Tra gli artisti che hanno avuto un’alta considerazione di loro stessi, Giacomo Balla (1871–1958) pare svettare su tutti, poiché amava definirsi “il Leonardo da Vinci del XX secolo”. Di sicuro fu uno dei top player dell’epopea futurista, tant’è che da sempre una mostra di sue opere è considerata un evento. Accadrà nuovamente al Palazzo del Governatore di Parma, poiché fino al 1° febbraio 2026 è in programma Giacomo Balla, un universo di luce, attesissima esposizione che avrà il pregio di mostrare per la prima volta tutti i lavori e capolavori del grande artista fuori dalla sede romana di appartenenza, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. ‹ › 1 / 4 Giacomo Balla La fila per l’agnello Giacomo BallaLa fila per l’agnello inverno 1942olio su compensato, cm 90 x 67,2Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e ContemporaneaGNAMC/foto di Alessandro Vasari© Giacomo Balla, by SIAE 2025 ‹ › 2 / 4 Giacomo Balla - Pessimismo e ottimismo Giacomo BallaPessimismo e ottimismo 1923olio su tela, cm 114,5 x 175,5Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e ContemporaneaGNAMC/foto di Alessandro Vasari© Giacomo Balla, by SIAE 2025 ‹ › 3 / 4 Giacomo Balla Espansione dinamica + velocità N. 9 Giacomo BallaEspansione dinamica + velocità N. 91913 circaolio su carta su tela, cm 64 x 107,2 Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e ContemporaneaGNAMC/foto di Alessandro Vasari © Giacomo Balla, by SIAE 2025 ‹ › 4 / 4 Giacomo Balla - La Pazza Giacomo BallaDei Viventi; La pazza1905 olio su tela, cm 174,7 x 115 Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e ContemporaneaGNAMC/foto di Alessandro Vasari© Giacomo Balla, by SIAE 2025 Realizzata e coorganizzata dal Comune di Parma e dalla Galleria Nazionale di Roma, la mostra presenta al pubblico anche gli esiti di studi e di approfondimenti recenti sulla sorprendente collezione ed è curata da Cesare Biasini Selvaggi e Renata Cristina Mazzantini, con la collaborazione di Elena Gigli. Grazie a un prestito corposo propone oltre 60 opere provenienti dalla più completa collezione pubblica del percorso di ricerca di Giacomo Balla, mai esposta in precedenza nella sua interezza. “Non è che abbiamo svuotato la Galleria romana – afferma Biasini Selvaggi -, semmai ne abbiamo svuotato il deposito, perché normalmente si può ammirare non più di una decina di dipinti rispetto ai 60 custoditi alla Gnamc”.Balla fu uno degli artisti più rivoluzionari del Novecento, con la luce come perenne fonte d’ispirazione, nonché soggetto e oggetto di un’indagine appassionata continuata per tutta la vita senza soluzione di continuità. Non a caso, infatti, l’esposizione si fonda in particolare sul consistente e rappresentativo nucleo di opere provenienti dalla generosa donazione delle figlie dell’artista, Elica e Luce Balla, con l’illuminata integrazione di dipinti e disegni selezionati da Maurizio Fagiolo dell’Arco, grande studioso dell’artista.La “trasferta” parmense delle opere di Balla prevede un percorso attraverso 13 sale che seguirà un ordine tematico e cronologico, in un’esposizione che ripercorrerà tutta la produzione di un genio autodidatta sempre fedele alla sua vocazione sperimentale, unica quanto straordinaria. Arricchita da apparati fotografici, biografici e storici provenienti dall’Archivio Gigli, la mostra si svolge dalla fase del realismo sociale e divisionista, attraverso la stagione dell’avanguardia radicale futurista (Balla firma con Marinetti e altri, tra cui Boccioni, Carrà e Russolo, i manifesti che definivano gli aspetti teorici del movimento), per approdare dopo il 1930 a un’inedita e pionieristica figurazione.“La particolarità della mostra – sottolinea il curatore – sta nel fatto che rende accessibili opere che normalmente non lo sono. E in qualche caso non da oggi. Per esempio Linee di velocità più spazio, del 1913, è dal 1963 che non si vede in pubblico. Senza contare la possibilità di poter vedere i ‘retri’ delle opere di Balla, normalmente protetti da speciali superfici cartonate. Ecco, senza ombra di dubbio, questa è una mostra per tutti, anche per gli addetti ai lavori che credo avranno delle interessanti sorprese”.Tra i nuclei più significativi riservati al pubblico si colloca il grande ciclo intitolato Dei viventi. Delle 15 opere dipinte dall’artista rivelate nel 1968 da Maurizio Fagiolo dell’Arco grazie a un appunto di Balla sono giunte fino a noi solo quattro tele incentrate sugli ultimi e gli emarginati della nuova società del progresso di inizio Novecento, interesse riconducibile anche alle ricerche dell’antropologo e criminologo Cesare Lombroso, con il quale Balla entrò in contatto nel periodo torinese.Tra le sorprese della mostra la possibilità di ammirare anche il nucleo di lavori di diversa provenienza rispetto alle figlie dell’artista, risultato di acquisizioni compiute nel corso degli ultimi decenni dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma o di donazioni. A questo ambito appartiene lo splendido disegno Linea di velocità + spazio (1913 ca.) che non si ammirava in pubblico da oltre 50 anni.All’interessante ciclo delle Dimostrazioni interventiste del 1915 (da ricordare che il 28 giugno 1914 scoppia la Prima guerra mondiale, con l’Italia che inizialmente si proclama neutrale, mentre i Futuristi definiscono la guerra come “sola igiene del mondo” e sono tra i favorevoli all’intervento in guerra) appartiene l’imponente dipinto Forme-volume del grido “Viva l’Italia” di cui sarà mostrato al pubblico per la prima volta l’esito di analisi radiografiche svolte sull’opera dalla ditta ArsMensurae di Stefano Ridolfi che ha rivelato un “pentimento” dell’artista: infatti si riconosce la sagoma di una donna in piedi, in verticale, mentre la composizione del 1915 viene dipinta in orizzontale.Le sezioni conclusive della mostra sono dedicate all’ultima produzione figurativa di Balla, ancora poco nota al grande pubblico, di cui sono stati avviati studi solo in tempi recenti e dove il fil rouge è sempre la luce, linfa vitale dell’immagine, dal colore alla sua forma.***InfoGiacomo Balla | Un universo di luceLa collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e ContemporaneaDove | Palazzo del Governatore, ParmaQuando | 10.10.25 – 1.2.2026Orari | Mer, gio, sab e dom 10-19 (ultimo ingresso ore 18); ven 10-22 (ultimo ingresso ore 21)Biglietti | Intero 12 euro, ridotto 8 euroWeb | cultura.comune.parma.itContatti | email turismo@comune.parma.it – Tel. 0521-218889L'articolo Tutta la luce ancora da scoprire di Giacomo Balla: in mostra i capolavori (quasi) mai visti proviene da Il Fatto Quotidiano.