Serie A, numeri di un declino: “Prima gli italiani… A essere svenduti” ▷ Jacobelli

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         Solo 17,9 milioni ogni 100 spesi sul mercato dalla Serie A finiscono nelle tasche di calciatori italiani. È questo il dato-simbolo di un’inchiesta condotta da Ettore Intorcia e pubblicata oggi dal Corriere dello Sport. Una fotografia impietosa di un sistema che preferisce l’importazione di giocatori stranieri piuttosto che investire sul proprio vivaio. Il tutto mentre il 62,3% degli incassi complessivi dei club arriva dall’estero. Un flusso unidirezionale di denaro e talento che impoverisce il sistema.Non è solo una questione economica: si tratta anche di identità, coraggio e progettualità. Il risultato? Una Nazionale sempre più povera di opzioni, un campionato che punta su nomi esotici ma di minor valore, e un movimento giovanile che fatica a trovare spazio. Le eccezioni, come Atalanta e Fiorentina, non bastano a invertire una tendenza sistemica.Serie A, “Facciamo ricchi gli altri: Soldi e talenti italiani li diamo all’estero”«Mi permetto di segnalare quella approfondita, lucida e molto brillante analisi che stamane sul Corriere dello Sport il collega Ettore Intorcia ha condotto proprio facendo i conti in tasca alle squadre della Serie A alla chiusura della sessione estiva del mercato. E c’è un dato che spicca su tutti, efficacemente riassunto dal titolo in prima pagina. Soldi e talenti li diamo agli altri, facciamo ricchi gli altri».È il pensiero diretto, a tratti amaro, di Xavier Jacobelli, intervenuto ai microfoni di Radio Radio Mattino – Sport e News. L’editorialista, con uno stile appassionato e schietto, mette il dito nella piaga: «Le cessioni all’estero dei giocatori più quotati finanziano il 62,3% delle operazioni, ma soltanto il 17,9% del budget viene poi rispeso per gli italiani. Soltanto Atalanta e Fiorentina sono le società che fanno eccezione».La denuncia è chiara: «È evidente che quando parliamo di un campionato, che ha registrato nelle prime due giornate la presenza del 65,8% di calciatori stranieri, è altrettanto chiaro quali siano le difficoltà che il CT dell’Italia Gattuso, così come i suoi predecessori, incontrino nel costruire una nazionale competitiva».Serie A, manca il coraggio di puntare sui giovani italiani: non solo i soldiJacobelli non si limita a snocciolare cifre. Va oltre. Parla di mancanza di coraggio, di un sistema che preferisce l’acquisto all’estero per comodità, convenienza e minori garanzie richieste: «I giovani stranieri rispetto a quelli italiani costano molto di meno. Anche perché quando tu fai degli acquisti all’estero non ti vengono richieste delle fideiussioni».Ma il punto vero, secondo lui, è un altro: «È anche una questione di mancanza di coraggio. Quando hai a disposizione un giovane italiano di talento, devi avere anche il coraggio di lanciarlo nella mischia e non di ripiegare su giocatori che magari dispongono di un talento inferiore, ma vengono preferiti solo perché arrivano da altri paesi».Il caso di Leoni, finito al Liverpool giovanissimo, è solo l’ultimo esempio: «Qui sta il punto. Lì maturerà un’esperienza strepitosa, a fianco di Van Dijk. Un grande campione dal quale apprenderà molte cose».Tra scelte incomprensibili e partite a 17.000 kmL’ultima stoccata è amara e simbolica: «Dopodiché noi dobbiamo ascoltare, dobbiamo registrare il fatto che per rilanciare il calcio italiano bisogna andare a giocare Milan-Como a Perth il 5 febbraio a 17.000 km di distanza dall’Italia…»Un gesto che suona più come una contraddizione che una soluzione. Mentre il cuore del calcio italiano batte sempre più piano, si preferisce guardare altrove, sia nei nomi da acquistare, sia nei luoghi dove giocare. Intanto, i nostri talenti restano ai margini, e a pagare il conto (sportivo ed economico) è tutto il movimento.The post Serie A, numeri di un declino: “Prima gli italiani… A essere svenduti” ▷ Jacobelli appeared first on Radio Radio.