Da Luca Ward, a Massimo Dapporto, Massimo Boldi, Jerry Calà, Stefania Sandrelli, Simona Izzo e Franco Oppini, sono tanti gli artisti che denunciano di essere stati ‘scippati’ della pensione che sarebbe loro spettata. “Siamo un folto gruppo di lavoratori dello spettacolo che intende denunciare una situazione ‘paradossale’ che riguarda la pensione che dopo decenni di lavoro ci è stata riconosciuta e che rischia oggi di ridurci in miseria”. Inizia così una lunga lettera, visionata da LaPresse, sottoscritta da oltre 50 tra lavoratori e artisti del mondo dello spettacolo, tra cui tanti nomi noti. Il caos pensioni: cosa è successo“A seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 503 del 1992, il trattamento pensionistico spettante agli iscritti alla gestione speciale del fondo pensioni lavoratori dello spettacolo (istituita presso l’Inps a seguito della soppressione dell’Enpals nel 2011), si compone di una Quota A e di una Quota B – spiegato gli scriventi – Successivamente, tantissimi pensionati del settore dello spettacolo hanno fatto ricorso ai Tribunali perché prima l’Enpals, e poi l’Inps, hanno liquidato la Quota B della pensione in un importo inferiore a quello dovuto per legge. I ricorsi sono stati accolti in massa su tutto il territorio nazionale tanto che dal 2014 in poi i Tribunali e le Corti di Appello di tutta Italia hanno rilevato l’errore di interpretazione e di applicazione della normativa di settore e hanno condannato l’Inps a riliquidare i vari trattamenti pensionistici”. Dopo aver ricordato che il loro lavoro “ha per sua natura un carattere di discontinuità“, gli operatori dello spettacolo affermano: “La situazione sembrava quindi cristallizzata, con giudizi sempre favorevoli ai lavoratori, almeno fino alla sentenza della Corte di Cassazione del 29 dicembre 2022, la n. 38018, che ha ribaltato la situazione, contraddicendo tutti i magistrati intervenuti sino ad allora sulla questione”. Una decisione, quella della Suprema Corte che, proseguono, “rischia ora di mandare sul lastrico centinaia tra attori e lavoratori dello spettacolo pensionati ex Enpals, creando tra l’altro una disparità di trattamento tra chi negli anni antecedenti al 2022 aveva vinto la causa e ove l’Inps fosse ricorsa in appello, avesse vinto anche il secondo grado di giudizio e chi invece dal 29/12/2022 si trova a scontrarsi con una sentenza sempre sfavorevole della Suprema Corte. Per intenderci ad oggi ci sono pensionati che continuano e per loro fortuna continueranno, a ricevere l’assegno con la maggiorazione a suo tempo sancita dai vari tribunali e chi invece vede decurtata la propria pensione con la dicitura di ‘somme indebitamente percepite’. Tra questi ci sono anche straordinari professionisti di grande nome che per una vita hanno calcato le tavole dei palcoscenici di tutta Italia e che oggi si trovano costretti a restituire all’Inps tutto quello che giurisprudenzialmente erano riusciti ad ottenere”.L’intervento dell’avvocato, le denunce pubbliche e la proposta di leggePer merito, sottolineano, “della esposizione del nostro avvocato e per effetto delle nostre denunce pubbliche rivolte a individuare una soluzione relativa al calcolo della Quota B, il 5 aprile del 2023 è stata infatti presentata una Risoluzione in Parlamento (primo firmatario l’On. Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera), che impegnava il governo a prendere coscienza del problema. Successivamente la Risoluzione è diventata la ‘proposta di legge 1793’ a firma Mollicone-Rizzetto (presentata il 20 marzo 2024).In sintesi, la proposta intende risolvere i dubbi interpretativi relativi al calcolo delle pensioni per i lavoratori dello spettacolo, intervenendo su una specifica norma del decreto legislativo 182/1997 che ha fatto seguito al criterio di ‘armonizzazione’ proposto nella precedente legge delega 335 del 1995 a firma Dini. La Proposta è stata poi incardinata in Commissione Lavoro il 31 luglio del 2024 dall’ On. Marta Schifone e da allora l’iter non si è più mosso. Non ha avuto alcun seguito”. Ma qui, fanno notare, “c’è il problema dei tempi stretti nella nostra condizione di pensionati e della beffa che ha seguito il danno, questo perché mentre l’Inps ha immediatamente rivendicato la riscossione delle ‘somme indebitamente percepite’ riconosciute nei primi gradi di giudizio, su queste l’Agenzia delle Entrate aveva però già applicato il criterio di riscossione come Tassazione Separata”. Quindi – continuano – “a tutt’oggi ci si trova come pensionati lavoratori dello spettacolo a dover sommare al danno materiale della ‘sottrazione’ (restituzione) della quota riconosciuta a suo tempo, anche la beffa di continuare su questa a pagare le tasse, fino a quando non sarà intervenuta una correzione politica dell’intera vicenda. Bisogna tenere ben presente che la famosa restituzione, oltre alla quota giustamente liquidata dalle sentenze di primo grado ed eventualmente confermata in appello, è comprensiva di tutte le ‘maggiorazioni applicate sulle tredici mensilità’ ricevute da quella data, per ogni anno, fino alla pronuncia della Cassazione”. Una “restituzione (Sottrazione) che possiamo definire veramente paradossale, per non dire assurda, che incide fortemente sulle tasche di molti lavoratori dello spettacolo in maniera a volte insostenibile – concludono – Ecco perché quando diciamo che tantissimi lavoratori dello spettacolo rischiano di finire sul lastrico, non esageriamo. Chiediamo quindi alla politica tutta di accelerare i tempi per trovare una soluzione e alla Stampa di parlare del nostro incredibile caso. Di questa vera e propria stangata”.Ward: “Con Inps oggi nostra battaglia, domani toccherà a voi”“Un’ingiustizia che è stata perpetrata dalla Cassazione e dall’Inps ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo italiano”. Così l’attore e doppiatore Luca Ward commenta la condizione di numerosi artisti del mondo dello spettacolo che a seguito di una decisione della Corte di Cassazione denunciano di essere stati “scippati di giusta pensione”. Mercoledì 22 ottobre alle 11.00 il Nuovo Imaie ha organizzato un panel dal titolo ‘Diritti in scena: previdenza e recuperi Inps agli Artisti Interpreti Esecutori’.“Sono andati a colpire, tra l’altro, persone che ormai non lavorano più e che quindi hanno difficoltà ad andare avanti. Devono recuperare ‘quattro spicci’ che ci avevano così gentilmente concesso, primo e secondo grado di giudizio. Poi la Cassazione ha cancellato un manipolo di noi. Attenzione, non tutti, e già questa è un’anomalia. Abbiamo bisogno di tutti voi. Venite, dateci una mano a vincere questa battaglia perché oggi è toccato a noi, ma domani sicuramente toccherà anche a voi. Del resto siamo in Italia che è il Paese più grande del mondo, più bello del mondo, ma le tante tante anomalie del sistema Italia rischiano di fare del male a tante persone“, conclude Ward.Questo articolo Da Luca Ward a Massimo Boldi, artisti denunciano: “Scippati di giusta pensione” proviene da LaPresse