“Devo parlare con Aurelio. Che terrorista”. “Tracce nelle mail non se ne lasciano”: le chat dei dirigenti del Napoli durante l’affare Osimhen

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“Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare”. È soltanto una delle frasi scritte da Giuseppe Pompilio, all’epoca vicedirettore sportivo del Napoli, in un messaggio a Cristiano Giuntoli, allora ds del club, il 17 luglio 2020. Si parla dell’affare Osimhen, arrivato quell’estate dal Lille per per una cifra complessiva di 71 milioni e 250mila euro. L’acquisto più costoso della storia del club di Aurelio De Laurentiis. Il Napoli però pagò solamente 50 milioni al Lille, mentre 21 milioni furono valutati i cartellini girati ai francesi del portiere greco Orestis Karnezis (35 anni all’epoca) e di tre giovani calciatori poi letteralmente spariti dai radar. I loro nomi sono Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri.I pm Lorenzo del Giudice e Giorgio Orano hanno chiesto il rinvio a giudizio per Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, e per l’ad Andrea Chiavelli, mentre i due ds – Giuseppe Pompilio e Cristiano Giuntoli – non risultano indagati. Gli elementi raccolti nell’inchiesta sono stati consegnati ad aprile anche alla procura federale, ma non sono stati giudicati sufficienti dal procuratore Chinè per riaprire il processo: per la giustizia sportiva il caso delle plusvalenze fittizie legato al Napoli e a Osimhen è ormai chiuso. Oggi Repubblica svela almeno parte di questi documenti, nello specifico quanto scritto nell’informativa della Guardia di Finanza infatti ha portato alla luce alcuni dettagli della trattativa, con vari retroscena e alcune conversazioni tra i dirigenti che buttano ancora ombre sull’operazione. Che fosse un’operazione non chiara lo sapevano anche i dirigenti del Napoli. “Speriamo rifiutino… sennò dovremo darci alle rapine”, scriveva infatti l’ad degli azzurri Andrea Chiavelli all’allora ds Cristiano Giuntoli, accompagnando il messaggio con una serie di emoji, in una bozza dell’offerta che il club napoletano avrebbe presentato al Lille per Osimhen.Da Llorente a Ounas: le prime tappe della trattativaEstate 2020: il Napoli ha individuato in Victor Osimhen il nome ideale per l’attacco. Ma fissa un paletto: la cifra massima da spendere è di 50 milioni di euro. Gérard Lopez, presidente del Lille, apre le porte alla trattativa, ma l’operazione complessiva deve essere di 70 milioni di euro. Inizialmente propone l’inserimento di Fernando Llorente a alcuni bonus legati alla Champions League. Ed è nella prima mail del Lille che per la procura scatta il primo allarme.“Questo, carissimi, vi permette di pagare (per Osimhen, ndr) un prezzo inferiore rispetto a qualsiasi altro club, ma — sottolinea Lopez — con un valore nominale che è quello necessario per chiudere”. Per i pm, da queste parole, è chiaro il meccanismo di voler modificare artificiosamente la trattativa per raggiungere il valore desiderato. Niente da fare: la trattativa con l’inserimento di Llorente sfuma. Da quel momento i dirigenti del Napoli iniziano a virare su altri profili: il secondo individuato è Leandrinho. Poi spunta il nome di Adam Ounas. Ed è proprio qui che i dirigenti del Napoli confermano quanto emerso dalla prima mail del Lille: “Dal momento che il Lille è interessato all’acquisizione a titolo definitivo di Ounas, che comunque ha un reale valore di mercato superiore a Leandrinho e Llorente…”, scrivono ad e ds in uno scambio di messaggi del 17 luglio 2020, parlando della nuova offerta.Karnezis e i tre Primavera: la conclusione dell’affareSi continua a lavorare per la formula giusta per chiudere l’affare ed è il Lille a fare una mossa sorprendente, con un nome inaspettato: Orestis Karnezis, portiere di 35 anni, acquistato dal Napoli nel 2018 per due milioni e mezzo. Il presidente del Lille gli attribuisce addirittura una valutazione di 20 milioni, in modo da raggiungere i 70 richiesti per Osimhen. “Su questo punto è di estrema importanza che non ci sia alcuna comunicazione sull’affare e sul prezzo: vanificherebbe lo scopo dell’accordo e — ci tiene a precisare Lopez — ci farebbe sembrare tutti cattivi”.Il 20 luglio si trova la chiave per l’accordo definitivo: non solo Karnezis (valutato alla fine 5 milioni), il Napoli inserisce tre giocatori della Primavera. Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri: i primi due valutati 4 milioni ciascuno, l’ultimo 7. Ed è così che si arriva ai 20 milioni da aggiungere ai 50 già prestabiliti. La Finanza sente i tre giovani, ma tutti rispondono allo steso modo: “Non ho mai avuto contatti con i dirigenti del Lille e non sono mai stato sottoposto a visite mediche. Mai andati in Francia“.15 milioni di euro complessivi per tre giovani che finiranno in prestito alla Fermana, in Serie C. La Finanza scrive che le trattative furono “eterodirette dagli stessi dirigenti come si evincere dalla chat whatsapp tra Pompilio e Giuntoli del 20 luglio”. In quella conversazione, Giuntoli detta letteralmente a Pompilio cosa far scrivere al procuratore: “Questo lo manda il procuratore del giocatore al Lille. Poi lo chiamano e dopo averlo chiamato gli dice che le condizioni del contratto vanno bene…”. Fino alla chiusura: “Dopo averlo chiamato gli scrive e gli chiede di fargli sapere eventuali club interessati”. Per gli investigatori, riporta Repubblica, non c’è dubbio: “La costruzione dei valori da parte del Napoli era finalizzata al raggiungimento del valore nominale di 70 milioni quale corrispettivo per Osimhen richiesto dal presidente del Lille”.I dubbi di GiuntoliA quel punto però a Cristiano Giuntoli iniziano a venire i primi dubbi sulla bontà dell’affare. “Sto fermo – scrive Giuntoli dopo aver trovato la quadra per l’affare, con l’inserimento dei tre Primavera – infatti mi ha detto di mandarla, sperando che non accettino. Devo parlare con Aurelio. Che terrorista“, spiega il ds. Pompilio prova a minimizzare: “Questo è terrorismo psicologico“. Giuntoli insiste: “Terrorista. Scrivi che siamo stati fortunati che Amrabat e Kumbulla non sono voluti venire. Altrimenti bisognava giocare il campionato con Petagna”, per precisare che le risorse sul mercato non erano infinite, anzi. A quel punto Pompilio catechizza Giuntoli: “Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare”.Con l’affare ormai concluso, infine, a creare imbarazzo in casa Lille è una mail tra due dirigenti francesi: Julien Mordacq, direttore amministrativo e giuridico, e il Ceo dei francesi Marc Ingla: “È mio dovere metterti in guardia di nuovo a proposito dei rischi connessi a questo affare, in ragione degli elementi che ti ho esposto verbalmente. Ogni particolare ritenuto “strano” potrebbe generare domande sull’insieme di queste operazioni (accordi relativi a 5 giocatori) e bisognerà apportarvi elementi di risposta reali e giustificazioni”.L'articolo “Devo parlare con Aurelio. Che terrorista”. “Tracce nelle mail non se ne lasciano”: le chat dei dirigenti del Napoli durante l’affare Osimhen proviene da Il Fatto Quotidiano.