Il Tribunale di Trapani ha sospeso il fermo amministrativo della Nave Mediterranea della ong Mediterranea Saving Humans, pronunciandosi sul ricorso presentato dal comandante e dall’armatore della nave umanitaria contro i 60 giorni di stop e i 10mila euro di multa decisi dal ministero dell’Interno dopo che, lo scorso 23 agosto, la nave si era rifiutata di raggiungere il porto di Genova, assegnato per lo sbarco di 10 persone soccorse al largo della Libia, facendo invece rotta su Trapani “visto il peggioramento delle condizioni psicofisiche delle dieci persone soccorse”. “La giudice Federica Emanuela Lipari ha accolto il ricorso cautelare e ha deciso la sospensione della detenzione della nave”, spiega in una nota la ong, sottolineando che il Tribunale, in attesa di pronunciarsi sul merito complessivo della vicenda, “censura l’illegittimità del provvedimento sotto il profilo della quantificazione della sanzione”. “Dando ragione alle argomentazioni presentate dalle nostre avvocate Cristina Laura Cecchini e Lucia Gennari – dice ancora l’ong – la giudice insiste sul fatto che il Viminale ha ignorato tutte le richieste “sempre motivate in ragione delle circostanze concrete” con cui dalla nave chiedevamo una “riassegnazione del porto sicuro di sbarco””.Per gli attivisti, la sentenza conferma la “legittimità delle nostre scelte”. “Mediterranea – sottolinea l’ong citando la sentenza – ha fatto rotta su Trapani “a tutela delle persone tratte in salvo” e “tenuto conto delle loro condizioni di vulnerabilità e di fragilità, sia sul piano fisico che psicologico”. In sostanza, la “trasgressione delle indicazioni delle autorità” è mossa da “esclusivo spirito solidaristico, a tutela dei soggetti fragili che si trovavano a bordo dell’imbarcazione” e, quindi, finalizzata “a salvaguardare gli obiettivi di tutela della vita e della salute in mare” di cui gli Stati dovrebbero essere portatori sulla base delle diritto internazionale che regola la materia”. Il Tribunale afferma che la nave deve essere liberata al più presto perché altrimenti si pregiudicano gli “obiettivi umanitari e solidaristici”, ritenuti “particolarmente meritevoli di tutela poiché finalizzati alla salvaguardia della vita umana”, perseguiti da Mediterranea.Di seguito, la ong accusa direttamente il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che “aveva voluto costruire una pesante speculazione politica sul nostro caso, voleva una punizione esemplare per colpire la nostra nave, il soccorso civile e la solidarietà in mare, rivendicando apertamente un atteggiamento gravemente lesivo dei diritti fondamentali delle persone salvate. Ma questa volta il diritto è più forte della propaganda governativa, e di ordini e provvedimenti ingiusti e illegittimi: la vita e la salute delle persone vengono per prime e l’imposizione di un ‘porto lontanò si rivela per quello che è: una inutile e illegale crudeltà, oggi sconfitta”. L’ong annuncia che la nave “tornerà presto in missione in mare, a fare invece quello che è giusto fare: soccorrere”. Dello stesso tenore il primo commento della politica, quello del leader AVS Nicola Fratoianni: “Meloni, Piantedosi e Salvini ora grideranno al complotto, ma devono capire che governare non significare violare la legge. Siamo stati sempre convinti dell’illegittimità del fermo di Nave Mediterranea, ora lo dice anche un tribunale della Repubblica. Immagino che dalle parti di Palazzo Chigi, con Meloni, Salvini e Piantedosi urleranno ancora una volta alle toghe rosse, e a fantomatici quanto irreali complotti. Non capendo che non si governa con la propaganda sulla pelle delle persone o di naufraghi. È una destra inadeguata a risolvere i problemi del Paese, – conclude Fratoianni – prima se ne va e meglio sarà per l’Italia”.L'articolo Migranti, illegittimo il fermo di Piantedosi a Mediterranea. Fratoianni: “Governare non è violare la legge” proviene da Il Fatto Quotidiano.