La nuova perizia sui reperti degli attentati dell’Unabomber italiano non ha rilevato corrispondenze con il DNA degli indagati

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La nuova perizia sui reperti degli attentati dell'Unabomber italiano non ha rilevato corrispondenze con il DNA degli indagati - Il PostLa polizia scientifica al lavoro nel luogo dove nel 2005 era stato lasciato un ordigno nascosto in un ovetto Kinder, a Treviso ( STEFANO RACCAMARI ANSA/ CD)La perizia che nel 2024 la procura di Trieste aveva commissionato su alcuni reperti degli attentati attribuiti al cosiddetto “Unabomber italiano”, cioè l’attentatore che tra il 1994 e il 2006 posizionò oltre 30 ordigni esplosivi in Veneto e Friuli Venezia Giulia, non ha rilevato nessuna corrispondenza con il DNA delle undici persone indagate finora. I risultati sono stati comunicati in una videoconferenza a cui hanno partecipato i consulenti tecnici di accusa e difesa.Le indagini erano state riaperte nel gennaio del 2023 dopo che nel novembre del 2022 era stato presentato un esposto da parte del giornalista Marco Maisano, autore del podcast Fantasma – Il caso Unabomber, e da due delle vittime delle bombe, Francesca Girardi e Greta Momesso. Maisano aveva spiegato che nella realizzazione del podcast era riuscito a entrare nel luogo dove sono conservati i reperti delle indagini a Trieste e di aver trovato vari elementi, tra cui capelli e peli, che all’epoca non erano stati sottoposti a esami genetici. Tra le undici persone indagate nell’inchiesta ce ne sono 10 che erano già state indagate negli anni scorsi e le cui posizioni erano poi state archiviate, e una che invece finora non era mai stata indagata e che si sarebbe trovata sul luogo di uno degli attentati.– Leggi anche: La storia dell’Unabomber italiano, che non è mai stato scopertoTag: unabomberConsigliati