L’impegno a 360 gradi della Fondazione Alfredo Catarsini 1899 che promuove la cultura come un’esperienza condivisa e inclusiva

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L’arte come esperienza sensoriale e partecipativa, pensata anche per le persone cieche e ipovedenti e, grazie agli “adattamenti” destinati a loro, chi non ha disabilità visive, infine, può godere della cultura scoprendone aspetti che altrimenti sfuggirebbero. È l’accessibilità auspicata dalle normative, ancora spesso inseguita con fatica, che tuttavia è possibile. Lo dimostrano le iniziative promosse dalla Fondazione Alfredo Catarsini 1899 ETS, ente senza scopo di lucro che tutela e valorizza l’opera intellettuale e artistica del Maestro viareggino di cui porta il nome che fu pittore, scrittore, critico e animatore di proposte culturali.A volere la Fondazione è stata la nipote di Alfredo Catarsini, la Professoressa Elena Anna Rita Martinelli, in memoria della madre Mity Catarsini, figlia dell’artista. Nella scelta di promuovere la cultura con iniziative all’insegna dell’inclusione si rinnova lo spirito d’avanguardia di questo multiforme artista, una personalità vitale e colta che sapeva cogliere i segnali del cambiamento sociale con i vantaggi e le incognite che ne derivano. Dal ricordo che di lui conserva la nipote iniziamo questo incontro con la Professoressa Martinelli: “Il ricordo che ho di mio nonno è quello di un intellettuale attento, sensibile e profondamente coraggioso. Catarsini pittore e scrittore ha attraversato tutto il Novecento e non si è limitato a osservare e a sperimentare gli “ismi” dell’epoca, ma ha creato due movimenti artistici distinti, il Riflessismo e il Simbolismo Meccanico, usando la sua arte per denunciare un tema cruciale: il rischio che l’essere umano corre di fronte alla supremazia della tecnica. Al di là della sua figura pubblica e di artista, come nonno è stata la persona familiare più importante nella mia vita”.Sono riflessioni quanto mai attuali, oggi che l’intelligenza artificiale sta entrando di prepotenza nella nostra vita quotidiana e si ha l’impressione voglia “sostituire” l’umanità anche nei gesti più semplici. Nelle attività della Fondazione la tecnologia è amica e compagna di viaggio, si fonde con la valorizzazione del contesto storico-artistico, paesaggistico ed enogastronomico, e lo fa mettendo al centro le persone per percepire la cultura con tutti i sensi. Ciò avviene nella mostra itinerante Il Novecento di Catarsini. Dalla macchia alla macchina, visitabile fino al 15 febbraio 2026 presso il Mo.C.A. Contemporary Art di Montecatini Terme (Pistoia), un’esposizione che fin dall’ingresso è senza barriere per le persone con disabilità visive. “La mostra garantisce la piena accessibilità grazie all’impiego di una duplice metodologia”, ci spiega Elena Martinelli. “È disponibile il supporto audio digitale, pertanto tutte le componenti dell’esposizione sono state descritte e audioregistrate in italiano e in inglese. I visitatori possono accedere ai contenuti tramite QR code con il proprio smartphone. Le registrazioni includono la descrizione generale della mostra e quella dettagliata delle singole opere, oltre alla guida completa del percorso espositivo per garantire l’autonomia negli spostamenti. L’allestimento è completato da un laboratorio che ospita un altorilievo scultoreo di un’opera esposta, realizzato dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona, permettendo l’esplorazione tattile”. Nell’allestimento e nell’accoglienza dei visitatori, sia in questa mostra che in altre vostre iniziative, sono coinvolte persone con disabilità visive? “Il nostro progetto prevede l’arricchimento delle visite guidate con la presenza di un “tutor” con disabilità visiva che conduce l’esercitazione o affianca la guida. Questa figura è fondamentale per offrire una prospettiva esperienziale autentica. Purtroppo, non è sempre possibile avvalerci della loro preziosa collaborazione, a causa delle difficoltà logistiche legate al reperimento degli accompagnatori necessari per i tutor stessi”.Strumenti chiave della Fondazione per avvicinare le persone cieche e ipovedenti all’arte sono i laboratori esperienziali. Come si svolgono? “L’obiettivo è fornire non solo una guida tattile, ma anche notizie interessanti e incuriosenti per contestualizzare l’opera e creare emozione”, racconta la Professoressa Martinelli. “Si tratta di un’esercitazione che si articola in tre momenti: una prima fase motoria di riattivazione sensoriale che facilita concentrazione e attenzione su di sé, e una seconda durante la quale si ascoltano le descrizioni adattate, specialità della Fondazione, che reinterpretano quadri, foto e sale espositive, fornendo contesto ed emozioni. Infine, l’esplorazione tattile secondo le indicazioni ricevute che avviene su ausili tiflodidattici come altorilievi scultorei, disegni in rilievo o bassorilievi”. Non solo questi laboratori sono presenti nelle mostre come quella in corso a Montecatini, uno si trova a Viareggio nella Villa Museo Paolina Bonaparte che ospita l’archivio storico e l’Atelier Alfredo Catarsini, un altro è nella sala espositiva di Villa Bertelli a Forte dei Marmi e altri costellano alcune tappe del Cammino I Luoghi di Catarsi i, un suggestivo percorso tra Lucca e la Versilia, l’unico in Italia interamente accessibile anche alle persone con disabilità visive. Inserito nel più ampio progetto pluriennale della Fondazione L’Arte accessibile per tutti, questo Cammino è frutto della collaborazione con il Touring Club Italiano ed è dotato di audiodescrizioni di ogni tappa e riproduzioni tattili di alcune opere, mentre all’ingresso delle sedi espositive otto totem con codici QR permettono di scaricare i testi sugli smartphone e scoprire, oltre alla storia dei luoghi e degli edifici, anche dove poter gustare le specialità enogastronomiche. Ogni totem raccoglie i testi adattati che sono stati registrati dalla UICI Toscana (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti). Sono tre percorsi di lunghezza diversa, ognuno porta alla scoperta delle opere del Maestro, in tutto 45, sovente custodite in angoli appartati e particolari, come gli affreschi della chiesa di San Martino in Freddana, paese dove l’artista venne sfollato con la famiglia durante il secondo conflitto mondiale. Un museo diffuso, un’esperienza di turismo lento che non si ferma all’arte in senso stretto ma valorizza l’intero territorio anche attraverso l’accessibilità. Gli strumenti per chi non vede sono a disposizione di tutti e tutte, una metodica che “si è dimostrata un successo trasversale ed è molto apprezzata non solo dal pubblico con disabilità visiva”, racconta Elena Martinelli. “Un esempio lampante è proprio il Cammino I Luoghi di Catarsini: le nostre audio guide sono utilizzate da chiunque per la ricchezza di particolari che arricchiscono l’esperienza, aiutando persino chi vede a cogliere dettagli e sensazioni che la sola vista non riesce a trasmettere. L’efficacia è confermata dai numeri: quando abbiamo reso accessibili i carri del Carnevale di Viareggio 2025, abbiamo registrato ben 25.000 accessi al nostro sito per ascoltare le descrizioni adattate, ricevendo commenti entusiasti. Questo dimostra che l’accessibilità è un valore aggiunto per tutti”. Questo è il modus operandi della Fondazione Alfredo Catarsini che fa rientrare nelle sue iniziative anche le “degustazioni al buio”, serate realizzate insieme a Slow Food Versilia nelle quali il cibo viene assaporato attivando tutti i sensi esclusa la vista. La Professoressa Martinelli, docente di attività motorie all’Università di Firenze, ha già lanciato due anni fa la “ricetta accessibile”, una sistemazione di ingredienti, pesi e misure che facilita la preparazione del cibo alle persone cieche e ipovedenti. Alla base delle “degustazioni al buio” vi è l’attivazione sensoriale. Di cosa si tratta? “È fondamentale stimolare la persona con disabilità visiva a mantenere la massima autonomia di movimento possibile. L’esercizio fisico adattato è cruciale: sollecitare l’equilibrio, la lateralità e il riequilibrio posturale non solo previene le cadute e migliora la qualità di vita, ma è indispensabile per mantenere attivi gli altri sensi, in particolare il tatto e l’udito. Dopo l’esercizio, la persona sperimenta con maggiore facilità a concentrarsi e ascoltare, comprendere le informazioni, esplorare attraverso il tatto e, come dimostrato nelle degustazioni guidate, anche attraverso il gusto. L’autonomia del corpo si traduce direttamente in autonomia della mente. Parola di Chinesiologa”.In base alla sua esperienza, come valuta la sensibilità nei confronti della cultura e dell’arte accessibile? “La sensibilità verso l’accessibilità alla cultura è in crescita, ma la sfida è ancora grande. Dobbiamo riconoscere che non fa ancora parte della nostra società considerare l’accessibilità come un diritto universale e la normalità. La nostra mission, in collaborazione con partner autorevoli come il Touring Club Italiano, Slow Food Versilia ed altri e le amministrazioni pubbliche, è proprio quella di sensibilizzare cittadini e Istituzioni affinché l’inclusione non sia percepita come un evento eccezionale o isolato, ma come la condizione di base e imprescindibile di ogni progetto. Perché non rendere da subito accessibili luoghi, eventi, e percorsi per tutti? Attraverso la varietà delle nostre proposte, ci auguriamo di suscitare un interesse diffuso e di contribuire tutti insieme a migliorare concretamente il progetto di vita delle persone con disabilità”.Lo sguardo è rivolto al futuro, alla sensibilizzazione delle nuove generazioni con il Premio Catarsini, giunto alla 24ª edizione, l’unico concorso destinato a studenti e studentesse dei licei artistici italiani per la realizzazione di opere tattilmente esplorabili ispirate a quelle del Maestro viareggino che poi arricchiscono i laboratori esperienziali lungo il Cammino I Luoghi di Catarsini, un’esperienza educativa per i giovani e uno stimolo per i territori a considerare l’idea dell’arte accessibile. Ci affidiamo ora alla conduttrice radiofonica e televisiva Rajae Bezzaz, membro della Fondazione Catarsini, per parlare del progetto più importante attualmente in cantiere: una raccolta fondi per la realizzazione di altorilievi scultorei da donare alla chiesa di San Martino in Freddana e al santuario della S.S. Annunziata di Viareggio. “Sono cifre importanti da raggiungere perché sono opere realizzate dagli scultori del Museo Tattile Statale Omero di Ancona che reinterpretano gli affreschi di Catarsini lì conservati”, dice. “Sono da considerare opere d’arte per la bellezza e la qualità. Il dono a due chiese ci garantisce che saranno ben conservate e valorizzate e a disposizione di tutti gratuitamente”. “La nostra mission di rendere l’arte fruibile anche alle persone con disabilità è una sfida che esige impegno, innovazione e collaborazione”, conclude Rajae. “Tuttavia, i benefici dell’arte accessibile sono immensi e reciproci. Non si tratta solo di un beneficio per le persone con disabilità, ma di un arricchimento per l’intera società. Attraverso iniziative mirate e l’impiego di tecnologie innovative, abbiamo il potere di trasformare l’arte, garantendo che sia veramente universale, inclusiva e patrimonio di tutti”.