Il tè, un affare da centinaia di miliardi di dollari

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Il tè è una delle bevande più antiche del mondo e la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua. Esso risale a oltre 5.000 anni fa, ma continua a dare un contributo significativo alla salute, e allo sviluppo socio-economico ancora oggi. Attualmente, la coltivazione del tè è in gran parte limitata a regioni specifiche e sostiene il sostentamento di oltre 13 milioni di persone, inclusi i piccoli agricoltori e le loro famiglie.Il tè offre alle persone anche l’opportunità di conoscere il patrimonio culturale, i benefici per la salute e i vantaggi economici del tè, impegnandosi al contempo a rendere la produzione del tè dal campo alla tazza più sostenibile, garantendo che i benefici del tè per le persone, e l’ambiente possano essere tramandati di generazione in generazione.Il tè ha avuto origine in Cina ed è apprezzato da migliaia di anni. Oggi, la cultura del tè è popolare in molti Paesi e la domanda di tè è in aumento, rendendo necessaria una produzione su larga scala per soddisfare la crescente domanda di diverse varietà. Sulla base delle statistiche sulla produzione globale, ecco i primi dieci Paesi produttori di tè al mondo, anche per sfatare il mito del tè inglese, che non è mai esistito.1. Repubblica Popolare della Cina 3.000.000 tonnellate; 2. India 1.300.000 t., 3. Kenya 570.000 t., 4. Sri Lanka 280.000 t., 5. Vietnam 260.000 t., 6. Turchia 250.000 t., 7. Indonesia 140.000 t., 8. Iran 85.000 t., 8. Giappone. 89.000 t., 10. Argentina 85.401 t.Argentina. Negli anni Venti del XX secolo, una pianta di tè, un ibrido di varietà cinesi e russe, arrivò in Argentina. Grazie alla forma allungata e stretta dell’Argentina e alla varietà di clima e terreno, la sua coltivazione ebbe rapidamente successo. La maggior parte della produzione di tè argentina è oggi coltivata nella regione orientale, con varietà come Misión e Corrientes particolarmente speciali.Giappone. Noto per la sua qualità piuttosto che per la quantità, il tè giapponese è popolare in tutto il mondo. Prodotto principalmente nelle regioni di Shizuoka, Kagoshima e Uji (quello verde). Il tè riveste un immenso significato culturale. Inizialmente introdotta dai monaci buddisti, la fiorente industria del tè durante il regno dell’imperatore Saga (3 ottobre 786-24 agosto 842) attirò l’attenzione del Paese, dando inizio alla sua coltivazione. Sencha e matcha sono tè verdi unici provenienti dal Giappone. Sebbene la produzione giapponese di tè si sia ridotta negli ultimi anni a causa della pandemia, le esportazioni sono cresciute costantemente, godendo di popolarità all’estero.Iran. Prima del XVI secolo, l’Iran era un appassionato produttore di caffè, ma la distanza dai principali Paesi produttori della predetta bevanda nera rendeva difficile l’approvvigionamento dei chicchi. Il tè, tuttavia, era più facilmente reperibile in Iran grazie alla rotta commerciale via terra tra Iran e Cina, nota come “Via della Seta”. Oggi, l’Iran è l’ottavo produttore di tè al mondo, in gran parte grazie a un principe iraniano che apprese i segreti della coltivazione del tè travestito da bracciante in India. Portò poi le sue conoscenze, insieme a campioni in Iran, trasformando il Paese in una delle principali nazioni produttrici.Indonesia. Essa vanta le più grandi piantagioni di tè Lipton, che riforniscono tale tè in tutto il mondo. La produzione in Indonesia iniziò nel XVI secolo grazie alla colonizzazione olandese, ma sfortunatamente la cultura del tè non attecchì localmente. Il 65% della produzione annuale di tè indonesiana viene esportata. L’Indonesia produce principalmente tè nero, con una minore quantità di tè verde, e la maggior parte del tè esportato è miscelato con tè nero o verde.Turchia. Il clima umido, il terreno e la vicinanza al Mar Nero a Rize, nella Turchia orientale, offrono un ambiente ideale per la coltivazione del tè. La Turchia produce principalmente tè nero (noto anche come tè turco) e tè di Rize. Sebbene il caffè turco sia rinomato in tutto il mondo, la Turchia vanta anche una ricca cultura del tè e metodi di preparazione unici.Vietnam. La cultura del tè in questo Paese è profondamente radicata. Sebbene la Francia abbia invaso e colonizzato il Vietnam, ha sostenuto notevolmente (naturalmente solo per gli interessi di Parigi) la produzione di tè vietnamita, con lo sviluppo della ricerca e nella costruzione molte fabbriche chiave. Da allora, l’industria del tè vietnamita si è rafforzata. Tuttavia, durante la guerra del Vietnam, dal 1962 al 1975, l’esercito statunitense ha spruzzato oltre 80 milioni di litri di agente arancio (defoliante) per infliggere danni alle forze Vietcong (sud) e bombardando la Repubblica Democratica del Vietnam (nord), e ciò ha inferto un duro colpo ai vietnamiti, inquinando il loro suolo e colpendo generazioni di cittadini. Pertanto, il tè vietnamita non è molto popolare a livello internazionale. Per esempio a Taiwan, il tè proveniente dal Vietnam in genere non ha un buon prezzo. Oltre al fatto che negli ultimi anni alcuni marchi che affermano di rappresentare il tè taiwanese hanno iniziato a mescolare tè vietnamita con i loro prodotti nel tentativo di ridurre i costi e spacciare prodotti di qualità inferiore per taiwanesi; l’immagine negativa del tè vietnamita deriva anche dai residui di pesticidi e dalla contaminazione da diossina e napalm lasciati dalla guerra.Sri Lanka. Tale Stato ha sette principali regioni produttrici di tè, tra cui Kandy, Uva e Dimpula: Kandy produce tè dal sapore fruttato e corposo a quote medie; Uva è nota per tè forti e aromatici con note di menta ed eucalipto, coltivati in altitudine e raccolti nella stagione secca; Dimbula produce tè corposi e morbidi, ideali per la colazione, con note di agrumi e fiori. Molti commercianti di tè di fama internazionale possiedono piantagioni di tè in Sri Lanka. Il tè non è solo una pianta in Sri Lanka, è una parte importante della loro economia, e la produzione di tè è diventata una delle principali industrie dell’isola.Kenya. Il tè è la coltura commerciale più importante keniana, ma le piantagioni di tè su larga scala sono scarse. Per stare al passo con la concorrenza globale, il Kenya ha spostato la sua attenzione sulla ricerca e lo sviluppo innovativi nel settore del tè. Situato vicino all’equatore e al mare, il Kenya gode di abbondanti precipitazioni; la sua elevata altitudine garantisce abbondante sole tutto l’anno, un clima caldo con minime variazioni di temperatura annuali; numerosi fiumi e laghi facilitano l’irrigazione; e il terreno vulcanico diffuso contribuisce al suo ambiente fertile. Tutte queste condizioni favorevoli garantiscono la qualità superiore del tè nero keniano, conferendogli un aroma unico.India. Il tè è considerato la bevanda nazionale indiana, a testimonianza della sua importanza. La produzione di massa di tè iniziò in India durante il dominio britannico, che abusò economicamente delle piantagioni lasciando le briciole agli indiani. La Compagnia delle Indie Orientali sfruttò appieno l’ormai famoso tè Assam e fondò un’azienda indipendente chiamata Assam Tea Company. Assam e Darjeeling sono le regioni indiane più famose per la coltivazione del tè. Ecco perché il rinomato tè “inglese” non esiste.Repubblica Popolare della Cina. Essa è il più grande produttore di tè al mondo e la provincia dello Yunnan è una delle prime regioni produttrici di tè conosciute, rinomata per il suo tè verde, oolong, bianco, pǔ’ěr, giallo e al gelsomino di alta qualità. Con l’aumento della produzione di tè cinese, anche le esportazioni sono cresciute di conseguenza. Le statistiche mostrano che circa l’80% delle esportazioni mondiali di tè verde proviene dalla Cina.I maggiori dieci importatori di tà al mondo sono: 1. Pakistan 240,000 tonnellate, 2. Stati Uniti d’America 130,000 t., 3. Russia 125,000 t., 4. Regno Unito 110,000 t., 5. Egitto 100,000 t., 6. Giappone 90,000 t., 7. Iran 85,000 t., 8. Germania 70,000 t., 9. Arabia Saudita 65,000 t., 10. Marocco 60,000 t.; l’Italia è al 17mo posto con 38.000 t.Le più importanti compagnie di distribuzione del tè sono:Unilever Plc (Regno Unito), 2. Nestlè Sa (Svizzera), 3. Tata Consumer Food Limited (India), 4. Associated British Foods plc (Regno Unito), 5. Barry’s Tea (Irlanda), 6. Ito En Ltd (Giappone), 7. Hain Celestial Group Inc (Stati Uniti d’America), 8. Tae Tea (RP della Cina), 9. Peet’s Coffee and Tea Company (Stati Uniti d’America), 10. Dilmah Ceylon Tea Company Plc (Sri Lanka).Il fatturato globale del mercato del tè ammonta a circa 18,42 miliardi di dollari nel 2025 e si prevede che questa cifra crescerà fino a 24,61 miliardi di dollari entro il 2030. Tuttavia, alcuni rapporti forniscono cifre diverse in base all’ambito del mercato e all’anno di stima; Ad esempio, una fonte stima un fatturato complessivo di 291,95 miliardi di dollari a fine 2025, sommando le vendite a domicilio, mentre un’altra afferma che il fatturato totale è stato di 80,94 miliardi di dollari nel 2024, con una previsione di quasi 134,96 miliardi di dollari entro il 2032.Si prevede che il mercato globale del tè si espanderà grazie alla crescente attenzione alla salute, al miglioramento della qualità, all’approvvigionamento sostenibile e alle mutevoli preferenze dei consumatori. Il Nord America, essendo un mercato in rapida espansione e leader nei consumi nell’area Asia-Pacifico, sta consolidando il suo status di bevanda tradizionale e all’avanguardia. Nei prossimi anni, si prevede che le aziende che investiranno in attività ecosostenibili, prodotti incentrati sul benessere e piattaforme di vendita digitali; combinazioni innovativi di sapori conquisteranno una quota considerevole del mercato. Mantenere la direzione del mercato e cogliere nuove opportunità in questo settore dinamico e in crescita, richiederà alleanze intelligenti, diversificazione dei prodotti e un’enfasi sull’esperienza del cliente, con l’inasprirsi della concorrenza.