Lo scatto che fa il vuoto, la rassegnazione dei rivali: il Lombardia che avvicina Pogacar alle leggende Coppi e Merckx

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Tadej Pogacar come sempre. Tadej Pogacar come Fausto Coppi. Anzi, meglio. Il campione del mondo si prende tutto e conquista anche il Giro di Lombardia. Il quinto della sua carriera, come il Campionissimo, per un record in coabitazione che ha però un dettaglio in più. Coppi non era mai riuscito a vincere cinque volte consecutive la Classica delle Foglie Morte, Pogacar sì. Secondo posto, come al Mondiale e all’Europeo, per Remco Evenepoel. Terzo per Michael Storer. Sul traguardo di Bergamo lo sloveno fa calare il sipario sul suo 2025 con la 108esima in carriera e soprattutto la decima Classica Monumento. La terza in stagione dopo il Giro delle Fiandre e la Liegi-Bastogne-Liegi. Come solo Eddy Merckx era riuscito a fare. Un filotto che significa terza posizione nella speciale classifica, a nove titoli proprio da Merckx. Un primato che adesso non sembra così impossibile da raggiungere.L’ennesima passerella in solitaria si è consumata al termine di 240 chilometri senza storia, dall’esito inevitabile. Pogacar ha controllato la corsa con la sua squadra, ha lasciato il palcoscenico ai fuggitivi, prima di prenderselo per sé. Come era accaduto al Mondiale. Come era successo all’Europeo. Come avviene da due anni a questa parte. Questa volta l’azione dello sloveno non è stata dal sapore pionieristico, ma si è “limitata” a poco più di 35 chilometri dall’arrivo. Nessuno ha osato andargli dietro, nemmeno Evenepoel. Tutti non hanno potuto che rassegnarsi nuovamente. Un nuovo successo che si porta dietro tanti record, numeri aggiornati e anche un dato inedito: mai un ciclista era stato capace di fare podio in tutte e cinque le Classiche Monumento della stagione. Oltre ai titoli de Il Lombardia, del Fiandre e della Liegi-Bastogne-Liegi, ci sono anche il terzo posto alla Milano-Sanremo e il secondo alla Parigi-Roubaux. Due caselle vuote che Pogacar proverà a riempire nel 2026.La corsa – La fuga non si fa attendere, ed è piuttosto sostanziosa. Al suo interno c’è anche Filippo Ganna. Insieme a lui, Gal Glivar, Thibault Guernalec, Pello Bilbao, Lucas Hamilton, Victor Langellotti, Quinn Simmons, Walter Calzoni, Louis Vervaeke, Asbjørn Hellemose, Michael Matthews, Bjorn Koerdt, Mattia Bais e Bart Lemmen. Nel gruppo principale tirano a turno la UAE di Pogacar e la Red-Bull di Pellizzari, Hindley e Roglic, ma il vantaggio dei battistrada aumenta, portandosi a oltre due minuti e quaranta secondi. Questo fino alla Roncola, quando la squadra dello sloveno inizia a controllare la fuga. Il distacco lentamente diminuisce e si aggira sul minuto e mezzo -100 chilometri dall’arrivo, sulla salita del Berbenno. È però una fase di controllo e di tempi che si dilatano e di restringono, con i fuggitivi che rilanciano l’azione fino a tre minuti sul gruppo Pogacar. Ai -80 parte il tentativo in solitaria di Simmons, che fa suo sia il Passo della Crocetta che lo Zambla Alta.All’inizio del Passo di Ganda lo statunitense ha ancora due minuti e mezzo di margine, prima che Majka prende in mano la situazione. La sua azione per Pogacar fa crollare il vantaggio di Simmons metro dopo metro, sgretola il gruppo e prepara il terreno per l’attacco dello sloveno. Evenepoel, Roglic e Del Toro a ruota. Dopo Majka è il turno di Vine, trampolino di lancio per Pogacar. L’attacco del campione del mondo arriva a 36 chilometri dall’arrivo. Evenepoel non prova nemmeno a reagire, Del Toro invece indossa i panni del controllore. È uno scatto che fa il vuoto immediatamente, con i secondi che si accumulano pedalata dopo pedalata. Sulla cima del Passo di Ganda lo sloveno ha più di un minuto sugli inseguitori, poi discesa del Selvino. Nuovamente non c’è più spazio per sorprese. L’ultimo strappo di Largo Colle Aperto è l’occasione per raccogliere il calore delle migliaia di persone accorse a Bergamo; prima delle braccia alzate. Del record aggiornato dopo 71 anni.L'articolo Lo scatto che fa il vuoto, la rassegnazione dei rivali: il Lombardia che avvicina Pogacar alle leggende Coppi e Merckx proviene da Il Fatto Quotidiano.