Nella vicenda che lo vede imputato per stalking della criminologa Roberta Bruzzone, il medico Mirko Avesani si sente a sua volta vittima e non certo carnefice. Il neurologo veronese che lavora a Mantova respinge tutte le accuse. A cominciare da quella di stalking nei confronti della criminologa e psicologa forense: «In questa storia sono io la vittima – dice al Corriere del Veneto – Tre account hanno iniziato a scrivere sul mio profilo social. C’era chi insultava me e chi la Bruzzone. Io non c’entro niente, anzi li ho denunciati». Il medico, 51 anni, in servizaio all’Ospedale Civile di Mantova, ha già sulle spalle una condanna. Difeso dall’avvocato Stefano Perusi, Avesani era stato condannato due anni fa a nove mesi (con pena sospesa) per diffamazione. Proprio contro la stessa Bruzzone. Il giudice dispose anche una provvisionale di 15mila euro. Ora però la criminologa dice di avere paura, anche di un attacco con l’acido. Gli esposti e le minacce socialDurante il primo processo a Verona, Avesani inviò un esposto via Pec a 18 destinatari. Tra questi anche due pm della procura scaligera, il giudice che lo stava processando e il presidente del tribunale. Nel documento, secondo il capo d’imputazione, avrebbe «denigrato la Bruzzone attribuendole condotte manipolatorie, razziste, xenofobe, definendola “bugiarda, incompetente e delinquente”». L’esposto arrivò anche in Rai, dove la criminologa partecipa a numerose trasmissioni che trattano di casi di cronaca nera. Ha anche lavorato per Ballando con le Stelle. Dall’anno scorso conduce Nella mente di Narciso. Altri esposti sarebbero stati indirizzati all’avvocata di Bruzzone, Serena Gasperini, a diversi ordini dei medici e ai ministeri di Giustizia e Interno. Negli atti il neurologo definiva Bruzzone un’«ignorante nel suo settore», lamentando di essere stato «massacrato con il suo metodo da bulla». Secondo l’accusa, avrebbe anche minacciato sui social di «gonfiare di botte» il marito della criminologa e scritto con l’account «Marco Marche» che «la tigre andrà a fuoco».Bruzzone «ha paura: per lei è pericoloso»«Bruzzone ha paura di Avesani ed è preoccupata anche perché si tratta di un medico che lavora negli ospedali pubblici – spiega l’avvocata Serena Gasperini – Lo ritiene una persona pericolosa. Teme un attacco con l’acido. In aula a Verona si era messo a urlare mentre la mia assistita parlava. I suoi attacchi sono durati per anni e sono cessati solo quando è arrivata la comunicazione del rinvio a giudizio del processo per stalking nel 2023». Avesani nega e ribatte: «Lei mi aveva attaccato con degli esposti e io mi sono difeso. Da quando sono stato citato a giudizio sto male, ho sofferto di forti emicranie e sono stato minacciato». Dopo la prima condanna, l’Ordine dei Medici di Verona aveva aperto un procedimento, poi archiviato. Il neurologo ha continuato a esercitare.Niente stalking, ma controversia mediatica«Si tratta di una controversia mediatica e non si può quindi parlare di stalking – sostiene Stefano Perusi, difensore di Avesani -. Non ci sono mai state delle aggressioni fisiche o aggressioni verbali in cui si faceva riferimento a un attacco con l’acido o dei pedinamenti. I toni a volte sono stati accesi, ma sarà il tribunale a decidere se al massimo le espressioni usate dal mio assistito possono considerarsi o meno diffamatorie». Il processo riprenderà la prossima primavera nelle aule del tribunale di Roma, con l’audizione di alcuni testimoni della pubblica accusa.L'articolo Roberta Bruzzone e il processo per stalking, parla il medico sotto accusa: «Perché sono io la vittima». Lei teme «un attacco con l’acido» proviene da Open.