Lavoro, osservatorio Inps: crescono occupazione e retribuzioni, resta il divario di genere

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Nel 2024 il mercato del lavoro italiano si conferma in crescita e mostra segnali di tenuta sia nel settore privato non agricolo sia in quello agricolo. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato pubblicato dall’Inps ieri, martedì 18 novembre. L’occupazione dipendente è aumentata, le retribuzioni medie sono salite e il sistema produttivo, pur in presenza di cambiamenti strutturali, mantiene una relativa stabilità nella sua composizione. Il settore agricolo, parallelamente, segna un incremento degli addetti, ma si assiste a una lieve riduzione delle imprese e degli autonomi, evidenziando l’importanza di un ricambio generazionale.Lavoratori dipendenti a quota 17,7 milioni, +2% dal 2023I lavoratori dipendenti del settore privato, esclusi operai agricoli e domestici, hanno raggiunto quota 17,7 milioni, registrando un aumento del 2% rispetto al 2023. Anche le retribuzioni medie annue mostrano un andamento positivo, attestandosi a 24.486 euro, con una crescita del 3,4%, e il numero medio di giornate retribuite è pari a 247. L’istituto previdenziale sottolinea come il 2024 sia stato caratterizzato da una crescita costante dell’occupazione, accompagnata da un incremento dei rapporti intermittenti (+4,9%) e una contrazione della somministrazione (-2,5%) rispetto all’anno precedente. Il sistema produttivo nazionale, nel suo complesso, “mostra segnali di tenuta e dinamiche differenziate tra le varie forme contrattuali e nei diversi territori del Paese”. La struttura professionale dei dipendenti resta stabile: gli operai costituiscono il 56% (circa 9,8 milioni), seguiti dagli impiegati (37%), apprendisti e in minor misura quadri e dirigenti. A livello di genere, il panorama resta segnato da importanti differenze: i lavoratori maschi rappresentano il 57% del totale e percepiscono una retribuzione media annua di 27.967 euro, mentre quella delle lavoratrici si attesta a 19.833 euro. Il dato complessivo evidenzia come la retribuzione tenda ad aumentare con l’età fino alla fascia 55-59 anni.Occupazione dipendente più elevata al NordLa lettura territoriale dei dati evidenzia che la concentrazione dell’occupazione dipendente resta più elevata nelle regioni del Nord, dove lavora il 31,4% dei dipendenti (Nord-ovest) e il 23,3% (Nord-est). Il Centro conta il 20,7%, mentre il Mezzogiorno si ferma al 17,2%, una distribuzione che riflette fedelmente la composizione e la solidità diversa dei sistemi produttivi regionali. Gli stipendi medi seguono la stessa traiettoria geografica: nel Nord-ovest si toccano i 28.852 euro annui, 25.723 nel Nord-est, livelli decisamente superiori rispetto a Centro e Sud.Lavoro intermittente e rapporti di somministrazioneIl lavoro intermittente, trend in crescita del 2024, coinvolge 758.699 persone e si concentra maggiormente nelle aree settentrionali. La componente femminile risulta leggermente prevalente rispetto alla maschile e il profilo retributivo riflette la natura precaria del contratto: la media annua è di 2.648 euro, cresce con l’età e mostra differenze di genere contenute. Gli importi più elevati si osservano tra gli over 60. Invece, i rapporti di somministrazione presentano nel 2024 un lieve arretramento. Hanno avuto almeno una giornata retribuita 915.062 lavoratori, con prevalenza maschile e divario retributivo maggiore (media di 10.578 euro complessivi: 11.839 per gli uomini, 8.889 per le donne). Le differenze di retribuzione per fascia d’età risultano significative: gli uomini raggiungono il picco tra i 35 e i 39 anni, le donne fra i 30 e i 34. Anche queste occupazioni si concentrano prevalentemente nelle regioni settentrionali.Il comparto agricoloSul fronte agricolo, il 2024 conferma una dinamica occupazionale positiva con i lavoratori dipendenti che arrivano a quota 1.019.177 (+2,4% su base annua). La crescita è particolarmente significativa al Nord (+5,1%) e al Centro (+6,1%), con performance notevoli in Veneto (+10,6%) e Lazio (+7,6%). Il comparto, però, registra una lieve riduzione delle imprese agricole attive (-1,1%). La forza lavoro femminile rappresenta il 30,2% degli operai agricoli, in leggera flessione rispetto all’anno precedente. Gli autonomi agricoli risultano 414.746, in calo dell’1,9%, fenomeno legato soprattutto ai pensionamenti e al cambiamento generazionale. Coltivatori diretti, coloni e mezzadri costituiscono l’88,6% degli autonomi, ribadendo la centralità della componente tradizionale della manodopera rurale. Secondo l’Inps, il settore continua a ristrutturarsi, con una vitalità della manodopera e un equilibrio tra nuove assunzioni, turnover, innovazione e formazione, elementi ritenuti decisivi per una crescita sostenibile.Questo articolo Lavoro, osservatorio Inps: crescono occupazione e retribuzioni, resta il divario di genere proviene da LaPresse