L'HOVERAir X1 PROMAX mantiene la struttura già collaudata dallo stesso brand: corpo compatto, paraeliche integrati e un design pieghevole che lo rende davvero comodo da portare in (una grande) tasca o nello zaino. È un formato che funziona, soprattutto perché l'apertura delle braccia è immediata: basta sollevare una delle due e anche l'altra si alza, e lo stesso discorso vale alla chiusura. È un gesto semplice e veloce, che addirittura possiamo fare con una sola mano.La costruzione però è più robusta di quanto suggeriscano il peso e la vista. Le cerniere non cedono, la scocca non scricchiola, e la protezione attorno alle eliche permette di usarlo senza troppi timori anche in spazi angusti come corridoi, stanze o sentieri stretti. Hoverair è così sicura della resistenza dei suoi materiali da aver incluso nella confezione un piccolo pezzo di scocca da "torturare", invitando l'utente a provare a romperlo. E no, non ci siamo riusciti. Davanti c'è la fotocamera, montata su un gimbal a 2 assi, dietro i sensori anti-collisione posteriori (purtroppo non ci sono quelli omnidirezionali come sul DJI Neo 2). Sopra troviamo sia la batteria, ovviamente removibile, che un mini display con a fianco dei tasti direzionali, per commutare / modificare rapidamente le varie modalità di ripresa automatiche disponibili, oltre al pulsante per far decollare il droneNon cambia l'impostazione generale: è un design minimalista, più funzionale che scenico, che punta a minimizzare il tempo che intercorre tra "vorrei filmare questa cosa" e la realizzazione della clip stessa. E proprio immediatezza e semplicità sono due grandi punti di forza del PROMAX, che lo fanno apprezzare fin da subito ai suoi utenti. Dimensioni e pesoPiegato: circa 105 × 149 × 34 mmAperto: circa 173 × 149 × 39 mmPeso: 196 grammiFotocameraSensore da 1/1,3" CMOS da 48 megapixel, f/2.0, equivalente 16 mm, grandangolo ~107°Risoluzione: fino a 8K a 30 fps, oppure 4K a 60 fps; in modalità rallentatore fino 4K a 120 fps, supporto HDR 10-bit, HLG, H-Log, video verticali fino in 4K a 30 fpsGimbal a 2 assiFoto fino a 48 megapixel, JPEG, JPEG+DNG, DNGMemoria64 GB di memoria interna (non espandibile)AutonomiaFino a 20 minuti dichiarati (reali un po' meno, come vedremo)La specifica che più salta all'occhio è ovviamente l'8K a 30 fps, una risoluzione non certo comune in un drone tascabile, ma nemmeno tanto in quelli di fascia immediatamente superiore. L'ulteriore vantaggio di una maggiore risoluzione è quello di poter riprendere video verticali in 4K, perfetti per essere condivisi al volo sui social (di fatto si tratta di un ritaglio del filmato in 8K: la videocamera non ruota).Quando c'è tanta luce, i video sono pieni di dettaglio e hanno una pulizia che non è facile raggiungere per la concorrenza. Inoltre, registrando in 4K, è possibile usare uno zoom 2x senza perdita di dettaglio, e questo aiuta anche in molti automatismi, dove è possibile impostare proprio la quantità di zoom. La gamma dinamica, in HDR, è piuttosto ampia, le zone complesse reggono molto meglio e le clip risultano dettagliate sia nelle ombre che nelle alte luci. Però, per usare questo più ampio intervallo dinamico, la risoluzione si ferma al 4K (sempre possibili i 60 fps). Il gimbal a 2 assi, combinato con l'EIS, fa il possibile per contenere i movimenti più bruschi. Non arriva alla stabilità di un gimbal a 3 assi, ovviamente, ma nei voli automatici lavora bene, anche perché l'X1 PROMAX è molto morbido nei movimenti.Il 4K a 60 fps è probabilmente il formato più equilibrato: nitido, fluido e meno pesante del 8K, sia in termini di editing che dimensione delle clip. Attenzione però perché spingere sui frame al secondo riduce la luminosità, quindi è bene farlo solo con riprese diurne o comunque con buona illuminazione generale. E a proposito di spazio di memoria, i 64 GB integrati fanno tutta la differenza quando iniziamo a registrare parecchio materiale. Non serve obbligatoriamente una microSD (per quanto sia presente uno slot dedicato sul corpo del drone), e il trasferimento via Wi-Fi è veloce, grazie alla pratica galleria presente nell'app ufficiale. L'autonomia di 20 minuti è quella tipica degli ultraleggeri come questo, anche se, nelle prove reali, scendiamo più facilmente attorno ai 15/16 minuti. Il drone è infatti molto conservativo, e difficilmente scende sotto il 15% di batteria, tranne se è ancora in corso una ripresa automaticaRispetto a un DJI Neo 2 c'è però un limite più che evidente: il sistema anti-collisione. Il PROMAX ha solo sensori posteriori, quindi quando avanza davanti non ha protezioni, né visione stereoscopica, né lidar. Non è un problema enorme negli scenari più tipici "per cui è pensato", come camminate, bici, sci, in cui il drone ci segue da vicino e in spazi aperti, ma quando usiamo gli automatismi in luoghi con possibili ostacoli lungo il percorso, le collisioni non sono impossibili, tanto più che, anche in modalità automatica, il drone può allontanarsi da noi per decine di metri, e non è sempre facile giudicare a occhio le distanze.Le poche volte in cui ci è capitato di avere problemi però, il drone non è mai precipitato, sia per l'efficacia della sua gabbia protettiva, sia perché comunque non tende mai ad andare troppo veloce quando è in volo automatico. In caso di urto, il drone si ferma in quota e interrompe le riprese, avvisandoci con un segnale acustico. Il cuore dell'HOVERAir X1 PROMAX sta tutto nei suoi automatismi. È il tipo di drone che usi perché vuoi riprese immediate, senza doverti concentrare sul pilotaggio, e in questo il PROMAX è davvero solito e piacevole da usare. Queste sono tutte le modalità presenti:StazionaZoom indietroSeguiOrbitaVista dall'altoSpiraleIstantaneaTracciamento frontaleModalità sciModalità ciclismoRotazione a 360°Effetto vertigineSegui in interniTracciamento lateraleA queste si aggiunge ovviamente il controllo manuale, che può avvenire sia tramite l'app che con il "telecomando" (molto particolare) che vedremo a breve.La modalità Segui è precisa, stabile e molto più naturale di quanto ci si aspetterebbe da un ultraleggero. Mantiene bene la distanza (configurabile dall'utente tra vicina, media e massima), non si avvicina troppo e non si lascia confondere da cambi di ritmo moderati, sia a piedi che in bicicletta. È un volo prudente, anche rispetto a quello del DJI Neo 2, studiato per evitare scatti improvvisi, e questo aiuta a ottenere clip più cinematografiche.Va però ricordato che davanti non ha sensori: quando avanza, non vede gli ostacoli. Negli spazi aperti non è un problema, nei sentieri stretti o in zone con pali o rami bassi dobbiamo fare un minimo di attenzione, ma per fortuna la modalità è molto personalizzabile. Le modalità dedicate agli sport, come ciclismo e sci, migliorano il tracking in contesti specifici.Al contrario di DJI, HOVERAir distingue tra i vari tipi di inseguimento, nel senso che la modalità Segui sul PROMAX è pensata per riprendere il soggetto da dietro. Se vogliamo riprese frontali, in cui ci muoviamo verso il drone, dobbiamo attivare il "tracciamento frontale"; idem dicasi con il "tracciamento laterale" (che tra l'altro si sblocca solo dopo aver completato le prove con le altre modalità, perché più pronta a possibili urti, e richiede quindi maggiore maestria).Infine, se siamo al chiuso, c'è la specifica opzione "segui in interni", che in effetti funziona davvero bene e riesce a muoversi anche in spazi angusti, inclusa la ripida e stretta rampa di scale che abbiamo utilizzato nel video in apertura.Le modalità più sceniche, come orbita, spirale, e rotazione a 360°, funzionano esattamente come ti aspetteresti. Menzione d'onore invece per vista dall'alto, che consente di riprendere non solo sotto al drone, ma anche livellando la videocamera orizzontalmente, ed è perfetta per delle bellissime panoramiche, dato che il drone può arrivare fino a 30 metri di altezza.Poi c'è l'effetto vertigine (Dolly Zoom), che è tendenzialmente migliore di quello del DJI Neo 2, grazie alla risoluzione più elevata del PROMAX, che gli permette di mantenere un livello di dettaglio superiore, per quanto sia necessaria tanta luce (e magari uno zoom solo 2x) affinché il risultato sia perfetto. Uno degli aspetti che ho più apprezzato è il grado di personalizzazione dell'app. Ogni singola modalità ha le sue impostazioni, separate da quelle delle altre, consentendoci il massimo controllo. Se poi volessimo applicare le stesse regolazioni a tutte le modalità, c'è un pulsante apposito per farlo, per quanto alcune opzioni siano specifiche.Il rovescio della medaglia è che ci sono fin troppe cose da scegliere che vanno a influenzare la qualità delle riprese. La risoluzione, lo zoom, la modalità di ripresa (HDR, HLG, H-Log, rallentatore), il colore: perdiamo un po' di semplicità e immediatezza, che sono proprio le chiavi di volta dell'X1, col rischio di trovarci con una clip inferiore alle aspettative solo perché non abbiamo attivato preventivamente l'HDR, o non abbiamo scelto il profilo colore più adatto.Ci vogliono un po' di pratica e soprattutto diversi voli in varie condizioni per capire quali impostazioni tornano meglio per ciascuna modalità, fermo restando che un minimo di manualità ci vuole sempre per ottenere i risultati migliori.Questo è lo scotto da pagare per la "doppia anima dell'X1": da un lato un drone "per tutti", dall'altro anche uno che punta molto sulla qualità delle riprese, che per forza di cose richiedono maggiori competenze per essere sfruttate al meglio.Bello il fatto di poter registrare l'audio tramite l'app, che cancella in automatico il rumore delle eliche. Funziona molto bene, anche meglio del Neo 2, ma chiaramente dipende anche dallo smartphone impiegato. Peccato che purtroppo, durante la registrazione, non venga bypassato il tempo di blocco schermo (come invece fa l'app di DJI), col rischio che se il telefono si blocca l'audio venga interrotto. Pur non essendo un drone pensato espressamente per chi vuole pilotare in modo tradizionale, l'HOVERAir X1 PROMAX offre un sistema di controllo manuale senz'altro originale, soprattutto perché modulabile su più livelli. Parliamo infatti dei due accessori, Beacon e joystick, che possono essere combinati in modo da "costruire" un vero e proprio radiocomando tradizionale, ma anche usati singolarmente per maggiore immediatezza.Il Beacon non è un radiocomando nel senso tradizionale del termine: è un piccolo schermo touch con un paio di pulsanti essenziali, pensato per essere tenuto in una mano mentre restiamo davanti al drone o per essere agganciato tramite appositi supporti, per esempio al manubrio della bici.La sua particolarità è che combina i controlli manuali con un sistema di localizzazione e riconoscimento molto più coerente rispetto alla sola app. Il drone "capisce" chi deve seguire perché il Beacon fornisce un riferimento stabile, e questo si traduce in un tracking più affidabile, soprattutto quando ci spostiamo rapidamente o con cambi di direzione non prevedibili, come durante lo sci o il ciclismo appunto.Il beacon include anche un microfono per la registrazione audio come alternativa allo smartphone. Se avete un buon telefono però, probabilmente quest'ultimo è migliore, perché il microfono del beacon è davvero troppo sensibile e tende a distorcere facilmente. Al beacon possiamo poi collegare un joystick, tramite un aggancio meccanico-magnetico, che permette movimenti semplici: avanti, indietro, laterali e regolazione della distanza, sia tramite la levetta dedicata, che inclinando il controller. È comodo per aggiustare al volo un'inquadratura mentre il drone sta già riprendendo, ma nulla più. Per il vero pilotaggio manuale va aggiunto il secondo joystick, che a questo punto consente anche di ospitare uno smartphone, che collegato via cavo ci permette di vedere con gli occhi del drone, e quindi di pilotarlo con maggiore precisione.Usato in questo modo, il PROMAX si guida con piacere: è morbido, lineare, e tende a rendere invisibili le correzioni. Non scatta mai in modo brusco e non accelera inutilmente, perché l'obiettivo è sempre produrre clip stabili, anche in manuale. Negli spazi aperti si lascia controllare senza difficoltà; in quelli stretti bisogna stare più attenti, anche a causa dell'assenza di sensori anticollisione. La gabbia attorno alle eliche aiuta a prevenire danni catastrofici, ma il fatto che sia un buon paraurti non significa che faccia bene sfruttarla.Il comportamento in volo è stabile finché il vento rimane entro limiti ragionevoli (livello 5, lo stesso del Neo 2), e la risposta al joystick è abbastanza prevedibile da permettere riprese manuali più curate di quanto si pensi. È un po' come volare sui droni DJI in modalità "cinema": piccole correzioni, niente scossoni, movimenti puliti, proprio come ci si aspetta da un drone pensato più per la qualità video che per i piloti.La modularità del sistema beacon + joystick predilige ancora una volta l'immediatezza e la praticità. I tre componenti smontati possono essere riposti facilmente, e poi assemblati per avere un telecomando completo di tutti i comfort, inclusa la regolazione dell'inclinazione della videocamera e un tasto dedicato alle riprese. Certo, non è una soluzione pensata per un utilizzo troppo prolungato, né è completa come un radiocomando dedicato, ma è perfettamente in linea con il target di X1 PROMAX. L'autonomia dichiarata dall'HOVERAir X1 PROMAX è di 20 minuti, un valore in linea con la media dei droni ultraleggeri. Nelle prove reali ci si assesta più facilmente attorno ai 15 minuti effettivi, soprattutto se alterniamo tracking, riprese ad alta risoluzione e modalità automatiche. Anche questo è un risultato pienamente in linea con il peso e con la categoria, ma richiede comunque una seconda batteria se vogliamo portare a casa diverse clip nella stessa sessione. HOVERAir vende una stazione di ricarica per 2 batterie, ma se fosse stata da 3 comparti sarebbe stato ancora meglio.Un comportamento che si nota subito è quanto il drone sia conservativo nella gestione della batteria. Tende a non scendere quasi mai sotto il 15%, e appena rileva un calo più rapido del previsto preferisce stabilizzarsi, fermarsi e avvisarci dal display. È un'impostazione molto prudente, e per un prodotto che vola spesso vicino alle persone non è difficile capirne la logica. Lato pratico, però, significa che quei "20 minuti" sono più uno scenario teorico che una soglia raggiungibile. Il trasferimento dei file è uno dei punti più comodi del PROMAX. L'app ha una galleria dedicata che permette di sfogliare le clip direttamente dalla memoria interna, o dalla microSD, e il download via Wi-Fi è rapido quando non ci sono interferenze. I 64 GB integrati permettono di registrare parecchio materiale in 8K o 4K ad alto framerate senza pensare alla memoria, e la possibilità di usare una microSD fino a 1 TB elimina praticamente ogni limite anche nelle uscite più lunghe.Se c'è un aspetto da considerare, è il fatto che registrare in 8K o 4K60 consuma più batteria rispetto alle modalità standard. Non è un consumo drammatico, ma si nota: se usiamo spesso formati ad alta risoluzione, i 15 minuti reali diventano ancora più difficili da raggiungere. Rispetto al DJI Neo 2 l'autonomia è simile, a parità di formato / risoluzione, con forse solo un lieve vantaggio per HOVERAir, che però è così minimo che nella pratica non cambia le carte in tavola. HOVERAir oggi ha una line-up composta da 3 modelli: X1, X1 PRO e X1 PROMAX. Questi sono i prezzi attuali di listino:HOVERAir X1: 309 euroHOVERAir X1 PRO: 549 euroHOVERAir X1 PROMAX: 759 euroPer ciascuno di questi ci sono poi vari bundle, tra i quali il più interessante è, a nostro parere, il "Controller bundle", che aggiunge batteria extra, hub di ricarica, beacon e joystick, alimentatore, supporto e clip magnetiche: in pratica tutti gli accessori necessari per sfruttare al massimo i droni di HOVERAir. Peccato che il costo di questo bundle sia molto elevato (+420 euro per il PROMAX, +500 euro per il PRO) rendendo di fatto davvero troppo elevato il prezzo complessivo, che supera agilmente i 1000 euro.Per fare un paragone, il DJI Neo 2 Combo Flymore costa 399 euro, e include 3 batterie e controller. Anche considerando gli 8K dell'X1 PROMAX, non è facile consigliare di spendere più del doppio, a meno che portabilità, risoluzione, stabilità e un sistema di controllo più orientato "all'utente medio" non siano fondamentali. E sia chiaro che abbiamo ben poco di cui lamentarci in generale dell'X1 PROMAX, è solo che DJI ha giocato la carta del prezzo, contro la quale non c'è molto da dire, tanto più perché va a beneficio degli utenti. Il sample per questa recensione è stato fornito da HOVERAir, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario. Qui trovate maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld.L'articolo Recensione HOVERAir X1 PROMAX: il drone 8K tascabile che ti segue ovunque sembra essere il primo su Smartworld.