Una famiglia su tre anche nel 2024 ha tagliato la spesa per il cibo. Al Sud consumi più bassi di 800 euro all’anno

Wait 5 sec.

L’inflazione rallenta, ma i portafogli restano troppo leggeri. Quasi una famiglia su tre in Italia continua a tagliare la spesa per il cibo: secondo l’Istat, nel 2024 il 31,1% dei nuclei ha ridotto in quantità o qualità gli acquisti alimentari, una quota solo lievemente inferiore al 31,5% registrato nel 2023. Anche per le bevande la tendenza resta la stessa: il 35,3% ha speso di meno o scelto prodotti più economici. Nel complesso la spesa media mensile per consumi è stata di 2.755 euro, praticamente stabile rispetto ai 2.738 del 2023. Ma dietro la cifra piatta c’è la perdita di potere d’acquisto: con i prezzi ancora alti e i redditi fermi, le famiglie continuano a comprimere i consumi reali.Il divario territoriale resta marcato: nel Nord Est si spendono in media 834 euro in più rispetto al Sud, una differenza del 37,9%. Nel Mezzogiorno, oltre metà delle famiglie (57,6%) dichiara di aver ridotto la spesa per abbigliamento e calzature, contro il 47,5% a livello nazionale. Le regioni con la spesa media mensile più elevata si confermano Trentino-Alto Adige (3.584 euro) e Lombardia (3.162 euro), mentre Calabria e Puglia sono quelle con la spesa più contenuta, rispettivamente 2.075 e 2.000 euro mensili.Le voci essenziali, invece, pesano sempre di più. Tra le coppie con tre o più figli, cibo e bevande assorbono il 22,2% del budget mensile (819 euro), mentre le coppie giovani senza figli spendono per quelle voci solo 448 euro e destinano più risorse a trasporti, tempo libero e ristorazione. La tipologia familiare che destina maggiori risorse alle spese per Servizi di ristorazione e di alloggio è quella costituita da persone sole tra i 18 e i 34 anni (9,4%, pari a 178 euro al mese), seguita dalle coppie senza figli con persona di riferimento nella stessa classe d’età (8,9%, pari a 291 euro al mese). Queste ultime hanno anche la quota di spesa più elevata per Ricreazione, sport e cultura (5,3%, 171 euro mensili). La quota di spesa più elevata per la sanità riguarda le famiglie degli over 65, sia in coppia senza figli (5,8%, 164 euro al mese) sia soli (5,7%, 103 euro).La spesa media mensile ovviamente aumenta al crescere dell’ampiezza familiare: i single spendono 1.932 euro, il 68% circa rispetto all’esborso delle famiglie di due componenti e il 58% circa di quella delle famiglie di tre componenti. All’aumentare dell’ampiezza familiare cresce il peso delle voci meno suscettibili di economie di scala (come i prodotti alimentari e le bevande analcoliche) e diminuisce quello di voci come abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, che passa dal 43,9% delle famiglie monocomponente al 28,6% di quelle con cinque o più componenti.Le voci di spesa cambiano anche a seconda della regione. In Lombardia si registra la quota più elevata destinata a servizi di ristorazione e alloggio (7,5%, contro il 5,9% nazionale), mentre in Trentino-Alto Adige la voce abitazione — che comprende affitti, luce e gas — pesa per il 40% del totale, anche per effetto degli affitti figurativi, soprattutto nella Provincia di Bolzano. All’estremo opposto la Calabria, dove quasi un terzo del bilancio familiare (28,2%) se ne va in alimentari e bevande, contro una media italiana del 19,3% e il minimo del 14,6% registrato in Trentino-Alto Adige.La spesa media mensile delle famiglie composte soltanto da italiani continua a essere superiore di quasi un terzo (+31,8%) rispetto a quella delle famiglie con stranieri.L'articolo Una famiglia su tre anche nel 2024 ha tagliato la spesa per il cibo. Al Sud consumi più bassi di 800 euro all’anno proviene da Il Fatto Quotidiano.