Gli italiani sono stanchi dei rincari di Netflix: Prime Video mette la quinta e lo supera

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Da tempo gli abbonati italiani guardano a Netflix con sempre meno entusiasmo. Gli aumenti di prezzo, culminati con il piano Premium da 19,99 euro al mese (che può superare i 24 euro con un utente extra), hanno incrinato il rapporto di fiducia costruito negli anni. L'impressione è che la piattaforma stia chiedendo troppo per un catalogo che non tutti percepiscono più come indispensabile.Nel frattempo Prime Video ha saputo sfruttare la situazione a proprio vantaggio. Secondo i dati JustWatch relativi al terzo trimestre del 2025, il servizio di Amazon ha superato Netflix per quota di mercato in Italia, diventando la piattaforma di streaming più utilizzata nel Paese. Un sorpasso simbolico ma significativo, che racconta molto sullo stato attuale dello streaming e sulle nuove priorità degli spettatori italiani. A fine 2024 Netflix ha ritoccato verso l'alto i prezzi di tutti i suoi piani, e non di poco. Il piano Premium è salito a 19,99 euro al mese, mentre con un utente extra si arriva a 24,98 euro: cifre paragonabili a quelle di un abbonamento alla fibra ottica domestica. Anche i piani Standard (13,99 euro) e Standard con pubblicità (6,99 euro) hanno subito un incremento, spingendo molti utenti a valutare alternative più convenienti.Il problema non è solo economico. Con l'introduzione delle limitazioni sugli account condivisi, la flessibilità che aveva reso Netflix popolare è venuta meno. Gli utenti italiani, storicamente attenti al rapporto qualità-prezzo, sembrano aver reagito in modo netto: nei mesi successivi agli aumenti, sui social e nei forum si è moltiplicato il malcontento, e molti hanno scelto di disdire o sospendere l'abbonamento.In parallelo, cresce la percezione che l'offerta di Netflix non giustifichi più il costo. Pur mantenendo un catalogo vasto, la piattaforma ha perso l'effetto "novità" che in passato ne aveva trainato la crescita. Le nuove produzioni originali faticano a diventare fenomeni globali, mentre la concorrenza — da Prime Video a Disney+ — ha imparato a giocare meglio la carta delle produzioni locali e delle integrazioni di servizio.Il risultato è un progressivo rallentamento della piattaforma in Italia, dove il pubblico si sta spostando verso opzioni più flessibili e, soprattutto, più economiche. I dati pubblicati da JustWatch fotografano un cambiamento che, pur minimo nei numeri, è enorme nel significato. Nel terzo trimestre del 2025, Prime Video è diventato il servizio di streaming più usato in Italia, con una quota del 26%, superando Netflix, sceso al 25%. È la prima volta che accade nel nostro Paese da quando lo streaming on demand ha iniziato a diffondersi su larga scala.Il sorpasso arriva dopo mesi di stabilità tra le due piattaforme, entrambe al 27% nel trimestre precedente. L'aspetto interessante è che anche Prime Video ha perso un punto percentuale, ma Netflix ne ha persi due: segno che il rallentamento non riguarda l'intero settore, ma la piattaforma californiana in particolare. A completare il quadro, Disney+ cresce ancora, toccando il 19%, e Apple TV+ guadagna due punti arrivando all'8%, segno di un mercato sempre più frammentato ma vivace.La forza di Prime Video sta nella strategia dell'inclusione. Il servizio è parte integrante dell'abbonamento Amazon Prime, che in Italia costa 49,90 euro all'anno, e offre consegne rapide, musica, libri digitali e vantaggi aggiuntivi. In pratica, milioni di utenti hanno già accesso a Prime Video "di default", senza un costo percepito diretto. A ciò si aggiunge una crescente attenzione ai contenuti italiani ed europei, dalle produzioni originali alle collaborazioni con registi locali.La percezione è chiara: mentre Netflix chiede sempre di più, Amazon offre sempre di più. E nel momento in cui il pubblico inizia a contare ogni euro, il valore complessivo dell'abbonamento Prime diventa un vantaggio decisivo.L'articolo Gli italiani sono stanchi dei rincari di Netflix: Prime Video mette la quinta e lo supera sembra essere il primo su Smartworld.