“Le calze raccontano chi siamo, sono il vero simbolo dell’emancipazione femminile”: la storia segreta dei collant e i modelli di tendenza dell’inverno 2025

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Prima erano in seta, costosissime e sostenute da giarrettiere (solo le donne benestanti se le potevano permettere). Anche se facevano le grinze, non essendo dotate di elasticità, erano considerate un segno di eleganza e portamento, spesso percorse da una sottile riga nera posteriore, disegnata a matita sulla pelle durante la Seconda Guerra Mondiale. Poi, dagli anni ’50, sono diventate elastiche, di nylon, e nei ‘60 hanno assunto la forma funzionale del collant, delle autoreggenti, dei gambaletti da portare con i pantaloni. Una vera rivoluzione. “Le calze femminili segnano nella loro evoluzione anche la storia dell’emancipazione femminile: si sono adattate alle conquiste delle donne, al loro nuovo ruolo nella società, al loro bisogno di libertà e praticità”, racconta Chiara Ferraris, alla guida del brand Pierre Mantoux di Milano fondato da Ottorino Giangrossi nel 1932.Direttrice marketing e commerciale, alla quarta generazione dell’azienda di famiglia, Ferraris non ha dubbi: “Per le donne è stata una liberazione passare dalla giarrettiera alla calza elastica, da indossare prima di andare al lavoro senza perdere tempo”, rivela. Diamo uno sguardo al cinema. Molte sono le scene iconiche passate alla memoria. Una per tutte: Silvana Mangano in “Riso Amaro”, film del 1949 di Giuseppe De Santis, interpreta una mondina che indossa calze nere pesanti tenute a metà coscia. Ben diverso lo scenario dipinto nell’interpretazione di Sophia Loren e Marcello Mastroianni in “Ieri, oggi, domani”, film del 1963 per la regia di Vittorio de Sica. La chiave in questo caso è erotico-sensuale. La scena è passata alla storia, ripresa in versione moderna nello spogliarello di “Nove settimane e mezzo” da Kim Basinger sul brano di Joe Cocker.E che dire di Laura Antonelli in “Malizia”? Nel film del 1967 di Salvatore Samperi l’attrice indossa calze color carne con giarrettiera, così come Anne Bancroft, ma in versione nero velato, di fronte al suo giovane amante interpretato da Dustin Hoffman ne “Il laureato”. Calze e ancora calze. Per dipingere una femminilità che seduce, domina, fugge, affascina (spesso in maniera ironica) ma afferma comunque la volontà di uscire dagli schemi della costrizione maschile. Poi arrivano gli anni ’80: “Impazzano i leggins e i pantacollant lucidi che introducono una nuova visione della donna, molto dinamica e attiva”, specifica Ferraris. Siamo in piena epoca di “Charlie’s Angels” (la serie televisiva statunitense a cui prese parte anche Fara Fawcett) e di “Flash Dance” (a proposito, è al Nazionale di Milano fino a gennaio l’omonimo musical firmato da Mauro Simone per la Compagnia Della Rancia), che dipinge donne volitive, consapevoli e decise, molto più brave dei maschi. Donne a cui non si smagliano i collant nemmeno se inseguono delinquenti in moto. Donne che passano dal lavoro di operaia saldatrice a quello di show girl in night club con un semplice cambio di calze. Facciamo un balzo temporale. Da allora le calze femminili si sono arricchite di colori, decorazioni, pizzi, fantasie, effetti. La pioniera delle calze colorate coprenti, da portare con la minigonna, è Mary Quant nei ’60.Nel 2025, quindi, quale rivoluzione ci può essere ancora, oltre a quella di non indossare le calze nemmeno a gennaio sottozero? “Oggi ciò che conta di più, almeno per noi – spiega Ferraris – è rappresentare le mille sfaccettature della donna. Lavorare su tecnologia, sostenibilità, tessuti innovativi per sostenere il concetto di inclusività. Ogni donna è un mondo a sé, non esiste un unico modello”. Pierre Mantoux si sta muovendo non solo sulla valorizzazione del patrimonio di tradizione artigianale made in Italy, aprendo punti vendita in store internazionali in Italia e all’estero, ma sulla vendita personalizzata online e sull’adattamento del capo a ogni corpo. Un esempio è il collant Vertigo, che non ha taglie, veste dalle silhouette più minuta alla taglia 52. Una seconda pelle? Anche Wolford, marchio nato in Austria oltre 65 anni fa che ha esteso la sua produzione all’abbigliamento intimo, propone capi che spaziano: da quello più glamour a quello più funzionale. Come il collant a calzoncino da indossare sotto il tubino. Fra i best seller, i collant con la riga o le giarrettiere disegnate, il tutto nudo o con fantasie tattoo, i pantacollant lucidi, le autoreggenti con alti bordi in pizzo da indossare con i body a collo alto in lana merino. Torniamo alle icone del cinema. Calzedonia presenta nella nuova collezione di autoreggenti le longuette in cashmere, da portare a metà coscia come fossero i calzettoni alti di Silvana Mangano nelle risaie. E poi caldi collant coprenti traforati o con disegni a treccia, oltre alle classiche francesine.Mentre Viken Plan, azienda internazionale con sede a Hong Kong che partecipa alla Tokio Fashion Week e Arabian Fashion Week, punta sulle evocazioni artistiche per i collant: con fantasie da far invidia a Paul Klee. Si rivolge alle donne così: “Crediamo che le tue gambe meritino una storia. Ecco perché abbiamo realizzato con i collant a stampa il cuore del nostro marchio, un abbigliamento non solo funzionale ma espressivo, artistico e audace”. I collant Viken Plan sono opere d’arte indossabili, ispirate a stampe contemporanee. Sono collant grafici che giocano con elementi di colore e simmetria intercettando i confini fra moda e arte. Dai fiori ai motivi giocosi, tigrati o a pois, con disegni geometrici o scozzesi, righe verticali, graffiti, richiami a opere di street art. Intimissimi, invece, riporta al centro della sua produzione di intimo i bustier e i reggicalze che ricordano il film “Angelo azzurro” con Marlene Dietrich, i varietà del Moulin Rouge, i baby doll e i kimono in seta. Un ritorno all’antico? No, solo un modo di giocare a essere ciò che ciascuna vuole essere, in calzettoni o in autoreggenti. Persino in collant color carne di inverno con il sandalo aperto sotto l’impermeabile nella pioggia. Se piace va bene così.L'articolo “Le calze raccontano chi siamo, sono il vero simbolo dell’emancipazione femminile”: la storia segreta dei collant e i modelli di tendenza dell’inverno 2025 proviene da Il Fatto Quotidiano.