AGI - «Noi crediamo che sia fondamentale costruire una comunità di soccorritori, l'unica leva che può salvare la vita delle persone». Lo ha detto il senatore di Azione, Marco Lombardo, che ha presentato a Palazzo Madama la proposta di legge "Bove" sul primo soccorso, firmata dalle forze politiche di tutto l'arco parlamentare.Il testo prende il nome dal calciatore Edoardo Bove che nel dicembre 2024 fu colto da arresto cardiaco durante Fiorentina-Inter e fu ricoverato all'ospedale di Careggi dove gli venne stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo. Emozionato, l'ex giocatore della Roma è venuto in prima persona per portare la sua voce a sostegno dell'iniziativa di legge e della necessità di informare, sostenuta dai numerosi medici ed esperti presentiEdoardo Bove: testimonial e orgoglio civicoOvviamente il sogno di Bove è di tornare a indossare "al più presto pantaloncini e maglietta", ma intanto al primo posto c'è l'impegno civico e il suo volto per la legge sul primo soccorso. Spiegando ai giornalisti il suo stato d'animo, Bove ha parlato di «grandissimo orgoglio». «Spero che sia l'inizio di un lavoro da fare insieme, perché oggi abbiamo presentato un disegno di legge sul quale mi auguro ci sia un'accelerazione. Siamo tutti d'accordo sull'importanza del primo soccorso e sulla disinformazione che dobbiamo combattere», ha dichiarato.Quello che gli è successo in campo lo scorso anno, «è avvenuto in Serie A, con la massima tutela e in condizioni di sicurezza che non sono reali nella vita di tutti i giorni». Bove ha espresso il suo orgoglio di poter mettere il suo nome a servizio dell'iniziativa, riconoscendo l'importanza di essere un testimonial per questa legge e per promuovere i corsi di primo soccorso nelle scuole e nei centri sportivi.Che cosa dice la legge"Questa legge rende obbligatoria la formazione" di primo soccorso anche "nelle scuole e per alcune categorie professionali", come i bagnini "e all'atto di conseguimento della patente di guida", ha spiegato Lombardo in conferenza stampa assieme, tra gli altri, al ministro dello Sport, Andrea Abodi, alla vicepresidente del Senato di Forza Italia, Licia Ronzulli, alla senatrice del Pd, Simona Malpezzi."Un defibrillatore automatico ha la stessa Iva di un televisore, al 22% - ha proseguito Lombardo, sottolineando che ogni anno muoiono 65mila persone per mancato intervento tempestivo - ma deve essere portata al 5%", perche' si tratta di uno strumento salvavita."Ho firmato e sostengo con convinzione questa iniziativa legislativa", ha detto Licia Ronzulli che ha ringraziato Bove per aver messo "la sua esperienza a servizio di tutti". "Quando lavoravo in ospedale ho visto da vicino che cosa significa arrivare in ritardo e ho visto la differenza che possono fare un familiare, un passante quando sanno fare le prime manovre. La prima cura è il tempo", ha spiegato. "Il vero punto debole oggi è la preparazione delle persone. I defibrillatori oggi ci sono e lo dobbiamo anche alla legge Mulè. Una rivoluzione discreta ma potentissima che ha permesso di evitare molte tragedie ma che ha bisogno di andare avanti". Questa pdl è firmata da maggioranza e opposizione "e questo non è un dettaglio politico, è un segnale culturale ed è bello dire che il Parlamento si muoverà unito", ha notato. La presenza del ministro "indica che c'è il Parlamento e anche c'è il governo" su questa legge, ha sottolineato la senatrice del Pd, Malpezzi, auspicando che la proposta si trasformi "subito" in legge.A tirare le conclusioni, il ministro dello Sport, Abodi: "io mi sono confrontato con questa problematica che colpisce un numero pazzesco di persone. Una guerra silenziosa. A me - ha rivelato - è successo 40 anni fa. Mio cugino giocando a pallone è andato giù e purtroppo è rimasto per terra. Era un tempo diverso. Ora siamo nelle condizioni di non lasciare correre le cose. Come mai sono passati altri dieci anni e non siamo riusciti ad andare avanti? Un problema di costi? E allora bisogna chiedersi quale è il valore della vita? Ne acquisiamo colpevolezza solo quando riguarda la nostra?", ha detto ancora e ha aggiunto: "Non so cosa ne pensino i miei colleghi di governo" di questa proposta "ma sono sicuro che li troveremo intorno a un tavolo".Di fronte a temi come questi, ha proseguito Abodi, "non possiamo che stare dalla stessa parte". Siamo "tutti sulla stessa barca e diventa incomprensibile la ragione per cui non si debba associare la cultura, la formazione al tema della vita. Parliamo di rispetto che è una parola chiave" a cui la Treccani ha dedicato il 2025. "Se il mondo decide gran parte delle cose che ci riguardano quelle che ci sono rimaste dobbiamo gestirle bene, presto insieme. Ed è gratificante per chi ha responsabilità istituzionali vedere che siamo capaci di non dividerci sulle cose su cui siamo tutti d'accordo". E questo vale nei confronti dei "più fragili, dei più deboli a cui dobbiamo un impegno superiore", ha osservato.