Confindustria, Orsini vuole “una manovra poderosa” e punge Giorgetti: “Con Irpef e pensioni non fai ricchezza”

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Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha chiuso il tradizionale convegno dei Giovani Imprenditori a Capri lanciando un nuovo avvertimento al governo, un “grido d’allarme” basato su “numeri oggettivi”, ha detto. Il leader degli industriali chiede una manovra finanziaria “poderosa”, che guardi a un orizzonte di medio periodo perché con un esecutivo stabile c’è “l’obbligo di avere una visione industriale del Paese almeno a tre anni”.Richieste che si inseriscono in un clima di tensione pre-manovra, come dimostra lo scambio a distanza dei giorni scorsi col ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Contestando la linea del rigore, Orsini aveva dichiarato che, sebbene scendere sotto il 3% di deficit sia positivo, “a noi non serve un ministro della copertina più bella d’Europa”. Riferimento esplicito al riconoscimento di Giorgetti dalla rivista The Banker che lo ha incoronato “ministro delle Finanze dell’anno”. Senza citare Orsini, Giorgetti aveva replicato rivendicando la sue responsabilità: “I ministri, soprattutto quelli dell’Economia, sopportano l’onere politico di dire molti ‘no’, un peso ben maggiore del prestigio effimero di una copertina internazionale”. Aggiungendo che ” conti pubblici in ordine sono un vantaggio per tutti”, anche per le imprese. Pari e patta? Nemmeno per sogno. A Capri il presidente degli industriali ha rilanciato: “Se facciamo come l’anno scorso…”. Poi, sottolineando l’assenza di Giorgetti, il cui intervento è stato prima posticipato e poi annullato, ha detto di augurarsi che il motivo fosse che “stanno lavorando a costruire una misura solida e che abbia una visione a lungo termine”. Frecciate a parte, la richiesta è quella di concentrarsi su “ciò che genera reddito e capacità di distribuzione, e viene dalle imprese e dall’industria”. Perché “la ricchezza del Paese non la fai l’Irpef o con le pensioni, ma la fai generando del lavoro e rendendo questo Paese competitivo”. E siccome “con 16 miliardi la coperta è corta”, meglio mettere “al centro gli investimenti per le imprese e per le industrie perché oggi la competizione è sfrenata”.Sui rapporti con i sindacati, Orsini ha riconosciuto che su alcuni capitoli si dialoga, citando l’energia e gli investimenti, mentre su altri i fronti sono “diametralmente opposti”. Critiche sugli scioperi, definendo “molto miope” la moltiplicazione delle proteste. In un Paese con poca produttività, ha detto Orsini, gli scioperi non fanno male solo alle imprese, ma soprattutto “al paese, alle famiglie”, e per questo ha invocato un “atto di responsabilità da parte di tutti”. Quanto alle sollecitazioni governative sui salari, con lo stesso Giorgetti che ha chiesto alle imprese di aumentarli, il capo di Confindustria si smarca: “I nostri contratti sono quelli pagati meglio di tutti”. Poi l’energia, tema che ha definito “caldo da molti anni” sul quale sollecita un intervento rapido e una risposta pronta dal governo in vista dell’inverso e di un rialzo del prezzo del gas. Altrimenti le imprese potrebbero andarsene, ha ribadito invocando un “costo strutturale più basso dell’energia” per colmare il gap competitivo con altri Paesi europei e individuando come priorità strategica il disaccoppiamento dal gas. A proposito di trattenere imprese e talenti, evitando che giovani e giovani aziende “vadano all’estero”. Secondo Orsini, i Paesi europei si stanno impegnando nell’attrattività e gli imprenditori si dirigono “dove trovano più protezione e più facilità nel fare impresa”, evidenziando che, oltre al costo dell’energia, a incidere c’è anche il peso della burocrazia.L'articolo Confindustria, Orsini vuole “una manovra poderosa” e punge Giorgetti: “Con Irpef e pensioni non fai ricchezza” proviene da Il Fatto Quotidiano.