Da Strasburgo – Il Parlamento europeo si prepara a votare mercoledì 8 ottobre a Strasburgo una proposta che potrebbe vietare l’utilizzo di termini legati alla carne per i prodotti vegetali, come «burger vegetali» o «salsiccia di tofu». L’emendamento, proposto dal Partito popolare europeo, riguarda la revisione del regolamento “Ocm” (organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli) e mira a impedire l’uso di denominazioni tradizionalmente associate alla carne, per i prodotti che non la contengono. L’obiettivo? «Rafforzare la tutela dei consumatori», prevenendo confusione riguardo alla composizione degli alimenti. «È una motivazione che non regge», dice a Open Anna Strolenberg, eurodeputata olandese dei Verdi e membro di Volt, che si oppone strenuamente all’emendamento. «Nessuno scambia un burger vegetale per un burger di carne. O meglio, le persone capiscono perfettamente che un burger vegetale non contiene carne». Per l’europarlamentare si tratta soltanto di una «distrazione rispetto all’adozione di misure concrete che rafforzerebbero davvero la posizione degli agricoltori». Diversi osservatori europei sostengono che le restrizioni siano state proposte a causa delle pressioni esercitate dall’industria della carne, preoccupata di perdere quote di mercato a favore delle alternative vegetali.I termini che per i popolari «dovrebbero essere riservati ai prodotti carnivori»Secondo il Partito Popolare Europeo, termini come «bistecche», «scaloppine», «salsicce», «hamburger», ma anche «albume» e «tuorlo d’uovo» dovrebbero essere «riservati esclusivamente ai prodotti contenenti carne», come previsto nell’emendamento proposto dalla relatrice Céline Imart, che ha già ricevuto il via libera dalla commissione Agricoltura (Agri) il mese scorso. L’eurodeputata dei Verdi critica però la proposta: «Invece di supportare un settore innovativo e sostenibile, l’Europa sta aggiungendo costi inutili per l’imballaggio e il marketing, obbligando al cambio dei nomi», afferma. «Inoltre, questa misura penalizza gli agricoltori che stanno investendo nella produzione di proteine vegetali e che dipendono da un mercato stabile e in crescita».Il secondo tentativo di approvazione in UeNon è la prima volta che l’Eurocamera si pronuncia sulla questione: già nel 2020 ci fu un tentativo di vietarne l’utilizzo durante la revisione della Pac, poi respinto dall’aula di Strasburgo. La revisione dell’Ocm è stata proposta dalla Commissione europea in risposta alle proteste dei trattori per rafforzare la posizione contrattuale degli agricoltori nella filiera. Per un eventuale divieto servirà un accordo con gli Stati membri nel quadro dei negoziati sulla proposta dell’Esecutivo Ue. «Se questa volta dovesse essere accettata la proposta, diventerebbe la posizione del Parlamento e passerebbe ai triloghi (un tipo di negoziazione interistituzionale, ndr) poiché è fuori ambito e il Consiglio non ha ancora una posizione, i negoziati ora sono incerti e dipendono dalla presidenza danese. Inoltre, – conclude l’eurodeputata – la Commissione ha una propria proposta per i negoziati futuri», volta a vietare l’uso di 29 parole, tra cui «pollo», «maiale», «manzo» o «pancetta» per gli alimenti di origine vegetale. Il voto arriva pochi giorni dopo che uno dei più importanti consigli scientifici d’Europa, l’European Academies Science Advisory Council (EASAC), ha pubblicato un rapporto in cui raccomanda ai responsabili politici di aumentare il sostegno alle alternative alla carne per motivi climatici, sanitari e di sicurezza alimentare.L'articolo Vietato dire «Burger vegetali», il Parlamento Ue vota sullo stop alle parole che richiamano la carne. Strolenberg (Verdi): «È solo distrazione dai veri aiuti per gli agricoltori» proviene da Open.