dove non è richiesto può essere un handicap. Molti non capivano perché leggevo o scrivevo” e probabilmente capivano ancor meno proposte come quella di Vikash, di tassare severamente chiunque avesse un patrimonio superiore al milione di euro, non certo una buona pubblicità tra i compagni.Dopo il Paris Saint-Germain passa al Livorno, ma non giocherà mai, e ricorderà l’esperienza amaranto solo per una sbronza presa assieme ad un tifoso. Dopo il ritiro si dedica al poker, poi ha prodotto una serie a fumetti sulla sua vita, si è dedicato alla matematica applicata e si è anche candidato come sindaco di Parigi, non risultando però eletto. Insomma, a Vikash la panchina non è mai piaciuta, arrivando a girare in Super 8 per rendere l’esperienza meno noiosa e costruendosi un post carriera più avvincente dell’essere semplicemente una riserva.L'articolo Ti ricordi… Vikash Dhorasoo e la sua “Super 8” ai Mondiali del 2006: storia dell’ex Milan che entrava nello spogliatoio con una pila di giornali proviene da Il Fatto Quotidiano.