Aveva un tumore ma il referto arrivò in ritardo, confermata la condanna a un ospedale di Palermo: «Essere informati è un diritto»

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Aveva un tumore ma l’ospedale non gli comunicò in tempo la diagnosi. Ora l’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo dovrà risarcire la famiglia, come ha stabilito la Corte d’appello palermitana che ha riconosciuto il diritto a essere informati come una parte integrante del diritto alla dignità. Giuseppe Canino, operaio navale, si era ammalato nel 2015 per via dell’esposizione all’amianto. Aveva sviluppato un mesotelioma sarcomatoso, un tumore che colpisce gli organi interni, ma non l’ha saputo in tempo. Questo, si legge nella sentenza, «ha privato Canino e i suoi familiari della possibilità di vivere con consapevolezza l’ultima fase della malattia, impedendo scelte personali e terapeutiche che avrebbero potuto rendere più dignitoso quel periodo»La decisione del tribunaleConfermando la decisione del primo grado, la Corte d’appello ha condannato l’ospedale a pagare 30mila euro ai familiari dell’uomo, insieme alle spese processuali. Oltre a riconoscere la responsabilità del ritardo, i giudici hanno anche sancito quello dell’informazione come un diritto fondamentale: «Il diritto a sapere è parte del diritto a vivere con dignità, fino all’ultimo istante e riafferma un principio essenziale: la tempestività della diagnosi e la corretta informazione sono parte del diritto alla salute», ha detto l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, che assiste la famiglia Canino. «La Corte di Palermo ha ricordato che il dovere di informare non è una formalità, ma un atto di rispetto verso la persona, verso la sua libertà di scegliere, e verso la vita stessa», ha aggiunto il legale.Il caso dei referti fantasma a TrapaniLa procura di Trapani sta svolgendo un’inchiesta sui ritardi dei referti oncologici nella locale Asp. A denunciarlo era stata Maria Cristina Gallo, professoressa di 56 anni morta oggi 10 ottobre. La donna aveva aspettato 8 mesi per avere i risultati di un esame fatto nel 2023. Dieci medici sono indagati per presunte responsabilità nei ritardi dei referti. Dalle prime indagini era emerso che i referti istologici mai consegnati fossero oltre 3mila.L'articolo Aveva un tumore ma il referto arrivò in ritardo, confermata la condanna a un ospedale di Palermo: «Essere informati è un diritto» proviene da Open.