Quattro studenti di 13 anni si tappano le orecchie durante la benedizione di un plesso scolastico a Cerea, in provincia di Verona, e scoppia la polemica. Mentre il vicario parla di «bravata», politici e autorità locali condannano il gesto come «irrispettoso», e la scuola annuncia provvedimenti disciplinari. Il fatto è avvenuto a inizio settimana e i ragazzi coinvolti, tutti di religione musulmana, hanno spiegato di aver reagito in questo modo «per rispetto della propria fede», secondo la quale non sarebbe consentito ascoltare preghiere appartenenti ad altri credo. Una motivazione che, pur chiarendo le ragioni del gesto, non ha evitato la dura reazione critica da parte di diverse figure istituzionali e di far storcere il naso alla stessa scuola. La preside annuncia sanzioniLa preside della scuola, Silvia De Mitri, non ha assistito direttamente alla scena, ma quanto accaduto le è stato riferito dagli altri presenti. La dirigente ha spiegato di aver subito convocato i ragazzi insieme ai docenti per chiarire l’accaduto. I quattro studenti hanno motivato il loro gesto, sottolineando che, secondo la loro fede musulmana, ascoltare la benedizione impartita dal sacerdote cattolico sarebbe in contrasto con i principi della loro religione. Pur riconoscendo la spiegazione, la dirigente ha annunciato che saranno adottati provvedimenti disciplinari nei loro confronti perché «è stata una mancanza di rispetto verso la religione cattolica». La preside De Mitri ha poi aggiunto: «La nostra scuola ha sempre operato nell’ottica dell’integrazione e della convivenza pacifica tra diverse confessioni religiose e continuerà a farlo, ma non devono mai venire meno il rispetto reciproco e la tolleranza, valori fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e dalle regole che disciplinano il vivere civile».Il sindaco di Cerea: «Grave e irrispettoso»Il caso è uscito dalle mura scolastiche. È intervenuto, infatti, anche il sindaco di Cerea, Marco Franzoni, che, tra l’altro, era presente alla cerimonia. Per il primo cittadino, non ci sono ragioni che tengano: è stato un gesto «grave e irrispettoso» che «offende la nostra fede cattolica». Per questo, fa sapere, «confido che i provvedimenti annunciati dalla dirigente servano da esempio, affinché simili episodi non si ripetano». Sulla vicenda, è intervenuto anche l’eurodeputato per la Lega, Paolo Borchia: «L’appartenenza ad un credo diverso non giustifica la mancanza di rispetto per un rito religioso. Questo gesto, commesso da giovani probabilmente nati in Italia e comunque qui cresciuti e istruiti, è sintomatico della volontà, intrinseca nella famiglia, di non desiderare una reale integrazione che non può esistere senza il rispetto della cultura del paese ospitante».La polemicaIl vicario parrocchiale don Nicola Zorzi, invece, smorza quanto accaduto relegandolo a «una bravata». Anche il vice segretario del Pd di Verona, Alessio Albertini, dice la sua: «Se nel caso specifico dovesse esserci stata una mancanza di rispetto verso il parroco, è giusto che sia data una sanzione equilibrata. Mi resta la sensazione che si possa essere trattato più di una bravata adolescenziale che di un episodio di intolleranza religiosa». Chi punta il dito contro la preside è invece l’Unione degli Atei (Uaar) che fa sapere di aver inviato una lettera via pec alla scuola: «Abbiamo scritto alla preside De Mitri – ha dichiarato Roberto Grendene, segretario dell’Uaar – per ricordarle che la scuola è laica e che è illegittimo prevedere atti di culto in orario di lezione. Ci auguriamo che ritratti prontamente la minaccia di provvedimenti disciplinari a carico di studenti che hanno semplicemente provato a non ascoltare preghiere e benedizioni. A ben vedere se c’è qualcuno da sanzionare, si dovrebbe guardare al vertice dell’istituto». Ora spetta alla scuola decidere e comunicare come ha intenzione di procedere nei confronti dei quattro ragazzi coinvolti.L'articolo La storia degli studenti musulmani di Cerea che si tappano le orecchie al momento della benedizione scolastica. La reazione della preside proviene da Open.