Caso Almasri: no della Camera a processo per Nordio, Piantedosi e Mantovano

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La Camera nega l’autorizzazione a procedere sul caso Almasri. Ma se il voto chiude la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri della Giustizia e dell’Interno Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, lo stesso non si può dire delle polemiche, che restano accese tra le opposizioni. Specchio ne è il clima in aula con il centrodestra che, per bocca del relatore di maggioranza Pietro Pittalis, ribadisce: “La decisione di rimpatriare Almasri è stata una scelta di responsabilità e di prudenza istituzionale, dettata dalla necessità di proteggere vite umane e garantire la sicurezza nazionale”. Di tutt’altro tenore gli interventi del centrosinistra con Federico Gianassi del Pd che attacca chi, a cominciare dal ministro Nordio, “in Parlamento ha mentito per proteggere una governo succube di una banda di tagliagole”. Di “pagina buia”, parla il segretario di più Europa Riccardo Magi, mentre da Avs Angelo Bonelli rincara la dose, stigmatizzando “la vergogna di un esecutivo tenuto dalle milizie libiche” e la capogruppo dem Chiara Braga taglia corto: “Il governo ha scelto l’aula come luogo per ripulire le coscienze dall’aver liberato un criminale e assolvere ministri chiaramente non all’altezza”.In aula anche la premier Meloni I banchi del governo sono quasi al completo: oltre ai tre esponenti coinvolti, ci sono i ministri Antonio Tajani, Giancarlo Giorgetti, Luca Ciriani, Tommaso Foti, Francesco Lollobrigida, Luca Ciriani e la premier Giorgia Meloni, che arriva in Aula al momento della votazione. Sono da poco passate le 12 quando, con 251 voti contrari alla richiesta arrivata dal Tribunale dei ministri, l’Aula dice no al procedimento sul Guardasigilli. Lo stesso succede per Mantovano, che di voti ne raccoglie 252, e Piantedosi, che arriva a 256 con l’appoggio, annunciato, dei deputati di Italia viva. Meloni si alza sorridente, poggia una mano sulla spalla del Guardasigilli, poi saluta con un cenno il suo gruppo e lascia l’aula. Tra gli applausi, alcuni deputati di maggioranza raggiungono i banchi del governo per congratularsi con i ministri, poi prende la parola Riccardo Ricciardi e il clima si riaccende: il capogruppo M5S chiede alla presidente del Consiglio, ormai fuori dall’emiciclo, “di tornare in Aula, non solo per salvare i suoi ministri da un processo per aver rimpatriato con soldi pubblici uno stupratore, ma di venire a parlare di cose vere e importanti che servono al Paese”. In Aula è di nuovo bagarre, mentre il ministro Nordio lascia l’aula e in Transatlantico esulta: “Sono soddisfatto per l’esito del voto perché è andato anche oltre, numericamente, a quella che era l’aspettativa della maggioranza parlamentare, il che significa che anche da parte di alcuni delle opposizioni vi è una riluttanza ad affidare alle Procure della Repubblica delle competenze che dovrebbero essere squisitamente politiche”. Gli fa eco a stretto giro il capogruppo FdI Galeazzo Bignami: “Non solo abbiamo dimostrato che c’è stata la compattezza della maggioranza, ma ci sono stati anche esponenti dell’opposizione che hanno votato contro l’autorizzazione a procedere”.Da centrosinistra una decina di voti per esponenti governoSono almeno una decina i voti arrivati dal centrosinistra in appoggio al governo. Il Guardasigilli incassa il voto compiaciuto e toglie un sassolino, neanche tanto piccolo, dalla scarpa: “Da modesto giurista – dice – lo strazio che il Tribunale dei ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalla mani, ammesso che li abbiano consultati”. Resta aperta solo l’inchiesta sulla capo di Gabinetto di Via Arenula, Giusi Bartolozzi, ma il centrodestra è pronto a chiedere che l’ufficio di presidenza della Camera sollevi un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, per decidere se l’immunità parlamentare vada ‘estesa’ o meno alla ‘coindagata-laica’. E proprio a lei il Guardasigilli dedica le ultime parole mentre lascia Montecitorio parlando con i cronisti: “Speriamo che il capitolo Bartolozzi si chiuda così come questo”. Questo articolo Caso Almasri: no della Camera a processo per Nordio, Piantedosi e Mantovano proviene da LaPresse