L’Esg cambia volto. Nasce la finanza europea della difesa

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L’Europa accelera sulla costruzione di una finanza a misura di difesa e sicurezza, e lo fa aggiornando le proprie regole del gioco. Euronext, il principale mercato borsistico paneuropeo che riunisce le piazze di Parigi, Milano, Amsterdam, Bruxelles, Lisbona e Dublino, avvia una nuova stagione per l’industria strategica introducendo criteri Esg ripensati attorno a Energy, Security e Geostrategy. L’obiettivo è creare un ecosistema in cui le imprese del settore aerospaziale e militare possano accedere ai capitali con strumenti trasparenti e dedicati, in linea con le priorità della politica industriale europea. È un passo che segna l’incontro tra sostenibilità e autonomia strategica, nel tentativo di allineare i mercati alla nuova realtà geopolitica del continente.Dai mercati ai fondi, la difesa europea trova spazio nella nuova finanzaLa mappa delle iniziative è ampia e combina nuovi indici tematici, programmi di formazione alla quotazione e un segmento obbligazionario pensato per la sicurezza. Euronext introduce l’European aerospace and defence index, un paniere di titoli che offre agli investitori un’esposizione mirata alle imprese del comparto, integrato con i criteri Esg esistenti. In parallelo prende forma l’European aerospace and defence growth hub, piattaforma di supporto alimentata da Elite, il network di Euronext nato per accompagnare le piccole e medie imprese nella crescita e nell’accesso ai mercati finanziari. A completare il percorso arriva Ipoready defence, un programma di formazione per le aziende che si preparano alla quotazione in Borsa, sostenuto dall’Unione europea e dalla Banca europea per gli investimenti (Eib). Sul fronte del debito debutta l’etichetta European defence bond, destinata alle obbligazioni che finanziano progetti di difesa o tecnologie dual use, con procedure di ammissione semplificate e criteri basati sulla trasparenza nell’uso dei proventi. Il primo titolo con questa etichetta è stato emesso dal gruppo bancario francese Groupe Bpce per un valore di 750 milioni di euro, inaugurando il segmento. Tutto questo avviene mentre i principali fondi europei di investimento sostenibile ampliano la loro presenza nel comparto difesa, rivedendo i criteri di esclusione e riconoscendo la sicurezza come parte integrante della sostenibilità. È un segnale di riposizionamento del risparmio gestito dopo l’invasione russa dell’Ucraina e l’accelerazione della competizione tecnologica globale.Politica e mercati verso la sicurezza comuneLa cornice politica spinge nella stessa direzione e rende più solida la pipeline. La Commissione europea ha presentato nel 2025 il piano Readiness, un pacchetto di strumenti finanziari con una leva potenziale fino a 800 miliardi di euro, mentre la Banca europea per gli investimenti ha allentato i propri vincoli interni per includere più progetti legati a sicurezza, cybersicurezza e infrastrutture dual-use, cioè con applicazioni civili e militari. Capitali pubblici e privati si incontrano così su piattaforme che promettono strumenti graduali e vigilati e che possono tradursi in nuovi Etf sugli indici della sicurezza europea e in flussi obbligazionari etichettati. La normalizzazione finanziaria della difesa non cancella l’Esg tradizionale e anzi lo collega alla resilienza industriale, come rivendica Euronext nel richiamare la coerenza tra decarbonizzazione, inclusione e autonomia strategica. Per i sistemi nazionali la scommessa riguarda la capacità di estendere il beneficio lungo tutta la filiera, dalle medie imprese ai grandi gruppi, e di trasformare il picco della domanda in investimenti strutturali su capacità produttive e innovazione. Se l’Europa riuscirà a far dialogare standard Esg, realismo geopolitico e disciplina di mercato, la nuova stagione potrà consolidare un’industria più competitiva e insieme più trasparente.