Violenza donne, dalla Camera ok alla proposta di legge sul consenso informato

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L’aula della Camera ha approvato all’unanimità, con 227 voti favorevoli, la proposta di legge di modifica dell’articolo 609-bis del Codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso. Il testo è frutto dall’emendamento bipartisan delle relatrici Carolina Varchi (FdI) e Michela Di Biase (Pd), approvato in commissione la scorsa settimana, che riscrive l’art. art 609-bis del Codice penale. Il testo approvato recita: “Chiunque compie o fa compiere o subire atti sessuali ad un’altra persona senza il consenso libero e attuale di quest’ultima è punito con la reclusione da sei a dodici anni. Alla stessa pena soggiace chi costringe taluno a compiere o a subire atti sessuali con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità ovvero induce taluno a compiere o a subire atti sessuali abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica o di particolare vulnerabilità della persona offesa al momento del fatto o traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona. Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi”. Il provvedimento passa, ora, all’esame del Senato.Schlein: “Legge trasversale per una rivoluzione culturale del Paese”“Siamo felicissimi di questo grande passo avanti per il Paese, una piccola grande rivoluzione culturale”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein dopo l’approvazione della legge contro la violenza sulle donne, sul libero consenso. “Finalmente si inserisce nella legge italiana il principio del consenso libero e attuale, che prima non c’era – aggiunge -. Finalmente si chiarisce che ogni atto sessuale senza il consenso è violenza, è stupro, e quindi è reato. Questo è importantissimo anche per chiarire che non basta la mancanza di un dissenso esplicito per dedurre il consenso. E con questo inserimento nella legge del libero consenso, si chiarisce che la società italiana non tollera gli atti sessuali non consensuali”. “È stato un lavoro importante, trasversale per questo ci siamo parlate con la Presidente del Consiglio – aggiunge -, c’è stato un lavoro ottimo delle nostre relatrici, Michela De Biase e Carolina Varchi. È stato un lavoro trasversale perché, come sosteniamo sempre, su questo terreno del contrasto alla violenza di genere, bisogna saper mettere da parte le forti divergenze politiche che abbiamo, e provare a far fare un salto in avanti al Paese, per contrastare, prevenire. La differenza è che prima il reato di violenza sessuale parlava solo di violenza o minaccia, quindi misurava lo stupro sulla forza dell’aggressore anziché sulla libertà violata della vittima. Da questo punto di vista è un’innovazione importante che segue naturalmente anche la giurisprudenza della Corte di Cassazione, che era già su questo intervenuta, ma finalmente questo principio entra anche nella legge e in questo modo attua la Convenzione di Istanbul, che come sapete è già legge anche in Italia, e quindi siamo molto felici di questo risultato ottenuto insieme, e di questo grande passo in avanti culturale per il Paese”.Boldrini: “Ok a principio di civiltà, sesso senza consenso è stupro”“Oggi diciamo basta. Basta alle sentenze nei casi di stupro in cui l’accusato viene assolto perché lei ‘doveva sapere cosa aspettarsi’, perché lei aveva già avuto rapporti e quindi era ‘in condizione di immaginarsi i possibili sviluppi della situazione’. Basta a ‘se manca il dissenso non c’è violenza’. Basta a domande come ‘perché non sei scappata?’, ‘perché non hai detto no?’, ‘perché non hai reagito?’. Tutto questo si chiama paura, non consenso. Si chiama paralisi, non consenso. Si chiama momentanea incapacità di intendere, non consenso. Il consenso è un’altra cosa. E con l’approvazione alla Camera della legge sul consenso, mettiamo nero su bianco che solo sì è sì. Che il sesso senza consenso è stupro”. Lo ha dichiarato Laura Boldrini, deputata Pd e prima firmataria della proposta di legge originaria, durante la dichiarazione di voto alla Camera del deputati. “Principi già sanciti dalla Cassazione e della Convenzione di Istanbul e sulla base dei quali ho elaborato e presentato la proposta di legge a mia prima firma che è stata oggetto di discussione e di numerose audizioni in Commissione giustizia”, ha sottolineato Boldrini. “Un sincero ringraziamento va ai giuristi, alle giuriste e alle associazioni che sono intervenute in proprio in Commissione e lo hanno fatto con grande competenza – ha aggiunto Boldrini – E un grazie in particolare ad Amnesty International, promotrice di una intensa campagna dal titolo molto chiaro: ‘Solo sì è sì. Questo risultato è frutto di un lavoro di squadra tra donne, donne di diverso orientamento politico, che fa bene al nostro paese. Perché quando c’è da combattere la violenza contro le donne, essere avversarie non conta più: unite si va dritte alla meta’. È stata molto importante l’interlocuzione tra la segretaria Elly Schlein e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Decisivo è stato il confronto tra le due relatrici, Michela De Biase e Carolina Varchi, che ringrazio sentitamente, da cui poi è nato il testo condiviso approvato con voto unanime in commissione Giustizia e, oggi, votato a Montecitorio . Grazie anche alla capogruppo Chiara Braga che ha sostenuto questa proposta di legge e il suo iter – ha ricordato la deputata dem -. Prima di chiudere vorrei chiarire un altro punto. Non serviranno, come sostiene una volgare e becera campagna di fake news, di vera e propria disinformazione, moduli da compilare e contratti da firmare prima di avere un rapporto sessuale. Tutto falso. L’unica cosa che serve è un sì. Un sì libero ed esplicito. È un principio di civiltà quello che introduciamo oggi, unendoci a 21 paesi europei. Lo dobbiamo a tutte quelle donne che – non essendo state in grado di reagire all’aggressione sessuale – non sono state credute e quindi non hanno avuto giustizia”. “Non abbiamo la pretesa di avere risolto, con questa legge, il problema della violenza sulle donne – ha concluso Boldrini -. E’ fondamentale che si passi dall’educazione all’affettività e alla sessualità. Il consenso va insegnato fin da piccole e piccoli perché non si arrivi a doverlo ribadire nei tribunali, quando la violenza è stata già compiuta”.Serracchiani: “Scritta pagina storia, investire in educazione”“Oggi assistiamo ad un cambio di paradigma. Per cui, sarà violenza sessuale non soltanto quell’atto compiuto, che viene fatto compiere o che si induce a compiere, con minaccia, violenza, costrizione, approfittando dell’inferiorità fisica o psichica e abusando del proprio potere, sarà violenza sessuale quella violenza che avviene senza un consenso libero e attuale. ‘Libero’ e ‘attuale’ sono due termini davvero molto importanti, che contengono in sé anche il filone giurisprudenziale, che negli anni si è formato, della Corte di cassazione, che ha voluto appunto precisare che cosa significa libertà, nell’espressione del proprio consenso, e attualità del consenso, che deve esserci durante tutto l’atto sessuale. E lavoreremo quotidianamente perché si faccia un passo in più, che non è stato possibile avere con questo provvedimento, ma che sarà – ne sono certa e lo spero – lavoro, anche questo, comune. Manca tutta la parte relativa alla prevenzione; manca un investimento serio sull’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, un aiuto alle famiglie; manca la prevenzione, perché, quando ci occupiamo del neo-reato di femminicidio o di questa riforma della violenza sessuale, non possiamo dimenticare che interveniamo comunque, sempre, nella fase cosiddetta patologica, cioè quando il fatto è già avvenuto. Noi dobbiamo prevenirlo, investendo sulla cultura e sull’educazione. Per questo auspichiamo che oggi si faccia questo intervento di natura penalistica, ma che domani si sia pronti davvero ad intervenire tutti insieme sulla prevenzione, sull’educazione e sulla formazione”. Lo ha detto Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia del Pd, a proposito della pdl di modifica del 609 bis del codice penale in materia di violenza sessuale. “Credo davvero che si sia scritta una bella pagina. Credo che davvero si sia data una risposta preziosa e credo anche che il nostro lavoro, che è stato un lavoro quotidiano e fatto tutti insieme, abbia dato un segnale positivo ai nostri cittadini e alle nostre cittadine, abbia dato anche un segnale positivo alla nostra possibilità di fare ancora di più e meglio”, aggiunge.Carfagna: “Consenso diventa diritto, vittoria di tutti”“Oggi portiamo a compimento un processo di cui dobbiamo tutti davvero essere orgogliosi, perché con questa legge l’Italia diventa sempre di più avanguardia nel contrasto alla violenza di genere. Finalmente eliminiamo l’onere probatorio che grava sulla vittima: perché l’aggressione sia qualificata come violenza sessuale non dovrà più essere lei a dimostrare di non aver reagito perché non era nelle condizioni di farlo. Ancora, spostiamo il focus del reato di stupro dall’uso della forza all’assenza di un sì esplicito, revocabile in ogni momento”. Lo ha detto Mara Carfagna, segretario di Noi Moderati, annunciando in Aula alla Camera il voto favorevole del Gruppo alla proposta di legge di modifica del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso. “Grazie a questa norma – ha aggiunto – l’Italia non chiederà più alle donne di giustificarsi perché non sono fuggite, perché non hanno reagito, perché non hanno gridato, perché non hanno chiesto aiuto. Allo stesso tempo questa norma dice agli uomini che ogni donna ha diritto di dire no in qualsiasi momento, che quel no è un no e va sempre rispettato. Ed è importante sottolineare che a questa legge siamo arrivati insieme, con un accordo bipartisan, che testimonia la maturità del nostro Parlamento su questi temi: non è una vittoria di parte, è una vittoria dell’intero Paese. Alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Parlamento italiano manda un messaggio inequivocabile: il consenso non è un dettaglio, è un diritto fondamentale, revocabile, personale, libero, consapevole. Ora a definirlo è una legge e con questa legge cambiano i processi, le sentenze, la cultura e le condanne. Lo dovevamo a tutte le donne che sono state umiliate, che non hanno avuto voce. E’ un passo necessario – ha concluso Carfagna – per fare un’Italia più giusta, più sicura e più europea”.Questo articolo Violenza donne, dalla Camera ok alla proposta di legge sul consenso informato proviene da LaPresse