Abodi: «In Italia poco spazio ai giovani e talento sacrificato: va rivisto il modello tecnico»

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Lun, 17 Nov 2025Il ministro per lo Sport e i Giovani ha commentato così la sconfitta della Nazionale in casa contro la Norvegia.DiRedazioneCondividi l'articoloAndrea Abodi (Foto: Giovanni Pasquino / Deepbluemedia / Insidefoto)All’indomani della netta sconfitta della Nazionale in casa contro la Norvegia è intervenuto anche il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi: «Si perde in casa 4-1, l’ennesima volta che perdiamo a Milano ma ci sono speranze. Il primo tempo più che dignitoso e una prospettiva di ingresso ai Mondiali che ancora ci giochiamo, dobbiamo far sì che queste cose siano un elemento di fiducia. Dobbiamo coltivare la speranza che possa riaccendersi qualcosa in campo e sono convinto che possiamo farcela».«Stage prima dei playoff di marzo? Alla fine è interesse comune che gli Azzurri vadano ai Mondiali, anche per i club – ha continuato il ministro a Rai Radio anch’io –. Al di là delle polemiche sono convinto che si troverà un’intesa. Anche se gli altri lo fanno con un approccio diverso, noi abbiamo questa capacità di metterci i bastoni tra le ruote da soli. Tutte le altre discipline dimostrano che abbiamo talento, strano che nel calcio faccia fatica a emergere. Viene dato poco spazio ai giovani italiani, non possiamo cambiare tutto da qui a marzo, ma dobbiamo fare un esame di coscienza e da un lato dobbiamo presidiare l’obiettivo immediato, dall’altro programmare il futuro. Credo che negli ultimi 20 anni il calcio abbia sacrificato il talento, con il pallone abbiamo un rapporto non sempre familiare. Musa e Bobb, che hanno 20 anni e poco più, hanno un rapporto che noi facciamo fatica a sviluppare, forse il modello tecnico va rivisto».Se sul campo c’è da conquistare la qualificazione ai Mondiali, in parallelo c’è un altro obiettivo da non mancare: gli Europei 2032 che l’Italia è chiamata a co-organizzare con la Turchia: «Perdere gli Europei del 2032 è un rischio che non si corre, non capisco perché c’è questa capacità di far partire allarmi che non rappresentano la realtà. Saremo pronti per settembre 2026 per fare in modo che la Federazione indichi alla UEFA i cinque stadi. Tre stadi ci sono, due si aggiungeranno sulla base di una competizione tra tutti i candidati».«È stata chiusa la stagione del prendere atto che gli stadi italiani non siano all’altezza di quelli internazionali, c’è un commissario straordinario che abbiamo nominato, c’è un portafoglio finanziario configurato con il ministro Giorgetti per il fondo equity – ha concluso Abodi –. Stiamo mettendo in campo un’operazione di sistema, ognuno sarà messo nella condizione di superare le pastoie della burocrazia e di avere supporti finanziati non a fondo perduto ma con investimenti che lo Stato farà in tutti progetti stadio».Developed by 3x1010