Nuova scossa nella scena politica francese. Il presidente Emmanuel Macron nominerà, entro domani, un nuovo primo ministro, in un ulteriore tentativo per contenere la crisi politica del Paese. La decisione arriva dopo i negoziati portati avanti da Sébastien Lecornu con le principali forze politiche del Paese, come da richiesta di Macron. Non ci saranno, per ora, elezioni anticipate, nonostante le pressioni della destra francese.Dopo due giorni di intense conversazioni, Lecornu – alleato di centro di Macron – ha dichiarato che “c’è una maggioranza assoluta nell’Assemblea che rifiuta un nuovo scioglimento” e vuole l’approvazione di un bilancio entro la fine dell’anno. “Sento che un percorso è possibile – ha aggiunto il presidente dimissionario – e Macron può nominare un nuovo primo ministro nelle prossime 48 ore” (che scadono venerdì, ndr). È necessaria però che sia composta una squadra “completamente scollegata dalle ambizioni presidenziali”, ha aggiunto Lecornu.La Francia attraversa una profonda crisi politica, dopo la caduta di tre governi senza maggioranza nell’Assemblea nazionale in un anno e le dimissioni di Lecornu a solo un mese dalla nomina come primo ministro. Il premier uscente doveva ancora ricevere i rappresentanti dei socialisti, comunisti e ambientalisti ieri mattina. Non erano previste riunioni con rappresentanti di La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, mentre Olivier Faure, capo del Partito Socialista, ha ribadito che un accordo con il governo Macron è “inimmaginabile”.“Censuro tutto, lo scherzo è durato troppo”, ha dichiarato Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, che si dice pronta a frenare qualsiasi mossa che possa fare andare avanti il governo Macron. Ma nessuno di questi partiti, per ora i più estremisti, conta con i seggi necessari alla Camera Bassa per fare cadere il primo ministro.Secondo il quotidiano Le Point, la possibilità di un governo di sinistra è stata ampiamente menzionata dai media francesi, con una discussione che avrebbe avuto luogo tra Olivier Faure, il capo dei macronisti, Gabriel Attal e la leader degli ambientalisti, Marine Tondelier. “Sconcertante adesione di Olivier Faure al salvataggio del sistema. Smettete di assimilare la sua scelta personale alle altre componenti del Nuovo fronte popolare. La France Insoumise non c’entra nulla con tutto questo”, ha scritto sui social Mélenchon, prima ancora che il capo dei socialisti incontrasse Sébastien Lecornu.Uno dei nodi principali riguarda la sospensione della riforma delle pensioni chiesta dai socialisti. Tuttavia, il compromesso sarebbe stato raggiunto rinunciando a gran parte del rigore previsto da François Bayrou. Dove il precedente primo ministro ha detto che era necessario ridurre il deficit al 4,6% del Prodotto interno lordo (Pil) per salvare il Paese, l’attuale dimissionario parla solo di 4,7-5%, come si legge sul Le Point.Sébastien Lecornu, tuttavia, ha detto ieri che dovremmo diffidare di ciò che è stato scritto sulla stampa. Tanto più che l’entourage di Bruno Retailleau, il capo della destra governativa dei repubblicani, ha detto all’agenzia Afp che una sospensione della riforma delle pensioni è rimasta “una linea rossa per la destra”.Nello scenario (scosso) della politica francese Macron perde sempre più consensi. Uno studio pubblicato dall’Istituto Elabe sostiene che l’approvazione del presidente è soltanto del 14%. Benjamin Morel, professore di Diritto pubblico dell’Università Pantheon-Assas di Parigi, crede che Macron sia “diventato un repellente anche dentro della propria coalizione”. I prossimi mesi saranno decisivi per capire chi sarà alla guida del Paese (e porterà avanti le riforme) in attesa delle elezioni presidenziali del 2026.