L’avvocato Romolo Reboa, che rappresenta diverse famiglie delle vittime della tragedia di Rigopiano, chiede alla Regione Abruzzo di avviare l’iter per i risarcimenti: 50 milioni di euro dal bilancio regionale. Oggi si è aperto l’appello bis per la tragedia di Rigopiano. L’hotel di Farindola fu distrutto otto anni fa da una slavina, causando 29 vittime. “Il Consigliere relatore del collegio della Corte d’Appello di Perugia ha ripercorso i passaggi salienti delle motivazioni della Suprema Corte di Cassazione”, ha dichiarato oggi Reboa sottolineando che nell’immediatezza, dopo la lettura del dispositivo, i giudici di piazza Cavour hanno affermato la responsabilità civile della Regione Abruzzo per non aver approvato tempestivamente la ‘Carta valanghe’ e la Corte ha affermato il nesso causale tra tale omissione e le 29 vittime.Reboa ha poi aggiunto che “la sentenza della Corte di Cassazione costituisce, in sede civile, giudicato esterno per la Regione Abruzzo, peraltro presente nel procedimento penale con i propri difensori: ciò indipendentemente dall’eventuale responsabilità penale dei suoi dirigenti imputati a Perugia”. E ha invitato “il presidente Marco Marsilio, che ha avuto il merito di far approvare la ‘Carta valanghe’ dopo quasi trent’anni dalla legge istitutiva, a prendere atto della decisione della suprema Corte e predisporre gli atti propedeutici ad assolvere l’obbligo della Regione Abruzzo a procedere nei risarcimenti, inserendo nel prossimo bilancio di previsione una posta di cinquanta milioni di euro, tale essendo l’onere prevedibile per l’Ente per sorte, interessi e spese processuali, secondo le tabelle in vigore. Non farlo – ha concluso – oltre a costituire politicamente un’ingiustizia nei confronti dei familiari delle vittime, potrebbe aggravare l’onere per la Regione Abruzzo, con danno erariale conseguente all’omissione”.Nell’udienza di novembre è prevista la requisitoria del sostituto procuratore generale.La Corte chiamata a formulare un nuovo giudizio per alcuni imputatiL’udienza si è svolta nell’aula della sezione penale del Palazzo di giustizia di Perugia alle ore 9 ed è stata rinviata al 17 novembre a Perugia. La Corte è stata chiamata, dalla Cassazione, a formulare un nuovo giudizio d’appello per alcuni imputati. La sesta sezione penale della Corte di Cassazione, il 3 dicembre, ha annullato la sentenza di secondo grado della Corte d’Appello dell’Aquila. Nuovo processo dunque per 10 imputati di cui 6 dirigenti del servizio Protezione civile della Regione, assolti nei primi 2 gradi di giudizio: Carlo Giovani, Carlo Visca, Pierluigi Caputi, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio e Vincenzo Antenucci. Si dovranno valutare le accuse di disastro colposo e lesioni plurime colpose.Nuovo processo anche per il sindacoNuovo processo anche per il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta e per il tecnico del Comune, autore della relazione allegata al permesso alla ristrutturazione dell’hotel e per 2 funzionari della Provincia di Pescara, condannati in primo e secondo grado. In appello all’Aquila, dei 28 imputati del procedimento sono stati 22 gli assolti dalle accuse di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi. Tre persone in più, in appello, sono state condannate rispetto alla sentenza di primo grado del 23 febbraio 2023. Nel giudizio di secondo grado, l’ex prefetto Francesco Provolo è stato assolto in via definitiva per l’accusa di depistaggio, così anche i funzionari, ma è stato condannato, per falso ideologico e rifiuto di atti d’ufficio, a 2 anni e 8 mesi di reclusione, condanna definitiva.Questo articolo Rigopiano, famiglie vittime chiedono a Regione Abruzzo risarcimento da 50 milioni proviene da LaPresse