Alberto Trentini vive l’orrore di essere arrestato, senza processo e senza un motivo vero, nelle carceri di Nicolás Maduro in Venezuela. Con la notizia della liberazione del cittadino francese Camilo Castro, detenuto per “ragioni amministrative” per più di cinque mesi, i riflettori sono puntati sul giovane italiano detenuto mentre era impegnato in una missione umanitaria con l’ong Humanity & Inclusion. È stato fermato durante un controllo delle forze dell’ordine mentre si recava nella località di Guasdalito dalla capitale Caracas. ora è isolato in una cella de El Rodeo I, e non può comunicare con i suoi parenti e avvocati.“Fino ad agosto il nostro governo non aveva avuto alcun contatto col governo venezuelano. Fino ad agosto. E questo dimostra quanto poco si sono spesi per mio figlio – ha dichiarato la mamma all’emittente Rai -. Sono qui dopo 365 giorni a esprimere indignazione. Per Alberto non si è fatto ciò che era doveroso fare. Sono stata troppo paziente ed educata ma ora la pazienza è finita”.La madre di Trentini racconta di un compagno di cella del figlio, cittadino svizzero: “C’è però da sottolineare che il governo svizzero è andato a Caracas a prendersi il suo prigioniero, così come sono stati liberati i prigionieri americani, colombiani e di altri Paesi che ci hanno raccontato le medesime terribili condizioni di detenzione”.Infatti, sono molti gli stranieri nelle carceri di Nicolás Maduro. Secondo un report dell’ong Foro Penal, al 18 agosto il regime venezuelano mantiene in arresto 815 prigionieri politici, di cui 89 sono cittadini stranieri (quattro americani e un francese sono stati liberati nel frattempo). Ci sono 717 uomini e 98 donne, 646 sono civili e 169 militari, e anche quattro adolescenti tra 14 e 17 anni. Di 45 detenuti non si hanno tracce.Un articolo dell’emittente tedesca Deutsche Welle sottolinea come da luglio 2024 a gennaio 2025 molti stranieri sono stati arrestati in Venezuela. Circa 32 sono dell’Unione europea, cittadini di Germania, Francia, Italia, Olanda, Ungheria, Portogallo e Ucraina. La maggior parte di loro hanno anche la cittadinanza venezuelana.Alfredo Romero, direttore del Foro Penal, ha spiegato che in molti casi, sono le famiglie dei prigionieri venezuelani che portano loro acqua e cibo, “ma nel caso degli stranieri, chi li assiste? si sa se sono sani, se hanno bisogno di medicine?”.E di cosa sono accusati questi stranieri? Secondo il direttore di Foro Penal, per il governo si tratta di “mercenari che sono arrivati al Paese per cospirare e partecipare a mobilitazioni di paramilitari che sostengono forze destabilizzanti che vogliono invadere il Venezuela”. Non ci sono però prove o indagini di queste presunte cospirazioni.Il Venezuela “è un Paese che utilizza la repressione come meccanismo di controllo e politica di Stato – spiega Romero -. Queste persone sono utilizzate per negoziare qualche scambio con altri benefici, basicamente politici. Sono ostaggi geopolitici”.Non a caso la scorsa estate, l’ambasciata degli Stati Uniti in Venezuela ha chiesto attraverso un comunicato ufficiale ai cittadini americani di non viaggiare nel Paese sudamericano e, se sono già lì, di lasciare il territorio il prima possibile: “Non restate in Venezuela perché ci sono gravi rischi di arresti illegali, tortura durante l’arresto, terrorismo, sequestro, pratiche ingiuste da parte della polizia, reati violenti e disturbi civili”.